Il disegno come invito al collezionismo: intervista a João Mourão e Luís Silva


Ad Artissima 2017 ci sarà una nuova sezione completamente dedicata al disegno, che può essere un invito al collezionismo: ne parliamo con i curatori João Mourão e Luís Silva.

Una delle grandi novità dell’edizione 2017 di Artissima, la grande fiera d’arte contemporanea che quest’anno si svolgerà, per la ventiquattresima volta, a Torino, dal 3 al 5 novembre all’Oval Lingotto Fiere, è la sezione Disegni, interamente dedicata a questa forma espressiva classica ma ancora attuale. Nella sezione riservata ai disegni saranno presenti i lavori di ventisei artisti provenienti da altrettante gallerie. Abbiamo parlato con i curatori, Luís Silva e João Mourão, direttori della Kunsthalle Lissabon, uno dei più attivi ed energici istituti d’arte contemporanea della capitale portoghese. La traduzione dall’inglese è di Ilaria Baratta.

A sinistra Luís Silva, a destra João Mourão
A sinistra Luís Silva, a destra João Mourão

La sezione “Disegni” di Artissima rappresenta una novità assoluta per la manifestazione: avvertite il peso di dare vita a una strada nuova?
Più che un peso, per noi è una sfida. La sezione dei disegni è, appunto, totalmente nuova, quindi è una tabula rasa. La sezione potrà essere tutto ciò che noi vorremo, e non neghiamo che questo aspetto possa essere soverchiante: abbiamo quindi seguito un metodo di lavoro che ci consentisse di restringere il campo, in modo tale da avere una sezione ben calibrata, che possa esplorare il disegno in una maniera complessa, non soltanto come un mezzo, ma anche come un racconto e come una metafora. Per quanto ci riguarda, è proprio questo l’aspetto interessante del disegno, ovvero i modi in cui è stato scandagliato da ogni lato, così da avere un’idea molto ampia di che cosa sia.

Una delle “assi” principali della vostra esperienza alla Kunsthalle Lissabon è la stretta collaborazione con gli artisti: anche per la sezione “Disegni” di Artissima di Torino avete lavorato a stretto contatto con gli artisti?
Sì, il nostro lavoro alla Kunsthalle Lissabon è centrato sulla relazione che, tanto noi curatori quanto l’istituto in sé, stabilisce con l’artista. È un rapporto personale, molto intenso e intimo. Il contesto di una specifica sezione di una fiera d’arte contemporanea è però un qualcosa di molto differente, e se vogliamo avere successo dobbiamo riconoscere questo punto di partenza. Ci sono diversi attori che prendono parte a questa relazione, non si tratta soltanto di pensare a noi e all’artista, come se fosse una mostra personale. Ci sono anche le gallerie, e le relazioni che loro stesse instaurano con gli artisti, e questo gioca un ruolo fondamentale. C’è poi anche la nostra relazione con la galleria, che è ugualmente importante per articolare il progetto. E poi lepreoccupazioni di natura commerciale, dal momento che tutti i soggetti coinvolti, ovvero gli artisti, i galleristi, i curatori, l’organizzazione della fiera, vogliono che ogni presentazione conduca anche al successo commerciale. In definitiva, sono due contesti curatoriali profondamente diversi. Ovviamente però uno non può esistere senza l’altro: tendiamo a pensare a queste relazioni come a quelle che sono presenti in un ecosistema. Essere consapevoli di queste problematiche, di quanto siano differenti ma allo stesso tempo di quanto siano simili, è anche questo parte della sfida.

Che cosa vedremo, nello specifico, ad Artissima?
Nella sezione “Disegni” vedrete una selezione, operata con grande cura, di progetti personali di artisti di generazioni diverse, e provenienti da contesti geopolitici a loro volta molto diversi, che hanno esplorato il disegno in maniere molto differenti: da proposte più tradizionali che considerano il disegno come un mezzo artistico fine a se stesso, a proposte che portano il disegno ai suoi limiti. Crediamo di essere riusciti a presentare tutte le possibilità e tutte le sfide che il disegno comporta, sia agli artisti, sia a noi stessi, sia agli appassionati d’arte.

E voi, invece? Qual è l’obiettivo che vi siete posti?
Come detto poc’anzi, la sezione affronta il disegno in tutta la sua complessità. Vogliamo mostrare il suo scopo sia come strumento che come racconto. Vogliamo invitare il pubblico a pensare al disegno nello stesso modo in cui lo pensano gli artisti.

Che rapporto c’è tra il collezionismo contemporaneo e il disegno, una pratica che tutti immaginiamo più afferente alla storia dell’arte che non all’arte contemporanea?
Il rapporto che intercorre tra disegno e collezionismo è lo stesso che intercorre tra la pittura, la scultura, la fotografia e la curatela. Tuttavia l’aspetto interessante è che il disegno può essere un modo molto speciale ed efficace per invitare le persone a collezionare, magari suggerendo che certi disegni possono essere esposti nelle loro case. Dunque pensiamo che il disegno, e soprattutto una sezione dedicata al disegno in una fiera d’arte contemporanea, sia un modo molto interessante per iniziare il pubblico al collezionismo d’arte. E se una fiera può creare nuovi collezionisti, beh, questo è fantastico!


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Ilaria Baratta

L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta

Giornalista, sono co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. Sono nata a Carrara nel 1987 e mi sono laureata a Pisa. Sono responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.

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