Come sta la Torre di Pisa? Dopo 850 anni le sue condizioni sono eccellenti


Partiranno a breve le celebrazioni per l’anniversario numero 850 della posa della prima pietra della Torre di Pisa: è stato costituito un apposito comitato. Nel frattempo oggi, con un convegno, è stato fatto il punto sul suo stato di salute: la Torre, dopo il “raddrizzamento” del 1999, gode di ottima salute. 

Con quasi un anno di anticipo sulla data dell’anniversario numero 850 della posa della prima pietra del Campanile del Duomo di Pisa, famoso in tutto il mondo come la Torre di Pisa, la cui costruzione cominciava il 9 agosto 1173, si è ufficialmente costituito il comitato che organizzerà e gestirà le celebrazioni dell’evento. Il Comitato, presieduto da Pierfrancesco Pacini, presidente dell’Opera della Primaziale Pisana, e sotto la presidenza onoraria dell’arcivescovo di Pisa, monsignor Giovanni Paolo Benotto, e del sindaco di Pisa, Michele Conti, nasce dall’idea di Paolo Castaldi, consulente e sales manager, e dell’impulso strategico di Leonardo Ristori, marketing manager e giornalista, che l’Opera della Primaziale Pisana ha accolto con favore aderendovi con completo coinvolgimento.

Il Comitato è composto da Patrizia Paoletti Tangheroni, Olivia Castaldi, Sara Pirola, Marcello Lazzeri, Stefano Mecenate, Laura Meoli, Gianluca De Felice, Pino Toscano e Antonio Schena. Il Comitato gestirà le celebrazioni dell’anniversario occupandosi degli aspetti decisionali ed esecutivi, con il supporto propositivo e consultivo di una commissione tecnico-scientifica a cui partecipano il professor Nunziante Squeglia (Dipartimento di Ingegneria Edile, Università di Pisa), il professor Fabio Beltram e la professoressa Giulia Ammannati (Scuola Normale Superiore), il professore e rettore Paolo Mencarella e la professoressa Chiara Bodel (Dipartimento di Informatica, Università di Pisa), il professor Massimo Dringoli (assessore per il patrimonio edilizio), il professor Stefano Renzoni (storico dell’arte e scrittore), Giuseppe Meucci (giornalista e scrittore), la professoressa Gabriella Garzella (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Università di Pisa), il professor Diego Fiorini (storico dell’arte).

Il comitato è stato presentato questa mattina a Pisa, presso l’auditorium Toniolo, nell’ambito di un convegno con cui è stato fatto il punto sullo stato di salute della Torre di Pisa: a dare informazioni sulle condizioni in cui si trova il Campanile sono stati Claudio Viggiani, che ha fornito informazioni sullo stato del monumento, Donato Sabia che si è concentrato sul tema del monitoraggio, Nunziante Squeglia che ha fatto il punto sull’aggiornamento della strumentazione, Marica Mercalli e Paolo Iannelli che hanno parlato del Piano Straordinario di Monitoraggio e Conservazione dei Beni Culturali, Roberto Cela e Anna De Falco che invece hanno parlato del monitoraggio satellitare. A introdurre i lavori, Pierfrancesco Pacini e Salvatore Settis, presidente del Gruppo di Sorveglianza del Campanile.

Dal monitoraggio è emerso che la Torre di Pisa gode di un ottimo stato di salute: la Torre, così come gli altri edifici della Piazza del Duomo, sono oggetto di costante attenzione, grazie a strumenti di monitoraggio che permettono agli esperti di valutare in maniera accurata le loro condizioni. In particolare dopo l’intervento di sottoescavazione del 1999, con il quale la Torre di Pisa è stata di fatto “raddrizzata” di 460 millimetri, il movimento del Campanile è stato stabilizzato. Il comitato internazionale coordinato all’epoca dal professor Michele Jamiolkowski, del quale hanno fatto parte Salvatore Settis, Claudio Viggiani e del quale Nunziante Squeglia è stato un importante braccio operativo, ha dimostrato che questa sottoescavazione ha portato il Campanile in una condizione di assoluta sicurezza rispetto al fenomeno di instabilità dell’equilibrio di cui era affetto. Negli ultimi 23 anni, il Campanile ha infatti continuato a “raddrizzarsi” con un moto lentissimo e progressivamente sempre più lento. L’intervento del comitato aveva fatto diminuire lo strapiombo di circa 40 centimetri, a questi si sono gradualmente aggiunti altri 4 centimetri circa. E quindi, la salute del Campanile è andata ancora migliorando.

Attualmente, la Torre, assieme a Duomo, Camposanto e Battistero, è al centro di un accordo quadro tra il Ministero della Cultura, l’Opera della Primaziale Pisana e l’Università di Pisa, sottoscritto a maggio scorso, che prevede lo sviluppo di forme di collaborazione per porre in essere lo svolgimento di attività di studio e ricerca relative al monitoraggio terrestre e satellitare degli edifici del Campo dei Miracoli e delle mura urbane, e al suo uso combinato con dati di archivio finalizzato alla valutazione e gestione dei rischi cui sono soggetti.

L’accordo rientra nel più ampio “Piano straordinario di Monitoraggio e conservazione dei beni culturali immobili” adottato dal Ministero della Cultura dopo il crollo del ponte di Genova: il Piano ripropone i principi ispiratori della Carta del Rischio del Patrimonio Culturale, elaborata nei primi anni Novanta dall’Istituto Centrale del Restauro, per promuovere la gestione attiva e consapevole del patrimonio culturale fondata sulla conoscenza del patrimonio e del rischio a cui è sottoposto. Scopo finale del Piano è la sicurezza e la conservazione da attuare mediante la prevenzione, la riduzione del rischio e la minimizzazione degli interventi sul patrimonio.

La Piazza del Duomo è uno dei siti in cui è da tempo attivo un monitoraggio: nell’ambito dell’accordo quadro, al monitoraggio terrestre con strumenti tradizionali si aggiungerà anche il monitoraggio satellitare che si avvale dei dati satellitari per riconoscere il degrado dei manufatti e i fenomeni degenerativi. Al momento nella Piazza del Duomo sono presenti diversi caposaldi per le misure di livellazione, concentrati perlopiù attorno alla Torre: i dati di livellazione altimetrica disponibili sono presenti dal 1927. In particolare, le livellazioni di precisione sono state condotte dall’Istituto Geografico Militare fino agli anni Ottanta, poi dal Politecnico di Milano fino al 2012, e poi dall’Università di Pisa. Il sistema di monitoraggio è installato anche sul fusto della Torre: si tratta di misure per il controllo dell’inclinazione e per la previsione dell’andamento futuro del fenomeno, anche in vista della salvaguardia da problemi strutturali.

Il protocollo attuativo dell’accordo prevede ora due principali attività: il confronto tra monitoraggio terrestre e monitoraggio satellitare, e l’istituzione di un sistema di monitoraggio integrato. Il confronto avverrà sulla Piazza del Duomo e la messa a punto del sistema di monitoraggio integrato coinvolgerà tutto quanto il centro storico di Pisa. Il confronto tra monitoraggio terrestre e monitoraggio satellitare si attuerà in due fasi: una prima di confronto coi dati storici satellitari, ricostruiti da immagini a partire dal 1992, e i dati storici degli strumenti terrestri. Il confronto avverrà poi anche in tempo reale, con nuove misure terrestri e da satellite in contemporanea (ditta incaricata delle elaborazioni satellitari è NHAZCA, startup della Sapienza di Roma, mentre delle elaborazioni terrestri si occuperà Eurotec di Pisa). Le misurazioni terrestri saranno ottenute da una stazione totale di precisione automatizzata, che verrà utilizzata fino alla fine del progetto. Al momento, l’Opera della Primaziale è impegnata a installare strumenti che consentiranno di operare il confronto in tempo reale: dai corner reflector (dispositivi metallici in grado di riflettere in modo stabile e permanente il segnale del satellite) ai prismi riflettenti. L’istituzione di un monitoraggio combinato, obiettivo più difficile da raggiungere, richiede conoscenza delle potenzialità del sistema satellitare e consapevolezza del comportamento strutturale di ogni manufatto con relative criticità, onde poter individuare le grandezze da misurare, l’intervallo di valori di interesse e i valori che indicano le situazioni critiche. Per questo obiettivo verrà fatto uso di modelli geometrici informati dei manufatti e di modelli di calcolo, ciascuno di essi con specifiche finalità. I modelli geometrici serviranno per organizzare le informazioni e operare una sintesi (per esempio con la georeferenziazione degli elementi costruttivi), mentre il modello di calcolo servirà per fornire indicazioni sullo stato di salute delle strutture e consentire di effettuare previsioni di funzionamento in situazioni diverse e future. L’Opera sta anche sperimentando nuovi metodi diagnostici non distruttivi che potranno fornire informazioni sullo stato deformativo delle strutture, e nuovi metodi di rappresentazione che consentano di sintetizzare in un unico modello tutte le informazioni e i dati interessanti per la comprensione del comportamento strutturale dei monumenti. Il progetto sarà dunque anche una importante occasione di ricerca, oltre che un’opportunità per comprendere meglio i monumenti della piazza in vista di garantire la loro sicurezza.

“Il ricordo di quel 6 gennaio 1990, giorno in cui fu chiuso il Campanile, appare oggi lontano per il tempo passato e perché ormai quotidianamente centinaia di turisti provenienti da tutte le parti del mondo risalgono i trecento scalini che dalla base conducono fino alla sommità della cella campanaria”, dichiara il presidente Pacini. “Ancor più lontane e superate le sensazioni, le ansie per le difficilissime e coraggiose scelte e le emozioni liberatrici vissute in anni di intensi studi e lavori a fianco dell’ultimo comitato internazionale per la salvaguardia della Torre, il 17°, presieduto dal professor Michele Jamiolkowski. Questo comitato, nel corso di più di dieci anni, ha centrato uno scopo che sembrava impossibile da raggiungere e, riducendo l’inclinazione del Campanile di circa 1900 arcosecondi, corrispondenti a una diminuzione dello strapiombo della settima cornice rispetto al piano di fondazione di ben 460 millimetri, ha riportato il nostro celebre monumento alle condizioni di preesistenza databili ai primi dell’Ottocento. La riconoscenza e l’ammirazione nostra e di tutto il mondo scientifico e culturale per questo risultato e soprattutto per le modalità con le quali è stato raggiunto, sono da attribuire alle caratteristiche di un intervento che, pur nella drammaticità delle condizioni al contorno, ha risolto il problema senza minimamente modificare le caratteristiche del monumento, nel rispetto assoluto della sua unicità e originalità. Oggi, riportata in condizioni di stabilità, la Torre è ancora sotto controllo attraverso un gruppo di sorveglianza, presieduto dal professor Settis e composto dal professor Viggiani e dal professor Sabia che ha il delicato compito di controllare i suoi movimenti. È stata quindi l’occasione di parlare del suo stato di salute e, con quasi un anno di anticipo, iniziare i festeggiamenti dell’850° anniversario della posa della prima pietra e per questo annunciare la costituzione di un apposito comitato, nato spontaneamente dalla volontà di alcuni cittadini pisani, supportato da un prestigioso comitato scientifico, che organizzerà le celebrazioni di tale evento, avviando tutte le iniziative ritenute utili e opportune, in accordo con le istituzioni cittadine, come convegni, eventi espositivi, concerti, iniziative con le scuole e le università, concorsi letterari. Il comitato direttivo con il supporto del comitato scientifico sta lavorando in queste settimane per sviluppare un programma di iniziative da realizzare nel corso del 2023”.

“Il Gruppo di Sorveglianza della Torre che mi onoro di presiedere”, ha dichiarato Salvatore Settis, “lavora tenendo presenti tre punti fondamentali. Il primo è la straordinaria impresa e il successo delle tecniche di riduzione della pendenza della Torre. Il secondo è l’impatto che le tecnologie, nel tempo, anche dopo il giorno in cui la Torre è stata riaperta al pubblico, hanno avuto sul monumento. Le tecnologie continuano a svilupparsi, ed è necessario che questo sviluppo si riscontri in una sintonia tra le istituzioni: l’Opera della Primaziale, istituzione molto antica, prestigiosissima e piena di meriti, ha sempre seguito e sempre seguirà i monumenti della Piazza con la massima cura, e accoglie anche importanti sinergie come quella con il Ministero della Cultura. Infine l’ultimo punto è la cultura della conservazione preventiva, di cui ha parlato molto a lungo anni fa Giovanni Urbani, grande direttore dell’Istituto Centrale del Restauro, il quale ha messo a frutto l’idea della conservazione programmata, di cui la Torre di Pisa rappresenta oggi uno dei massimi esempi: non soltanto è stata curata da una malattia, la pendenza, riducendola e riportandola ai livelli del 1810, ma è oggetto di un sistema di monitoraggio straordinariamente sofisticato che però dev’essere in continuazione aggiornato e messo a punto”.

“Per essere un paziente con 850 anni d’età, un fuori piombo di circa 5 metri e un cedimento di oltre tre metri, lo stato di salute del Campanile è eccellente”, spiega il professor Viggiani. “Per restare nella metafora medica, tutti ricorderanno che il paziente è stato operato 23 anni fa; attraverso una serie di perforazioni (una sorta di angioplastica) venne asportata una piccola quantità di terreno al di sotto del lato Nord della fondazione, provocando una impercettibile riduzione della pendenza. Il monitoraggio del campanile ha ricoperto un ruolo importante sia nella individuazione delle cause della pendenza, sia nella definizione delle contromisure atte a stabilizzare il monumento. Per questo motivo all’atto dello scioglimento del comitato internazionale, su indicazione del ministero competente, è stato nominato un gruppo di sorveglianza con il compito di seguire l’evoluzione dei movimenti della Torre e affrancare l’Opera della Primaziale nel delicato compito di conservazione della Torre”.

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