Il nuovo presidente argentino Javier Milei elimina il Ministero della Cultura


Il nuovo presidente dell’Argentina, Javier Milei, comincia il proprio mandato con tagli drastici alla spesa pubblica ed elimina diversi ministeri: tra quelli finiti sotto la scure c’è il Ministero della Cultura, abolito.

L’Argentina dice addio al Ministero della Cultura: il dicastero è uno di quelli che il nuovo presidente, Javier Milei, ha deciso di abolire, mantenendo una delle promesse della sua campagna elettorale, quella di ridurre il numero dei ministeri del paese, che da diciotto passano a otto. Il provvedimento è stato deciso con il decreto 8/2023 del 10 dicembre che stabilisce i nuovi ministeri dell’Argentina: Interni; Affari Esteri, Commercio Internazionale e Culto; Difesa; Economia; Infrastrutture; Giustizia; Sicurezza; Salute; Capitale Umano. Le funzioni finora appartenute al ministero della cultura ricadranno sotto quelle del Ministero del Capitale Umano, che includerà anche le competenze relative all’istruzione, al lavoro e allo sviluppo sociale.

“Spetta al Ministero del Capitale Umano”, si legge nel decreto, “assistere il Presidente della Nazione e il Capo di Gabinetto dei Ministri, secondo le loro competenze, in tutto ciò che riguarda l’educazione, la cultura, le relazioni e le esigenze individuali e collettive del lavoro; il regime giuridico della contrattazione collettiva e delle associazioni professionali dei lavoratori e dei datori di lavoro; l’occupazione; la formazione professionale e la previdenza sociale; l’assistenza, la promozione, la cura e l’inclusione sociale e lo sviluppo umano, la sicurezza alimentare, la riduzione della povertà, lo sviluppo delle pari opportunità per i settori più vulnerabili, in particolare per le persone con disabilità, ragazze, ragazzi e adolescenti, donne e anziani, la protezione dei famiglie e il rafforzamento delle organizzazioni comunitarie, nonché per quanto riguarda l’accesso ad un alloggio e ad un habitat dignitosi, e il rispetto degli impegni assunti in relazione ai trattati, agli accordi internazionali e agli accordi multinazionali nelle materie di propria competenza”.

Il nuovo ministero, in relazione alla cultura, dovrà, si legge ancora nel decreto, “sviluppare e promuovere politiche di partecipazione istituzionale che rafforzino le identità culturali della Nazione”, “attuare politiche per la diffusione dei fatti culturali all’interno e all’esterno del Paese”, “promuovere e diffondere lo sviluppo delle attività economiche legate alle industrie culturali”, “pianificare le politiche di finanziamento delle attività culturali insieme al settore privato e alle organizzazioni della società civile”, promuovere “politiche dirette alla conservazione, tutela e valorizzazione del Patrimonio Culturale della Nazione”, “promuovere politiche di incentivazione e sviluppo culturale della Nazione, favorendo la creazione, la sperimentazione e la democratizzazione dell’accesso ai beni culturali”, “promuovere politiche di integrazione e di scambio culturale tra le giurisdizioni del Paese e all’estero attraverso la formulazione e la celebrazione di accordi nazionali e internazionali, nell’ambito della propria giurisdizione e partecipare ad accordi, leggi e regolamenti generali nazionali e internazionali”, “promuovere la produzione e lo scambio di conoscenze scientifiche su questioni relative alle industrie culturali, alla creazione di occupazione settoriale e ai servizi correlati”, “intervenire nell’ambito delle proprie competenze nella promozione, organizzazione e partecipazione di mostre, fiere, concorsi, produzioni audiovisive, spettacoli e manifestazioni dove siano diffuse le produzioni nazionali e internazionali”, “produrre e promuovere contenuti legati alle culture in tutte le sue forme, cercando di raggiungere un pubblico di tutte le età, in tutto il Paese e con criteri inclusivi, diversità sociale, di genere, religiosa ed etnica”, “collaborare alla realizzazione di attività di produzione e diffusione di contenuti educativi volti a rafforzare e integrare le strategie nazionali per l’equità e il miglioramento della qualità dell’istruzione, in coordinamento con le aree competenti”, “attuare politiche pubbliche volte a riconoscere e rafforzare la diversità culturale”, “promuovere, diffondere e consolidare lo sviluppo dell’integrazione culturale latinoamericana”.

A guidare il nuovo Ministero del Capitale Umano sarà Sandra Pettovello, ex produttrice televisiva. Il sito web del Ministero della Cultura al momento non è aggiornato: c’è soltanto un avviso che informa i cittadini che sono in corso gli aggiornamenti dei contenuti nell’ambito dell’attuazione del decreto.

Milei ha motivato queste drastiche abolizioni con la necessità di dover operare una decisa spending review: l’economia argentina è infatti in sofferenza (più del 40% della popolazione vive in povertà secondo l’Istituto Nazionale di Statistica del paese) e, secondo il nuovo presidente, sono necessarie azioni immediate, cominciando dal taglio dei costi della politica. “La classe politica precedente”, ha detto durante il suo discorso inaugurale, “ha lasciato il paese sull’orlo della più grande crisi della sua storia. Non desideriamo le decisioni difficili che dovranno essere prese nelle prossime settimane, ma purtroppo non ci hanno lasciato scelta”.

Nella foto: Javier Milei

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