Schmidt non svende Boboli. L'indiscrezione: no al Giardino come set di un film della Warner


Il Tirreno riporta oggi un’indiscrezione: gli Uffizi avrebbero rifiutato di concedere il Giardino di Boboli per un film della Warner, “Dune”. Troppo bassa l’offerta. Il museo, come da prassi per ragioni di riservatezza, non conferma né smentisce.

Gli Uffizi avrebbero rifiutato un’offerta della Warner, la nota casa cinematografica, che avrebbe voluto ambientare un suo film, Dune parte II, al Giardino di Boboli. A riportare l’indiscrezione, questa mattina, è il quotidiano Il Tirreno: stando a quanto afferma il quotidiano livornese, infatti, la casa di produzione americana avrebbe contattato il museo fiorentino per “concordare l’allestimento del set e i costi per cinque giorni di riprese”, e tuttavia “l’offerta ricevuta dal museo fiorentino, si parla di 150.000 euro, non avrebbe soddisfatto il direttore Eike Schmidt che invece ne chiedeva (anche in base a dei preedenti, perché, in realtà, un tariffario non esiste) 250.000 euro”. Sembra che alla fine la Warner abbia deciso di non accettare il rilancio di Schmidt e abbia risolto di girare le scene di Dune altrove.

Il Tirreno riporta anche di malumori che starebbero serpeggiando tra gli enti della città, perché un film come la seconda parte di Dune, secondo gli entusiasti, avrebbe garantito un enorme ritorno d’immagine per la città. Si parla, del resto, del sequel di un film che ha potuto contare su un cast stellare, e che è stato premiato agli Oscar del 2022 con sei statuette, ed era anche candidato come miglior film. Alla fine paiono aver prevalso le ragioni del museo, perché si sarebbe trattato evidentemente di svendere il Giardino: gli Uffizi, riporta il quotidiano, “non avrebbero trovato alcuna convenienza né nel ritorno pubblicitario né in quella cifra che, a pieno regime e in alta stagione, Boboli e le Gallerie riescono a incassare in appena tre giorni”.

In effetti, se effettivamente la Warner ha offerto 150.000 euro per cinque giorni di riprese, non si potrà non ricordare che, a settembre 2020, la Ferrari pagò 173mila euro per una cena a Palazzo Vecchio. E che dunque risulta difficile trovare congrua la cifra.

Il museo naturalmente non commenta: esistono norme di riservatezza e di prassi comportamentale, ci fanno sapere gli Uffizi, che impediscono al museo di confermare o di smentire le voci su trattative in corso ed eventualmente non andate in porto. “Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt”, ribadisce tuttavia il museo, “sottolinea in ogni caso di aver più volte attivamente impedito, in passato, la svendita del patrimonio artistico delle Gallerie a fronte di offerte assolutamente non congrue rispetto alle pretese di concessione manifestate”. Insomma: non si dice di no a prescindere, ma che almeno le offerte siano adeguate.

Schmidt non svende Boboli. L'indiscrezione: no al Giardino come set di un film della Warner
Schmidt non svende Boboli. L'indiscrezione: no al Giardino come set di un film della Warner


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