Aquileia, importanti scoperte: forse individuato grande complesso commerciale, sarebbe unico


Importanti scoperte archeologiche ad Aquileia, dove sono stati rinvenuti i resti di quello che fu forse un grande complesso commerciale, che se confermato sarebbe unico in tutto l’Impero Romano. 

Importanti scoperte archeologiche giungono dalla città di Aquileia, dove gli esperti del Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona hanno appena terminato uno scavo, sotto la direzione di Patrizia Basso in collaborazione con Diana Dobreva, e in accordo con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, su concessione ministeriale, e con il sostegno della Fondazione Aquileia che dal 2018 garantisce collaborazione scientifica e finanziaria agli scavi dell’antica città. L’area interessata è quella del Fondo ex Pasqualis, situata all’estremità sud-orientale di Aquileia. Le ricerche sono durate due mesi e si sono avvalse anche della collaborazione di una ventina tra studenti, dottorandi e giovani dottori di ricerca dell’ateneo veronese: le indagini si sono concentrate su tre vaste aree e hanno portato a interessanti risultati che, fa sapere l’ateneo veneto, andranno verificati con la continuazione della ricerca.

Durante i lavori è emerso un quarto lastricato, oltre ai tre già noti dagli scavi degli anni Cinquanta del Novecento e dalle recenti indagini dell’Università di Verona, situato a est degli altri e a una quota più alta, perché probabilmente si adeguava al naturale andamento del terreno. Questa scoperta, spiega l’ateneo, indirizza verso l’ipotesi di un grande complesso commerciale, costituito da almeno quattro edifici paralleli affiancati fra loro, ognuno caratterizzato da un’area scoperta attorniata da portici e botteghe: si tratterebbe di un mercato davvero straordinario per monumentalità e ampiezza, unico nell’Impero, almeno allo stato attuale delle conoscenze, e quindi tale da attestare con particolare evidenza la vitalità di Aquileia come centro di scambi e commerci nel Tardoantico.

Nuove scoperte ad Aquileia
Nuove scoperte ad Aquileia
Nuove scoperte ad Aquileia
Nuove scoperte ad Aquileia
Nuove scoperte ad Aquileia
Nuove scoperte ad Aquileia

I quattro edifici dovevano essere composti in modo modulare, ovvero disposti due a due, lasciando uno spazio intermedio fra loro, dove nello scavo di quest’anno è stata individuata una strada acciottolata, che dal decumano posto a nord del mercato e quindi dall’area della basilica portava al grande centro commerciale: la strada permetteva il passaggio dei numerosi avventori che quotidianamente popolavano questi spazi e dei carri per il trasporto delle merci, come confermano anche le tracce individuate sul suo piano di calpestio. Come dimostrato inoltre nel corso degli scavi condotti in questi anni, al mercato si accedeva anche dal fiume, attraverso una serie di ingressi aperti sul più esterno dei due muri di cinta urbani portati alla luce a sud delle stesse piazze e correlati a rampe per il trasporto delle merci.

Infine, fra le scoperte di quest’anno viene segnalato anche il rinvenimento lungo un muro perimetrale di uno degli edifici di una decina di anfore poste in posizione verticale, segate all’altezza della spalla e quindi mancanti del collo e dell’orlo. La loro funzione andrà chiarita con il seguito dei lavori, ma esse già da ora risultano riferibili a una fase precedente alla realizzazione del mercato, quando nell’area esisteva una banchina fluviale e altre strutture ancora individuate solo parzialmente, perché in gran parte coperte dalle piazze. Di questa banchina nella campagna 2023 è stata messa alla luce una scalinata acquea composta da 4 gradini in arenaria che era funzionale proprio alla discesa verso il fiume.

Infine, parte integrante del lavoro sul campo è stato anche quello svolto negli archivi del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia con la possibilità di riesaminare la documentazione grafica, fotografica e manoscritta lasciata dagli archeologici che hanno indagato l’area in precedenza. Alcune delle loro intuizioni sono state confermate dagli scavi dell’Università di Verona, mentre per altre è stato necessario un’attenta lettura dei dati d’archivio. I risultati di queste ricerche hanno trovato spazio in un primo volume di prossima uscita, in cui si raccontano le vicissitudini di più di un secolo di scoperte archeologiche nell’area.

Durante i mesi di lavoro, lo scavo è sempre rimasto aperto al pubblico, che ogni giorno è stato coinvolto in visite guidate da parte degli studenti veronesi. Tra le attività di comunicazione e racconto dei dati raccolti sono stati organizzati anche due open day che si sono tenuti il 17 giugno e il 23 settembre, a opera della Fondazione Aquileia, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e altri enti che lavorano per la valorizzazione della città.


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