Vicenza, va in restauro il capolavoro del Veronese, la “Cena di san Gregorio Magno” del Monte Berico


A settembre via al restauro della ’Cena di san Gregorio Magno’ del Veronese, nell’ambito del programma ’Restituzioni’ di Intesa Sanpaolo.

A Vicenza via al restauro di un capolavoro di Paolo Veronese (Paolo Caliari; Verona, 1528 - Venezia, 1588), la Cena di san Gregorio Magno, conservata presso il Santuario della Madonna di Monte Berico. L’intervento avviene nell’ambito del programma Restituzioni di Intesa Sanpaolo, il programma biennale di restauri della banca avviato nel 1989 e che finora ha condotto al restauro di 1.300 opere. Il restauro comincerà a settembre, terminerà entro il 2021 e sarà curato dalla Soprintendenza di Verona, Rovigo e Vicenza, cui spetteranno le indagini preliminari e la direzione dell’intervento, in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. A occuparsi dell’opera sarà la restauratrice Valentina Piovan: l’opera sarà studiata sia da un punto di vista storico-conservativo attraverso il controllo delle fonti documentarie, iconografiche e il confronto con altre opere dell’autore, sia da un punto di vista scientifico con la verifica puntuale attraverso indagini chimiche e fisiche a supporto dell’intervento di restauro.

La Cena di san Gregorio Magno, risalente al 1572, è un’opera di gran pregio e riveste un’importanza peculiare per il fatto che è l’unica “cena” del Veronese ancora conservata nel luogo per il quale fu realizzata. L’episodio, molto frequente nella storia dell’arte, fa riferimento a una delle cene che san Gregorio Magno offriva ai poveri, ed è realizzata nei termini fastosi e colorati tipici delle “cene” del Veronese, che era solito ambientare dipinti di questo tipo sotto sontuosi loggiati (che potrebbero essere indice di una vicinanza al Palladio) popolati da moltissimi personaggi (donne, uomini, bambini, e anche animali) e aperti su cieli azzurri velati di nubi. La Cena del Veronese conobbe anche le spoliazioni napoleoniche: durante l’occupazione fu portata via da Vicenza e trasferita a Brera, quindi nel 1817 tornò nella sua sede. Il dipinto subì poi danneggiamenti nel 1848, quando fu tagliato in 32 pezzi dalla soldataglia austriaca durante gli scontri del Monte Berico nell’ambito della prima guerra d’indipendenza (fu poi restaurato per volontà dello stesso imperatore austriaco, Francesco Giuseppe).

“È con grande emozione”, dichiara il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, “che annuncio l’avvio del restauro di un’opera di eccezionale valore artistico e storico, custodita in un luogo che è al tempo stesso un simbolo per la città e una meta di pellegrinaggio per milioni di fedeli. Intesa Sanpaolo, a cui esprimo sincera gratitudine anche a nome dei miei concittadini, non poteva scegliere un soggetto migliore per celebrare i 30 anni di Restituzioni. È anche grazie al sostegno di mecenati illuminati che le istituzioni pubbliche oggi possono continuare ad occuparsi di un patrimonio artistico dal valore inestimabile, ma dai costi di recupero e di valorizzazione altrettanto importanti. Nei 30 anni di Restituzioni Intesa Sanpaolo è sempre stata generosamente al fianco della città e oggi corona questo benemerito percorso con un intervento davvero straordinario, le cui fasi potranno essere seguite dal vivo dai visitatori nel corso di un cantiere che renderemo accessibile alle visite guidate”.

“Ricorrono nel 2019 due anniversari importanti per la storia del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo e della relazione della nostra Banca con la città di Vicenza”, afferma Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo. “Vent’anni fa abbiamo istituito a Palazzo Leoni Montanari la prima sede delle Gallerie d’Italia e dieci anni prima, nel 1989, il presidente Feliciano Benvenuti dava vita al programma Restituzioni, a cui Intesa Sanpaolo ha nel tempo garantito continuità, con convinzione e senso di responsabilità, interpretando il proprio ruolo di principale Banca del Paese anche nel contributo alla tutela e alla valorizzazione dei beni storico-artistici nazionali. Coroniamo i trent’anni di attività di un grandioso progetto, che vede collaborare rispettosamente la Banca e le istituzioni pubbliche, con il restauro di un dipinto di Veronese, straordinario esempio della ricchezza artistica del territorio veneto. L’intervento consolida il profondo dialogo di Intesa Sanpaolo con la città di Vicenza e testimonia l’imprescindibile legame della storia di Restituzioni con la comunità e con il patrimonio culturale vicentino”.

Nel 2020 ci saranno molte iniziative in occasione del restauro della tela monumentale: un intero anno di eventi dal titolo evocativo #aspettandoVeronese per accompagnare la grande campagna di restauro fino alla restituzione della tela, nella nuova veste, alla città di Vicenza e al mondo. Il pubblico vicentino e i turisti avranno modo di entrare nel vivo del restauro seguendone gli sviluppi grazie a visite guidate su prenotazione; sarà inoltre proposto un ricco programma di attività collaterali volte a conoscere il “Veronese Vicentino”, entrando nel vivo di opere straordinarie esposte, oltre a Monte Berico, nella chiesa di Santa Corona e ai Musei Civici.

Nella foto: Paolo Veronese, Cena di san Gregorio Magno (1572; olio su tela, 445 x 878 cm; Vicenza, Santuario di Monte Berico)

Vicenza, va in restauro il capolavoro del Veronese, la “Cena di san Gregorio Magno” del Monte Berico
Vicenza, va in restauro il capolavoro del Veronese, la “Cena di san Gregorio Magno” del Monte Berico


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