Nuovi scavi ad Aquileia: rinvenute monete d’oro dall'area del mercato e una complessa stratificazione


Nuovi scavi ad Aquileia condotti da un’equipe dell’Università di Verona: tra le scoperte più significative figurano tre monete d’oro molto rare coniate da imperatori.

Un’équipe dell’Università di Verona, del Dipartimento di Culture e Civiltà, sotto la direzione di Patrizia Basso in collaborazione con Diana Dobreva, ha recentemente concluso una nuova campagna di scavi nell’area del Fondo ex Pasqualis, situata all’estremità sud-orientale di Aquileia. Lo scavo è stato condotto su concessione ministeriale, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, e reso possibile dal sostegno costante della Fondazione Aquileia, che dal 2018 finanzia i lavori.
Le indagini, durate tre mesi, hanno coinvolto circa venti tra studenti, dottorandi e giovani ricercatori dell’ateneo veronese e di altre università italiane e straniere. L’équipe ha potuto esplorare oltre 800 metri quadrati di terreno mai indagati prima, ottenendo nuovi importanti dati per ricostruire la storia del sito e, più in generale, dell’antica città.

Il ritrovamento delle tre monete d’oro

Tra le scoperte più significative di questa campagna di scavo figurano tre monete d’oro coniate dagli imperatori Valente, Magno Massimo e Arcadio, databili quindi alla fine del IV secolo d.C. Si tratta di pezzi molto rari e di tre nominali diversi che, più che monete di uso comune, sembrano essere stati doni imperiali destinati a membri di rilievo della corte per celebrare particolari eventi.
Le monete sono state rinvenute sotto il pavimento porticato di uno degli edifici del mercato, su cui continueranno in futuro le indagini, dove potrebbero essere state nascoste in un momento di pericolo e mai più recuperate.

Una delle tre monete d’oro rinvenute durante gli scavi del 2025: solido di Valente (367-375 d.C.), coniato nella zecca di Costantinopoli
Una delle tre monete d’oro rinvenute durante gli scavi del 2025: solido di Valente (367-375 d.C.), coniato nella zecca di Costantinopoli

Le nuove stratificazioni e le fasi precedenti del sito

La campagna del 2025 ha inoltre portato alla luce una complessa stratificazione che ha permesso di comprendere meglio le fasi più antiche dell’area, antecedenti alla costruzione del grande complesso commerciale risalente alla fine del I secolo d.C. sulla base dei materiali raccolti.

Sono emerse altre 19 anfore, che si aggiungono alle 23 individuate nel 2024: probabilmente facevano parte di un sistema di drenaggio e rinforzo del terreno, collegato a un ambiente stretto e lungo riconducibile a magazzini o depositi. Tali strutture probabilmente di stoccaggio sembrano legate alla prima banchina fluviale rinvenuta nell’area, associata a un corso d’acqua più ampio rispetto a quello attuale, confermando la presenza di approdi e scali commerciali con merci che arrivavano dal mare tramite il fiume.

Questi dati suggeriscono che il porto fluviale di Aquileia fosse molto più esteso rispetto al settore occidentale già ampiamente noto, proseguendo verso sud lungo il Natissa e comprendendo strutture destinate al ricovero delle merci.

Il mercato e le vie di accesso

Per quanto riguarda il grande complesso mercantile già indagato negli anni precedenti — composto da sei edifici destinati alla vendita e conservazione di prodotti alimentari come cereali, carne, frutta e verdura — la campagna 2025 ha portato a termine il rinvenimento completo di una strada acciottolata, già parzialmente individuata tra il 2023 e il 2024. Questa via, collegata al decumano settentrionale, permetteva il passaggio di avventori e carri per il trasporto delle merci, come dimostrano i solchi delle ruote ancora visibili sul piano di calpestio.
Gli scavi hanno inoltre documentato un crollo del portico occidentale di uno degli edifici del mercato, che ha restituito numerose cariossidi di cereali combuste, fornendo nuovi spunti per lo studio dell’alimentazione dell’epoca.

Ma la sorpresa più interessante riguarda le tracce di vita successive all’abbandono del mercato: sono stati individuati resti di abitazioni con focolari, ambienti produttivi e una strada più tarda sovrapposta a quella originaria, segno che l’area continuò a essere abitata e frequentata anche dopo la distruzione del complesso.
Infine, il rinvenimento di alcune sepolture prive di corredo, attualmente in fase di analisi al radiocarbonio, testimonia la lunga continuità di frequentazione dell’area.

Durante tutto il periodo dei lavori, lo scavo è rimasto aperto ai visitatori, che hanno potuto partecipare a visite guidate quotidiane curate dagli studenti dell’Università di Verona. Grande successo hanno riscosso anche gli open day del 14 giugno e del 27 settembre, organizzati dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con la Soprintendenza, il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e altri enti impegnati nella valorizzazione del patrimonio cittadino.

La strada acciottolata individuata fra due degli edifici del complesso commerciale
La strada acciottolata individuata fra due degli edifici del complesso commerciale

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