Tra i principali pittori macchiaioli, Vincenzo Cabianca (Verona, 1827 - Roma, 1902) si trasferì a Firenze all'età di ventisei anni, nel 1853, e nei dieci anni in cui visse in Toscana produsse una gran quantità di vedute di paesaggi e scorci della città e dei borghi della regione. Cabianca proseguì questo tipo di ricerche anche durante i sette anni in cui visse a Parma, dal 1863 al 1870, e in questo prolifico filone si colloca anche l'Effetto di sole, prodotto probabilmente durante il soggiorno emiliano dell'artista.
Il dipinto, un piccolo olio su tavola di 31 per 20,5 centimetri, si ritiene eseguito negli ultimi anni di permanenza a Parma (tra il 1868 e il 1870) per il particolare stile con cui è stato condotto: Cabianca dimostra infatti di sottoporre a nuove indagini le ricerche tipiche della pittura di macchia per proporre una pittura molto più densa e corposa, che è stata letta dalla critica come una trasposizione di un'inquietudine interiore che si riflette nel paesaggio. Non viene però meno l'intendo d'indagare gli effetti della luce sugli elementi della veduta, in questo caso gli edifici che si affacciano sulla strada di un borgo: tipico dei macchiaioli è l'utilizzo di una luce netta e tagliente che getta ombre pesanti sulla veduta e colpisce invece il resto con forza e pienezza.
L'opera è oggi conservata presso la Galleria d'Arte Moderna di Firenze a Palazzo Pitti.
17 maggio 2018
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