“Notre-Dame è ancora a rischio crolli”. La denuncia di Philippe Villeneuve, l'architetto responsabile della messa in sicurezza


La cattedrale di Notre-Dame ancora a rischio crollo. La denuncia arriva da Philippe Villenevue, responsabile della messa in sicurezza.

La cattedrale di Notre-Dame a Parigi è ancora a rischio crolli, nonostante siano passati cinque mesi esatti da quando, il 15 aprile scorso, un devastante incendio ha distrutto il tetto dell’edificio. La denuncia arriva da Philippe Villeneuve, architetto responsabile della messa in sicurezza della cattedrale, che lo scorso 12 settembre ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano francese Le Parisien.

Villeneuve ha fatto sapere che al momento ci troviamo ancora nelle fasi di messa in sicurezza e consolidamento dell’edificio: la fase dell’emergenza non è ancora terminata. “È difficile”, ha dichiarato Villeneuve, “prevedere una data in cui terminerà questo periodo di consolidamento. Non ne saremo davvero certi almeno fino alla metà del 2020. E questo è sempre inquietante”. L’architetto ha sottolineato che il monumento corre ancora un doppio pericolo: da una parte le volte, che sono ancora a rischio crollo, e dall’altra il sistema di ponteggi, installato per il restauro che era in corso al momento dell’incendio, che potrebbe a sua volta collassare. “Sono state installate tra le 200 e le 300 tonnellate di ferraglia”, ha dichiarato Villeneuve. I ponteggi sono stati montati in modo da non gravare sul tetto, ma sulla struttura, e soprattutto in modo da essere del tutto indipendenti dalla guglia (andata poi distrutta durante l’incendio). “Il risultato”, spiega Villeneuve, “è che durante l’incendio i ponteggi non sono crollati. Però i tubi si sono saldati gli uni con gli altri, e si sono deformati. Il lato sul quale è crollata la guglia si è completamente deformato. Tutto questo rende la struttura molto fragile, ed è un miracolo che regga ancora”.

E in effetti i ponteggi hanno tenuto anche durante l’ondata di maltempo che ha colpito Parigi quest’estate, con venti che hanno soffiato a 100 chilometri orari. Il prossimo passaggio sarà la posa della pavimentazione che poggia sui muri sui quali sono installate le grondaie dell’edificio, dopodiché si procederà con la messa in sicurezza dei ponteggi danneggiati. “Quindi”, prosegue Villeneuve, “monteremo un nuovo ponteggio che terminerà a 50 metri e sul quale poggerà un sistema di travi: da lì, i cordisti potranno calarsi e smontare i tubi, uno per uno, dall’alto verso il basso. Questa operazione sarà finita nel gennaio 2020. È il nostro obiettivo”. Infine, una volta terminata questa fase di smontaggio delle impalcature danneggiate, “andremo a installare una prima copertura protettiva, seguita da un’altra, posta a un livello più alto della copertura esistente in precedenza, al fine di ricostruire le strutture del tetto futuro, qualunque siano le tecniche e i materiali che verranno scelti. Però non siamo ancora arrivati a questo punto nei dettagli. E al momento non è questa la mia preoccupazione”.

Nella foto: il cantiere di Notre-Dame nell’agosto del 2019. Ph. Credit

“Notre-Dame è ancora a rischio crolli”. La denuncia di Philippe Villeneuve, l'architetto responsabile della messa in sicurezza
“Notre-Dame è ancora a rischio crolli”. La denuncia di Philippe Villeneuve, l'architetto responsabile della messa in sicurezza


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