Paestum, grossa polemica sui lavori al teatro di Velia. La direzione precisa


Infuria la polemica in merito ai lavori in corso sul teatro antico di Velia (Parco di Paestum). La direzione del Parco ha oggi rilasciato una nota con alcune precisazioni.

Sono al centro di una grossa polemica i lavori al teatro antico di Velia: il sito archeologico campano fa parte del Parco Archeologico di Paestum ed è al momento oggetto di un cantiere di manutenzione che riguarda proprio il teatro antico. La polemica è stata innescata dall’architetto Raffaele D’Andria che si è scagliato contro l’intervento a suo dire “grave” e “inaccettabile” in alcune dichiarazioni riportate dal quotidiano La Città di Salerno.

A scatenare gli animi, si legge nell’articolo, è “il discutibile impatto visivo prodotto dai lavori di restauro al teatro sovrastato dalla torre medievale e realizzato tra il IV e il III secolo avanti Cristo nel periodo ellenistico al di sopra del precedente edificio assembleare”. Il risultato, si legge ancora nel pezzo, è “un collage di malta bianca che solo il tempo e il muschio potranno antichizzare”. D’Andria stigmatizza anche il titolo del progetto (“Interventi di recupero e integrazione delle sedute del teatro dell’acropoli”), in quanto a suo avviso l’intervento, prosegue La Città, “sembra alludere a un uso funzionale dello stesso, decisione rischiosa per il tecnico, secondo il quale la presenza futura del pubblico potrebbe provocare dei pericolosi cedimenti, dal momento che la base in terra armata non reggerebbe carichi ulteriori a quelli dei blocchi”. Inoltre, D’Andria ha evidenziato anche, ricostruisce il giornale, “l’eccessivo investimento economico per un prodotto inutile e di scarsa qualità in termini di restauro, non nascondendo una lapalissiana ignoranza rispetto all’inestimabile patrimonio trattato”.

A seguito della denuncia di Raffaele D’Andria si è mossa anche la senatrice Margherita Corrado del Movimento 5 Stelle, che ha scritto una lettera al segretario generale del MiBACT, alla Direzione Generale Musei e alla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per chiedere un’ispezione. “I media locali e i canali social”, si legge nella missiva, “hanno reso edotto il Paese, qualche giorno fa, sulle scelte tecniche e le modalità di esecuzione dell’intervento in corso dallo scorso autunno nel teatro ellenistico di Elea-Velia, all’interno del Parco Archeologico omonimo (oggi parte del ‘Parco Archeologico di Paestum e Velia’) mettendo in luce, tra l’altro, se occorre credere a quanto riportato, che la progettazione si deve ad un geometra e il ruolo di RUP è svolto da un ragioniere. Poiché le risate (amare) si sprecano, com’è diventato purtroppo abituale davanti a molte iniziative assunte dagli uffici dirigenziali di livello generale dotati di autonomia speciale con cui codesta Amministrazione gestisce i principali luoghi della cultura italiani, sono a chiedere, facendomi portavoce delle sollecitazioni della comunità locale, che vogliate esercitare, ciascuno per quanto di competenza, i doveri di direzione, indirizzo, coordinamento e controllo che la normativa Vi attribuisce e vogliate tempestivamente disporre un’attenta ispezione, atta ad accertare come sia stato possibile, e perché, arrivare ai deplorevoli risultati che le immagini pubblicate impietosamente documentano. Senza trascurare, ovviamente, i profili d’interesse della magistratura contabile”.

Sono arrivate nel pomeriggio le precisazioni del Parco Archeologico di Paestum e Velia. “Attualmente è in corso un intervento di manutenzione straordinaria nel pieno rispetto della normativa e dei principi fondamentali del restauro, ovvero della riconoscibilità e della reversibilità”, si legge in una nota. “L’intervento consiste nel ripristino delle integrazioni delle sedute che si trovavano in uno stato di degrado avanzato al momento dell’avvio del cantiere, con una malta pozzolanica speciale sviluppata a tale scopo. I materiali e le tecniche adottate non prevedono il contatto diretto tra malte e parti antica, né l’impiego di cemento. Il colore delle parti integrate non sarà quello attualmente visibile, ma di una tonalità più scura che comunque consentirà di distinguere chiaramente l’intervento conservativo dalle strutture originali”.

“Il progetto, diretto dall’arch. Luigi Di Muccio, con la collaborazione del personale tecnico e amministrativo del Parco”, prosegue la nota, “ha una doppia finalità: esso non solo contribuisce a una maggiore tutela e conservazione del monumento, ma ne amplierà anche l’accessibilità. Il precedente restauro, risalente agli anni 2000, infatti, prevedeva esplicitamente l’impossibilità di accedere alla cavea, e dunque di consentire al pubblico una visione ravvicinata del monumento. Il progetto attuale renderà parte della cavea accessibile in sicurezza, sia di giorno sia di notte in quanto provvisto di un nuovo impianto di illuminazione, ispirandosi a una visione di tutela attiva che non si pone in contrasto con la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio, ma tenta di avvicinare il pubblico ai monumenti garantendone al tempo stesso la massima salvaguardia. Onde soddisfare le curiosità del pubblico, come da prassi nei cantieri del Parco, anche quello del teatro di Velia sarà aperto ai visitatori: tutti i venerdì alle ore 15:00, muniti di biglietto d’ingresso, sarà possibile visitare il cantiere con l’accompagnamento di un addetto ai lavori. La prima visita in programma per il 12 febbraio, sarà a cura del direttore del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Gabriel Zuchtriegel, che illustrerà il progetto a tutti gli interessati”.

Nell’immagine, i lavori al teatro di Velia

Paestum, grossa polemica sui lavori al teatro di Velia. La direzione precisa
Paestum, grossa polemica sui lavori al teatro di Velia. La direzione precisa


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