Pontremoli, esposta al Museo delle Statue Stele la magnifica testa ritrovata a marzo


La magnifica testa di statua stele ritrovata in un campo a marzo è esposta al pubblico al Museo delle Statue Stele a Pontremoli. Ma non solo: altri cinque reperti entrano nelle collezioni del museo lunigianese.

La magnifica testa di statua stele ritrovata lo scorso marzo in un campo sul Monte Galletto nei pressi di Pontremoli entra adesso a far parte dell’esposizione permanente del Museo delle Statue Stele Lunigianesi del Castello del Piagnaro, l’istituto della città della Lunigiana che espone questi antichi manufatti, simbolo dei Liguri Apuani che abitavano queste terre diversi millenni or sono. Si è trattato di una scoperta eccezionale: le statue stele sono infatti manufatti rarissimi (al momento se ne conservano circa 80, la maggior parte dei quali si trova proprio nel Museo delle Statue Stele, l’unico museo dedicato a questi oggetti sacri) e trovarne una, e peraltro in condizioni così buone, non è materia di tutti i giorni.

La testa in questione, una testa femminile, secondo il direttore del museo, Angelo Ghiretti, risale all’età del rame (circa 5.000 anni fa). Si presenta con la classica forma a mezza luna tipica delle statue del gruppo “B” (uno dei tre gruppi in cui vengono divise le stele: quelle con la testa a mezzaluna staccata dal tronco sono, appunto, le statue del gruppo B), e gli orecchini stilizzati che porta vicino agli occhi rivelano in maniera indiscutibile il suo genere.

La testa, entrata nel catalogo delle statue stele col nome di “Pontremoli Monte Galletto 85” (ogni statua stele prende nome dal sito di ritrovamento), è un pezzo autentico perché, come hanno riscontrato gli esperti del museo pontremolese, sulla superficie dell’opera sono stati ritrovati particolari di lavorazione che non possono essere riprodotti da un artigiano contemporaneo: in particolare, la testa presenta evidenti segni di usura risultanti dall’utilizzo della tecnica della bocciardatura con ciottoli tenaci. Era il metodo di lavorazione con cui venivano realizzate le statue stele, che non erano prodotte con strumenti di metallo ma con pietre molto dure e resistenti, che lasciavano sulla superficie segni che si sarebbero poi usurati a causa dell’azione plurimillenaria degli agenti atmosferici. Sulla superficie della testa sono stati poi riscontrate anche alcune scalfiture dovute ad aratura con aratri e zappe meccaniche (la testa è stata ritrovata fortuitamente in un campo arato).

La testa è andata ad arricchire la raccolta del Museo delle Statue Stele, assieme ad altri cinque reperti, in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia del 18-19-20 Giugno, organizzate in Italia dal Ministero della Cultura – Direzione generale musei: i sei nuovi reperti, recuperati o scoperti negli ultimi anni, sono stati presentati a pubblico e studiosi sabato 19 giugno, e a partire da quest’ultima data sono visibili nel museo.

La stele Campoli e la testa di stele Caprio, già in condizioni di progressivo degrado dovuto agli agenti meteorici, sono state tolte dall’ambiente esterno e integrate al percorso museale, e col sostegno di Rotary Club Lunigiana è stato possibile sostituire gli originali con calchi identici da esterno. Ancora, il deposito del frammento di testa di stele Levanto, per decreto ministeriale datato 30 Marzo 2021, è stato concesso al Museo delle Statue Stele Lunigianesi che si è reso disponibile a fornirne copia sia al Museo Archeologico della Spezia, che espone originali e calchi, che alla Mostra Permanente della Cultura Materiale in Levanto. Assieme alla testa di Levanto sarà esposta, come detto, l’ultima testa di stele ritrovata, la Pontremoli Monte Galletto che, proprio con la testa di Levanto, indica i limiti geografici di distribuzione delle statue stele: il frammento proveniente da Levanto il massimo limite ovest, la Monte Galletto quello a Nord.

Ancora, al termine del percorso saranno esposti il doccione settecentesco recentemente rinvenuto al castello del Piagnaro ed un singolare faciòn guardiano sessuato (il “faciòn”, cioè “faccione”, è un’antica testa apotropaica tipica dell’arte popolare della Val di Vara e della Val di Magra), recuperato cinquant’anni fa nella valle di Rossano-Zeri, già Collezione Germano Cavalli, acquistato e donato al Museo dal direttore Angelo Ghiretti. Il legame dei fación con le stele, solo indiretto, sta nel fatto che quando furono ritrovate teste di statue stele, furono talora reimpiegate sui portali (Aulla-Calamazza) o in loro immediata prossimità (Caprio) proprio come con i fación della tradizione popolare lunigianese.

Nella foto, la Pontremoli Monte Galletto 85

Pontremoli, esposta al Museo delle Statue Stele la magnifica testa ritrovata a marzo
Pontremoli, esposta al Museo delle Statue Stele la magnifica testa ritrovata a marzo


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