Contratto di governo Lega-5 Stelle: ecco cosa c'è scritto (per ora) alla voce “beni culturali”


L’Huffington Post ha pubblicato in esclusiva la bozza del contratto di governo tra Lega Nord e Movimento 5 Stelle. Ecco cosa prevede la voce sui beni culturali.

Questa sera l’Huffington Post, in un articolo firmato da Lucia Annunziata, Gianni Del Vecchio, Alessandro De Angelis, Carlo Renda e Claudio Paudice, ha pubblicato una bozza del contratto di governo tra Lega Nord e Movimento 5 Stelle. Si tratterebbe della base sul quale i due partiti stanno lavorando al fine di trovare una strategia comune, che possa condurre alla formazione di un governo. Il documento s’intitola “contratto per il governo del cambiamento” e include diverse misure: ridiscussione dei trattati dell’Unione Europea, incluso il contributo che l’Italia versa all’Unione, ritiro immediato delle sanzioni imposte alla Russia, superamento della legge Fornero, reddito di cittadinanza, più tribunali e carceri. Tra i punti più discussi, l’introduzione di un “Comitato di conciliazione” che dovrebbe essere convocato qualora i due partiti risultino avere opinioni divergenti sull’applicazione del “contratto di governo”, e che risulterebbe composto dal Presidente del Consiglio, dal capo politico del Movimento 5 Stelle e dal segretario della Lega, dai capigruppo delle due forze politiche, e dal ministro competente in materia.

Occorre tuttavia sottolineare come, sempre in serata, sia già arrivata una nota congiunta di leghisti e grillini che spiega: “il contratto di governo pubblicato dall’Huffington Post è una versione vecchia che è stata già ampiamente modificata nel corso degli ultimi due incontri del tavolo tecnico. La versione attuale, dunque, non corrisponde a quella pubblicata. Molti contenuti sono radicalmente cambiati. Sull’euro, ad esempio, le parti hanno già deciso di non mettere in discussione la moneta unica. La versione pubblicata, dunque, non è fedele a quella attuale”.

Di seguito riportiamo comunque il testo integrale del capitolo sui beni culturali incluso nella bozza e consultabile a pagina 10. Al momento sembra prevalere dunque la linea leghista che valuta i beni culturali soprattutto in virtù del loro valore turistico

"Il patrimonio italiano rappresenta uno degli aspetti che più ci identificano nel mondo. Il nostro Paese è colmo di ricchezze artistiche e architettoniche sparse in maniera omogenea in tutto il territorio, e in ogni campo dell’arte rappresentiamo un’eccellenza a livello mondiale, sia essa la danza, il cinema, la musica, il teatro. Tuttavia, nonostante tali risorse l’Italia oggi non sfrutta a pieno le sue possibilità, lasciando in alcuni casi i propri beni ed il proprio patrimonio culturale nella condizione di non essere sfruttati a dovere.

I beni culturali sono uno strumento fondamentale per lo sviluppo del turismo in tutto il territorio italiano. Tuttavia lo Stato non può limitarsi alla sola conservazione del bene, ma deve valorizzarlo e renderlo fruibile attraverso sistemi e modelli efficaci, e grazie ad una gestione attenta ed una migliore cooperazione tra gli enti pubblici e i privati. occorre mettere in campo misure in grado di tutelare il bene nel lungo periodo, utilizzando le risorse a disposizione in maniera virtuosa.

È necessario partire da un principio chiave: la cultura è un motore di crescita di inestimabile valore, e certamente non un costo inutile. Tagliare in maniera lineare e non ragionata la spesa da destinare al nostro patrimonio, sia esso artistico che culturale, significa ridurre in maniera considerevole le possibilità di accrescere la ricchezza anche economica dei nostri territori.

I nostri Musei, i siti storici, archeologici e UNESCO, inoltre, devono tornare a essere poli di attrazione e interesse internazionale, attraverso un complessivo aumento della fruibilità e un adeguato miglioramento dei servizi offerti ai visitatori.

Tra le varie forme, d’arte lo spettacolo dal vivo rappresenta senz’altro una delle migliori eccellenze del nostro Paese. Eppure l’attuale sistema di finanziamento, determinato dalla suddivisione secondo criteri non del tutto oggettivi delle risorse presenti nel Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), limita le possibilità delle nostre migliori realtà e impedisce lo sviluppo di nuovi progetti realmente meritevoli. Riteniamo pertanto necessario prevedere una riforma del sistema di finanziamento che rimetta al centro la qualità dei progetti artistici".

Contratto di governo Lega-5 Stelle: ecco cosa c'è scritto (per ora) alla voce “beni culturali”
Contratto di governo Lega-5 Stelle: ecco cosa c'è scritto (per ora) alla voce “beni culturali”


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