Tutti (ma proprio tutti) contro la riforma Bonisoli e gli accorpamenti dei musei


Tutti i commenti contro la riforma Bonisoli e gli accorpamenti dei musei.

Non piacciono proprio a nessuno gli accorpamenti dei musei introdotti dalla riforma Bonisoli: contro i provvedimenti voluti dal ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli si è scatenata, nei giorni scorsi, una pioggia di critiche trasversali e bipartisan, dal nord al sud della penisola, con poche eccezioni. Di seguito una serie di commenti.

Tomaso Montanari, storico dell’arte, presidente del Comitato tecnico scientifico per le Belle arti del Ministero dei Beni Culturali: “l’imminente fine del governo Conte 1 (qualunque cosa prenda il suo posto) ha impresso una convulsa accelerazione alla riorganizzazione del Mibac intrapresa dal ministro Alberto Bonisoli. E, purtroppo, gli effetti della fretta si vedono. Innanzitutto nel metodo: i Beni culturali sono un ministero tecnico, ai cui vertici burocrati di lungo corso e di nessuna specializzazione rischiano di fare danni semplicemente perché non sanno su cosa mettono le mani. E questo ultimo decreto agostano è stato fatto così, alla Renzi: i sindacati sono stati solo informati, mentre il massimo organo consultivo del Ministero, il Consiglio Superiore dei Beni Culturali, nemmeno quello. E invece la voce di chi le cose le conosce avrebbe aiutato a non fare errori gravi. Quello più sconcertante riguarda uno dei complessi monumentali più importanti del mondo, la Via Appia, che perde l’autonomia per essere messa a bando da Invitalia come una specie di luna park dell’antichità: un vero disastro”. Sulla creazione dei Musei Nazionali degli Etruschi: una scelta “demenziale sia per le tantissime cose etrusche che rimangono fuori (si pensi a Vetulonia o a Montefortino; o ai tanti siti emiliani…), sia per lo slabbramento che porterà in territori che si vedono sottrarre fette di patrimonio che sono parti vive di sistemi locali. Che lo si volesse o meno, infatti, si tratta di un altro duro colpo inferto alle Soprintendenze, tanto vituperate da Renzi e Franceschini e ora colpite anche dal fu governo del (non) cambiamento” (Il Fatto Quotidiano, 18 agosto 2019).

Peter Assmann, direttore del Palazzo Ducale di Mantova: “gli stranieri non sono più desiderati alla guida dei musei statali. Anche alla Hollberg è stato comunicato con lettera ufficiale che il suo contratto di lavoro termina il 22 agosto. Ci si vuole liberare di noi. Vivo una centralizzazione delle politica come abbiamo conosciuto in Stati governati in maniera dittatoriale e autocratica. Il governo a Roma vuole tenere tutto in mano, con questa riforma si torna indietro completamente rendendo nullo il margine di manovra locale. L’Accademia verrà inglobata negli Uffizi, cosa che storicamente non ha senso. Il posto non verrà rioccupato” (Corriere Fiorentino, 17 agosto 2019, traduzione di un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Der Spiegel).

Valentina Di Stefano, rappresentante CISL in Consiglio Superiore dei Beni Culturali: “i decreti agostani di Bonisoli sono peggio di quanto potevamo aspettarci. [...] Il ministro ha colpito alcune regioni con la mannaia, riducendo al lumicino la presenza del Ministero. Ridurre le sedi dirigenziali sui territori significa ridurre la capacità di azione e di spesa del Ministero in una regione, generando non solo gravi conseguenze sulla efficacia dell’azione di tutela e valorizzazione del patrimonio, ma anche in termini economici”. Sul fatto che le Marche perderanno il segretariato regionale: “è inconcepibile che si indebolisca una regione che si sta rialzando dopo il dramma del terremoto. Le Marche, infatti, perdono la sede del Segretariato, l’ufficio che in questi anni ha svolto un lavoro straordinario, coordinando tutti gli appalti, i cantieri e le attività legate al terremoto. E altrettanto vale per il Molise che avrà un solo dirigente del MiBAC, un abbandono da parte del Ministero di un territorio con un patrimonio culturale e paesaggistico straordinario” (comunicato stampa del 20 agosto 2019).

Vittorio Emiliani, presidente del Comitato per la Bellezza: “Ma dov’è finito il Ministero per i Beni Culturali di Spadolini, di Biasini, di Ronchey? Oggi beni di una rarità assoluta – quali l’Appia Antica e Villa Giulia dedicata agli Etruschi – vengono trattati alla stregua di una partita di carciofi, e i loro reggitori liquidati, uno dopo l’altro, come pedine da spostare qua e là, o da estromettere, come accade al neo-direttore del Parco dell’Appia Antica, Simone Quilici, scelto appena due mesi ed ora, senza formalità di sorta, cancellato da quel sito preziosissimo. Con qualche scusa? Ma per carità. Torna la solita reggente, storica dell’arte, che ha lasciato svendere Palazzo Nordini, una perla, senza esitare (ma c’è una motivazione scritta? Vogliamo leggerla). [...] L’ex ministro Franceschini ha scardinato a fondo il sistema e fatto a pezzi la Soprintendenza archeologica di Roma. Ora Bonisoli disfa, riaccentra, pastrocchia. È agosto, c’è la crisi di governo, ma Roma non può tacere di fronte a questo prevalere del ’mediocri purché fedeli’” (Repubblica, 13 agosto 2019).

Dario Nardella, sindaco di Firenze (PD), sull’accorpamento della Galleria dell’Accademia agli Uffizi: “l’accorpamento è una operazione inspiegabile nata all’ultimo momento. Fa parte di una ’riformicchia’ che spero venga rivista al più presto. E’ stato declassato un museo nazionale di prim’ordine, l’Accademia che non è la ruota di scorta degli Uffizi, è avvilente per Firenze e il patrimonio italiano” (Firenze Today, 14 agosto 2019).

Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera (indipendente di centro destra), dalla sua lettera aperta al ministro Bonisoli: “con amarezza ho registrato la cancellazione del Polo Museale Lucano, con sede a Matera, per l’avvenuta istituzione della Direzione Territoriale Appulo Lucana delle Reti Museali. Tale scelta non può passare sotto silenzio, né rientrare in un automatismo funzionale del MiBAC. Vi è infatti una grave incoerenza storica poiché si privano di un presidio culturale una Regione e una città oggi Capitale Europea della Cultura. Tale scelta mortifica la dimensione internazionale oggi raggiunta da Matera e culminata nelle quattro rassegne: Rinascimento visto dal Sud, Ars Excavandi, La poetica dei numeri primi e Blid sensorium - il paradosso dell’antopocene. È utile ricordare, inoltre, che tale aggregazione territoriale ha ignorato il grande e lungo impegno di Dinu Adamesteanu nel costruire il sistema archeologico lucano. Il grande archeologo volle e seppe esprimere la specificità di un modello che, partendo anche dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici con sede in Matera, espresse professionalità scientifiche quali: Felice Gino Lo Porto, Elena Lattanzi, Angelo Bottini, Massimo Osanna, Giuliana Tocco e Antonio De Siena. Tale modello lucano ha trovato il suo compimento nella costruzione del Sistema Lucano costituito dai Musei Nazionali Archeologici di Matera, di Metaponto, di Eraclea, di Grumento, di Venosa, di Muro Lucano, di Melfi e di Potenza, che per distinzione e qualità non trovano paralleli in Puglia, Regione gratificata peraltro già dall’autonomia speciale del Museo Archeologico Nazionale di Taranto. Questa specificità sistemica è travolta dalla nuova organizzazione ministeriale, perdendo la sua distinzione territoriale e la sua specificità scientifica. Per tali ragioni quale rappresentante di una città ove insiste la Sede Decentrata della Scuola di Alta Formazione dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, esprimo il dissenso per una scelta che, cancellando il Polo Museale Lucano non ha tenuto conto dei ruoli e dei modelli espressi dal territorio Lucano. Se per ragioni di economia funzionale e gestionale tale provvedimento non possa essere rimosso, che sia Matera la sede di tale Nuova Direzione Territoriale, proprio per le ragioni innanzi esposte”.

Stefano Bruno Galli, assessore regionale all’autonomia e alla cultura della Regione Lombardia (Lega Nord): “decisioni senza senso, perchè l’unica strada da perseguire è la regionalizzazione delle politiche di valorizzazione dei beni culturali, sopprimendo le sovrintendenze, catafalchi che risalgono agli anni Trenta”. Sull’accorpamento del Cenacolo Vinciano alla Pinacoteca di Brera: “si tratta di un’iniziativa politica di facciata, perché in questo modo punta a superare un milione di visitatori che è il numero che dovrebbe fare, da sola, una Pinacoteca del livello di Brera. Diverso sarebbe stato creare un polo gestito da una Fondazione di cui facessero parte, oltre al ministero, Regione e Comune” (Il Giornale, 18 agosto 2019).

Orietta Vanin, senatrice e membro della Commissione cultura in Senato (Movimento 5 Stelle): “avevamo domandato l’istituzione della Soprintendenza del mare di cui non si è saputo più nulla, lunedì saremo a Roma e sentiremo quali sono le comunicazioni in merito [...]. Non entro nel merito della riforma, ma l’accorpamento Lombardia e Veneto sarà di difficile attuazione. Un territorio così ampio e così diverso per storia e patrimonio sarà complesso da governare. Inoltre, verrà a mancare quell’attenzione al locale che è necessaria ai beni culturali” (Corriere del Veneto, 17 agosto 2019).

Margherita Corrado, senatrice (Movimento 5 Stelle): “Alla breve esposizione del progetto, il 19 marzo, non è seguito alcun momento di condivisione con la commissione tecnica insediata dal Ministro, né alcun vaglio di bozze. Non si è tenuto conto, inoltre, delle preoccupazioni espresse dai presenti all’incontro, inclusa quella, sostanziale, nei confronti della prospettata ‘dittatura’ del già potentissimo Segretario Generale [...]. Non si comprende come un ulteriore accentramento dei poteri nelle mani del dirigente che nel MiBAC già aveva più degli altri un profilo politico invece che tecnico (e l’ultima frontiera è caduta proprio con la nomina dell’attuale, dipendente della P.A. ma alieno al settore dei beni culturali), possa rispondere alle esigenze del dicastero che il governo giallo-verde ha affidato a Bonisoli, né come detta scelta si concili con la politica culturale pentastellata” (comunicato del 9 agosto 2019).

Sull’argomento, leggi anche l’editoriale di Federico Giannini, direttore responsabile di Finestre sull’Arte, cliccando qua.

Nella foto: il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Ph. Credit Emanuele Santoro

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