Giornate gratis ai musei, il Consiglio di Stato striglia il piano Bonisoli: “Poco chiaro, definire obiettivi e criteri di scelta”


Il Consiglio di Stato pubblica un parere sul piano delle gratuità nei musei caldeggiato dal Ministro Bonisoli: poco chiaro, occorre definire obiettivi e criteri di scelta e fornire più dati.

Arriva una “strigliata” dal Consiglio di Stato sul piano delle gratuità nei musei statali annunciato a metà settembre dal ministro Alberto Bonisoli. Il Ministero dei Beni Culturali ha infatti inviato all’organo di giustizia amministrativa lo schema di regolamento del piano di gratuità, ma sono molti i punti su cui Palazzo Spada ha dovuto fare osservazioni, chiedendo infine al MiBAC di fornire ulteriori elementi e i chiarimenti richiesti. Secondo il Consiglio di Stato, il MiBAC sugli obiettivi non è stato sufficientemente chiaro, sui criteri di scelta delle giornate gratuite nei singoli musei non ha individuato i criteri per i direttori, per quanto riguarda la stima sui nuovi introiti le simulazioni non sono complete, e nelle relazioni sugli effetti della misura il MiBAC non ha fornito dati.

Nel parere del Consiglio di Stato si legge innanzitutto che “non appaiono sufficientemente chiari gli obiettivi delle modifiche previste, né sembrano adeguatamente definite le modalità attraverso le quali potranno essere raggiunti. In particolare, non emerge chiaramente se l’obiettivo prioritario sia quello della riduzione dei costi della misura, o quello di una maggiore flessibilità dell’offerta di ingresso libero, oppure quello di assicurare la migliore gestione del flusso degli utenti anche a tutela dei beni culturali”. I giudici di Palazzo Spada chiedono quindi al MiBAC di definire in modo chiaro “le scelte operate e le modalità di raggiungimento dei relativi obiettivi”, esplicitandole nelle relazioni che accompagneranno il decreto.

Ancora, in merito alle otto giornate gratuite decise dai singoli direttori, il Consiglio di Stato osserva che “non risultano definiti i criteri e le modalità in base ai quali i Direttori dei Poli museali regionali, e con riferimento ai musei ed istituti dotati di autonomia speciale i Direttori degli stessi, possano raggiungere l’intesa con la Direzione generale alla quale l’istituto o il luogo di cultura afferisce, né sono individuate le procedure che dovranno seguirsi in caso di mancato accordo tra i predetti soggetti”. In questo caso, la richiesta di Palazzo Spada è quella di definire i criteri che dovranno guidare i direttori dei musei nella scelta delle giornate gratuite. Inoltre, il Consiglio di Stato fornisce anche alcuni suggerimenti al MiBAC: “sembra opportuno altresì prevedere procedure o modalità di coordinamento anche con gli enti locali, spesso anch’essi titolari di musei e istituti di fruizione pubblica, al fine di realizzare una leale collaborazione nella promozione dei beni culturali insistenti sul territorio. Senza sottacere che anche la scelta dei giorni o delle fasce orarie dovrebbe tenere conto della realtà delle situazioni locali (ad esempio feste patronali, manifestazioni particolari etc.) come anche dell’andamento dei flussi turistici e di eventuali problematiche logistiche (orari di punta, flussi di traffico, concomitanza con fiere e mercati etc.) dati tutti a conoscenza degli enti locali”.

Per quanto riguarda i benefici finanziari della misura, che il MiBAC ha stimato in maggiori introiti per oltre cinque milioni di euro (per l’esattezza, la simulazione parla di 5.353.930,26 in più nelle casse ministeriali), secondo il Consiglio di Stato il MiBAC “ha fornito delle tabelle, non corredate da elementi esplicativi” e rileva che “ai fini del corretto apprezzamento dei dati indicati occorre che l’Amministrazione fornisca una più completa descrizione dei dati utilizzati nella simulazione dell’impatto finanziario della rimodulazione delle giornate di ingresso libero. In particolare, occorre che chiarisca quali dati sono stati utilizzati per le stime relative al 2019 (numero dei visitatori paganti, introiti lordi, percentuali di incidenza dei visitatori nelle giornate di ingresso libero); inoltre, nell’assunto che si tratti di dati di consuntivo rilevati con riferimento a ciascuna mensilità, va precisato se è stata utilizzata una media di dati di consuntivo di più anni o quella dell’ultimo anno”.

Ancora, sugli effetti positivi della misura, nella relazione del MiBAC si afferma che l’aumento da 12 a 19 (o 20) giornate di accesso gratuito è stato proposto “sulla scorta degli effetti positivi delle modifiche intervenute negli anni 2014 e 2016, sia in termini di accessi che di introiti”. Tuttavia Palazzo Spada rileva che “in merito a tali effetti positivi l’Amministrazione non fornisce dati, che invece sarebbero utili a fini della valutazione della portata delle modifiche proposte, considerato anche che la significatività delle simulazioni presentate si basa sull’ipotesi che i risultati in termini di introiti e visitatori registrati con le misure oggi vigenti non varieranno per effetto delle nuove misure previste”.

Infine, il Consiglio di Stato rileva che “il decreto dovrebbe essere integrato con la previsione di strumenti di monitoraggio volti a verificarne l’idoneità a perseguire in concreto gli obiettivi previsti dalla legge e perseguiti attraverso le modifiche proposte”, e occorre che il ministero “effettui una valutazione del raggiungimento delle finalità delle predette disposizioni e sugli effetti prodotti sui vari soggetti interessati (cittadini, pubbliche Amministrazioni, eventualmente imprese) entro la fine del prossimo anno”.

Nell’immagine: Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato. Credit

Giornate gratis ai musei, il Consiglio di Stato striglia il piano Bonisoli: “Poco chiaro, definire obiettivi e criteri di scelta”
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