In Sardegna una mostra mette in dialogo l'archistar Stefano Boeri con Maria Lai


Inedita operazione alla Stazione dell’Arte di Ulassai, in Sardegna, dove le opere dell’archistar Stefano Boeri dialogano con quelle di Maria Lai. 

Sii albero: s’intitola così la mostra che apre dal 20 giugno al 19 settembre 2021 alla Stazione dell’Arte di Ulassai (Nuoro): si tratta di una mostra che, per la prima volta in Sardegna, ripercorre il lavoro e la filosofia dell’archistar Stefano Boeri, e la particolarità sta nel fatto che questo dialogo avviene con le opere e la poetica di Maria Lai. Focus della rassegna è il legame tra uomo e natura, che viene indagato nella mostra Sii albero attraverso un percorso espositivo che mette in evidenza le affinità e le specificità della produzione delle personalità di Boeri e Lai. Due visioni affini che, pur nella originalità dei loro linguaggi espressivi, lasciano trasparire una nuova concezione e rappresentazione del vivere umano sulla terra.

La mostra è organizzata dalla Fondazione Stazione dell’Arte con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Ulassai e della Fondazione di Sardegna. Curata da Davide Mariani, direttore del museo, Sii albero nasce con l’intento di integrare due discipline, l’architettura e l’arte visiva, affiancando due figure che hanno messo al centro della loro produzione una nuova visione di comunità, l’architetto Stefano Boeri e l’artista Maria Lai.

Il progetto Sii albero si compone di tre momenti interrelati tra loro: l’esposizione nella nuova project room del museo, l’installazione realizzata nel parco e la mostra negli spazi della ex rimessa del treno. Nella project room trova spazio il celeberrimo bosco verticale, edificio-simbolo del lavoro di Stefano Boeri, che nella minuta “Casa delle Janas”, la nuova project room della Stazione dell’Arte, arriva con un modello in scala 1:50. Nello specifico, degli oltre dieci progetti realizzati nel mondo, viene esposto al museo il prototipo del primo caso, costruito a Milano nell’area Porta Nuova e formato da due torri alte 80 e 112 m che accolgono, nel complesso, 800 alberi (una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco) e che ha già ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui il CTBUH Award come miglior edificio alto del mondo conferitogli dal Council for Tall Building e Urban Habitat dell’IIT di Chicago (2015).Il concept del Bosco Verticale, l’essere cioè “una casa per alberi che ospita anche umani e volatili”, viene esplicitato in mostra anche grazie a una serie di apparati didattici e videoche illustrano la visione di Boeri di città sostenibile in relazione alla doppia sfida del cambiamento climatico e dell’aumento progressivo della popolazione mondiale. Lo spiazzamento derivante dall’osservare un grattacielo all’interno di una piccola dimora, decontestualizzato rispetto al suo frenetico luogo di origine, offre una riflessione sui cambiamenti paradigmatici che interessano la società contemporanea. La riscoperta della dimensione locale e dei suoi valori, culturali, sociali e ambientali, hanno spinto l’architetto Boeri ad affermare che “nei borghi storici c’è il nostro futuro”.

Nel parco della Stazione dell’Arte, il ciclo della vita e della natura è al centro di un altro dialogo tra Maria Lai e Stefano Boeri che si sviluppa tra la scultura Fiabe intrecciate. Omaggio a Gramsci (2007) e la micro-architettura temporanea Radura degli abbracci (2017). L’opera di Lai, alta quasi sei metri, nasce dalla fusione tra due narrazioni, Il topo e la montagna (1931) scritta da Gramsci per i suoi figli durante il periodo di reclusione, e la leggenda della bambina e del nastro celeste che ha ispirato l’artista per la celebre performance collettiva Legarsi alla montagna (1981). Entrambe le storie hanno in comune un momento drammatico in cui ai bambini, come ricorda Maria Lai, è affidato il compito di ricomporre la frattura passato-presente, riconducibile a quella tra uomo e natura. Oggi, a quello stesso invito risponde Boeri con un prototipo di spazio pubblico, Radura degli abbracci, declinazione del progetto Radura (2016), che qui si compone di novantacinque cilindri di legno d’abete di cinque metri di altezza e sei centimetri di diametro, che creano un luogo al contempo permeabile e intimo, in cui i visitatori possono accedere per vivere un’esperienza originale di contatto con la natura, accompagnati dalla suggestiva melodia del violoncello di Piero Salvatori con il brano “Visioni”.

Infine, il rapporto tra uomo e ambiente è ulteriormente approfondito negli spazi dell’ex rimessa del treno dove, per la prima volta in un’istituzione museale, viene proiettato il cortometraggio Troiane, premiato al Venice Architecture Short Film Festival 2020. La pellicola, diretta da Stefano Santamato e prodotta da Paolo Soravia / The Blink Fish per Stefano Boeri Architetti, racconta, dal punto di vista degli alberi, il viaggio degli abeti divelti dalla Tempesta Vaia del Friuli e “rinati” nella scenografia de Le Troiane di Euripide al teatro greco di Siracusa, seguendoli per oltre 1.500 km, nell’avvicendarsi di paesaggi, colori e suoni. È una storia di sacrificio e di resurrezione, che trova affinità nel lavoro di Maria Lai con la narrazione che l’artista affida al ciclo di opere “Sii albero”, realizzate alla fine degli anni Novanta, che danno il titolo alla mostra.

Il percorso espositivo si chiude con una selezione di progetti, schizzi, foto e disegni riferiti alle varie installazioni di Radura nel mondo, fino ad arrivare a Radura della memoria, l’ultimo straordinario esemplare realizzato a Genova, in seguito al crollo del Ponte Morandi avvenuto nell’agosto 2018. L’intervento è costituito da un podio ligneo circolare del diametro di 50 m, all’interno del quale sono collocate quarantatré specie arboree differenti, in ricordo delle vittime della tragedia e la cui varietà richiama la biodiversità tipica della macchia mediterranea.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraSii albero
CittàUlassai
SedeStazione dell’Arte
DateDal 20/06/2021 al 19/09/2021
ArtistiMaria Lai, Stefano Boeri
CuratoriDavide Mariani
TemiUlassai, Stazione dell’Arte, Stefano Boeri, Maria Lai

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