Al CAMeC di Spezia le opere del duo Antonello Ghezzi portano dalla Terra all'Iperuranio


Dal 7 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024 al CAMeC di Spezia arrivano le opere del duo artistico Antonello Ghezzi, che portano il visitatore dalla Terra all’Iperuranio. 

Dal 7 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024 il piano zero del CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia accoglie la mostra Terra Cielo Iperuranio del duo artistico Antonello Ghezzi, a cura di Eleonora Acerbi, con esto critico di Cesare Biasini Selvaggi.

Saranno esposte quindici opere attraverso le quali si intende far conoscere al pubblico il lavoro del duo, composto da Nadia Antonello (Cittadella, 1985) e Paolo Ghezzi (Bologna, 1980), focalizzato sulla leggerezza e sulla magia. Ideato dagli artisti stessi, il percorso espositivo suddivide le opere su tre livelli - Terra, Cielo e Iperuranio - secondo un itinerario non necessariamente cronologico, ma tematico, che intende accompagnare il visitatore in un viaggio di scoperta, per potenziare il pensiero e allenare l’immaginazione.

La prima sala corrisponde alla Terra, il luogo delle relazioni, dove trovano posto i primi grandi progetti di Antonello Ghezzi. Si potranno abbattere muri con bolle di sapone, attraverso l’opera Blow against the walls. Si potrà interrogare l’oracolo con T’Oracolo, un progetto nato nel 2010 che ha visto mutare continuamente la sua forma, tenendo tuttavia invariato il meccanismo per il quale “io T’Oracolo e tu sarai l’oracolo per qualcun altro”. Un’opera semplice, fatta di fogliettini e di sole domande, carica tuttavia di tensioni universali che spingono gli uomini a comprendersi gli uni con gli altri. Sarà inoltre esposta l’installazione Attesa dell’amore, un grande specchio che alla fine dell’Ottocento decorava la sala d’aspetto della stazione di Pistoia e che, passando dal laboratorio del duo grazie all’interessamento della Galleria Vannucci Arte Moderna e Contemporanea di Pistoia, ha visto incisa e illuminata la scritta che dà il titolo all’opera: un invito a specchiarsi e a leggersi nell’attesa dell’amore, chiave di volta della prima sala. A permettere il passaggio al secondo livello, una delle opere più importanti per gli inizi della carriera di Antonello Ghezzi: La porta che si apre col sorriso. Situata quasi al centro della stanza, ma posta in corrispondenza dei varchi verso il Cielo e l’Iperuranio, l’installazione consente a chiunque di passare lateralmente; attraversarla però porta in un’altra dimensione e il sorriso è l’unica chiave di accesso.

La seconda sala, dedicata al Cielo, tenta di far alzare i piedi da Terra, ancora solo leggermente. Alcune bandiere appese, che riproducono la Via Lattea, incorniciano un piccolo ufficio immaginario, dove si potrà firmare la propria Cittadinanza della Via Lattea. Un’opera politica che intende ricordare al visitatore quanto la vastità dell’universo possa essere un’opportunità per il genere umano, per guardare le stelle e capire chi si voglia realmente essere. L’opera Legare la terra al cielo presenta una stampa fotografica su specchio retro-incisa, nella quale si intravede una performance avvenuta nel 2021 tra campi e colline immerse nel buio. Le nuvole sono per Antonello Ghezzi una metafora che parla di leggerezza, di speranza e di un altrove immaginifico. Un’intera parete espone le nuvole che gli artisti hanno realizzato esplorando supporti diversi, dalla carta, allo specchio, al marmo. Rafforza questo concetto la Scala per andare a prendere le nuvole, realizzata in legno almeno nella sua parte più terrena, ma ben presto si tramuta in inchiostro blu, fino a raggiungere una nuvola dello stesso colore. A fare da ponte per la terza sala è una grande installazione posta davanti alla porta di accesso, al centro della sala: Alla Luna è un tapis roulant che all’inizio del suo percorso aveva sul suo display la cifra 384.400 Km, ovvero la distanza che separa l’uomo dalla Luna.

La terza sala è dedicata all’Iperuranio. Già da lontano, nelle altre stanze, si vedeva un grande cielo stellato. L’opera, intitolata 27 06 1980 20:59, proviene dal Museo per la Memoria di Ustica e riproduce la mappa esatta di come erano le stelle nel giorno della tragedia. In alto nella sala è appeso un grande semaforo che emette luce blu. Uscito da una favola di Gianni Rodari, il semaforo dà il Via libera per volare. Domina lo spazio un’altana tutta blu sopra alla quale è posto uno scrittoio e la sua sedia. Si tratta dell’installazione Al di sopra del rumore di fondo ed è un luogo tratto da una fiaba inventata dagli artisti per Villa Rospigliosi di Prato, dove un tempo vivevano pirati artisti. L’ultima opera è un’installazione realizzata a partire da una fotografia della NASA, esposta al CAMeC grazie alla disponibilità di Fabio Gori e Virginia Fabrizi, che vuole offrire una possibile chiave d’interpretazione dell’intera mostra. Un paesaggio al tramonto piuttosto buio, nel quale è possibile tuttavia scorgere un puntino luminoso. Il titolo, Autoritratto, rivela l’intento e il senso dell’immagine: la Terra vista da Marte, ovvero gli uomini visti solo da un po’ più lontano.

Nel bagno al piano zero vi è traccia di Toilet Project, progetto che inaugurò la collaborazione tra Nadia Antonello e Paolo Ghezzi.

Il lungo corridoio è occupato dall’opera Stringere lo spazio di me e te: sono appese sculture di ceramica e ogni forma è stata creata grazie a due persone che si sono strette la mano intorno a un pezzo di argilla. I visitatori potranno prendere parte a questa performance dando vita a una pietra preziosa che rivelerà l’invisibile.

Nell’interpiano che porta alle terrazze del Museo vi è uno strano scrittoio. È composto da uno specchio con la scritta Scrivimi e da un piano sul quale è poggiato tutto l’occorrente per scrivere e inviare lettere d’amore: la carta, la busta, la penna e il francobollo.

Sulla terrazza del museo è infine allestita l’ultima installazione del duo: La sedia del giudice, che vuole richiamare la tipica seduta sopraelevata utilizzata dall’arbitro di tennis, se non fosse che i posti a sedere sono due anziché uno.

“Al culmine di questa mostra, operazione già di per sé nata da due artisti e non da uno solo”, spiegano Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, “l’opera ci invita forse a ritornare con la mente al nostro viaggio, considerando di nuovo l’altro da noi, dove la relazione umana ci ha accompagnati e presi per mano per volare sempre più in alto, mai da soli, sempre con qualcuno o qualcosa che restituiva il nostro sguardo”.

La mostra è visitabile da martedì a domenica dalle 11 alle 18. Chiuso il lunedì.

Immagine: Antonello Ghezzi, Via libera per volare (2020; installazione, 135 x 90 x 50 cm). Foto di Antonello Ghezzi

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraTerra Cielo Iperuranio
CittàLa Spezia
SedeCAMeC - Centro Arte Moderna e Contemporanea
DateDal 07/10/2023 al 14/01/2024
ArtistiAntonello Ghezzi
CuratoriEleonora Acerbi
TemiArte contemporanea

Al CAMeC di Spezia le opere del duo Antonello Ghezzi portano dalla Terra all'Iperuranio
Al CAMeC di Spezia le opere del duo Antonello Ghezzi portano dalla Terra all'Iperuranio


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