Questo dipinto di Anton van Dyck raffigura uno degli episodi più celebri dell'agiografia di sant'Ambrogio, ovvero il momento in cui il vescovo di Milano impedisce all'imperatore Teodosio l'ingresso nel Duomo di Milano.
Era infatti accaduto che gli abitanti di Tessalonica avessero ucciso, nel corso di alcune proteste, un ufficiale dell'impero, e Teodosio rispose con una brutale repressione che portò allo sterminio di migliaia di persone innocenti. Possiamo notare con quanta fermezza e con quanto vigore sant'Ambrogio, vestito con dei raffinati paramenti liturgici dorati, opponga le sue mani contro l'imperatore, davanti a lui, per impedirgli l'accesso al Duomo. Teodosio si sarebbe poi pentito del suo gesto e avrebbe chiesto perdono al vescovo di Milano, che l'avrebbe quindi successivamente accolto nella cattedrale milanese.
Il dipinto fu realizzato attorno al 1620 e reinterpreta una precedente opera di Pieter Paul Rubens eseguita nel 1618 e oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna: la versione di van Dyck mostra però un impianto compositivo più libero, con forme meno definite, pennellate più ampie e senza le tonalità vive di Rubens. L'opera di van Dyck si può ammirare oggi alla National Gallery di Londra, che la acquistò nel 1824 da un collezionista privato.
7 dicembre 2014
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