Mario Ceroli, lo scultore che ha abolito il tutto tondo. Vita, opere, stile


Mario Ceroli è uno degli scultori italiani più noti del secondo Novecento, celebre per aver abolito il tutto tondo. La vita, le opere, lo stile.

Mario Ceroli (Castel Frentano, 1938) è uno scultore e scenografo noto per aver “abolito” il tutto tondo in scultura, risultando un innovatore di questa tecnica, ed è diventato celebre per l’introduzione di una figura ricorrente, la silhouette. Ceroli utilizzava il legno, suo materiale preferito, per intagliare delle figure umane stilizzate che produceva in serie ed affiancava in sequenza. In alcuni casi, le silhouette venivano disegnate.

Un altro tema ricorrente della sua produzione sono le citazioni di Leonardo da Vinci, ha prodotto infatti diverse rielaborazioni personali del celebre Uomo Vitruviano, una delle quali si trova nell’Aeroporto di Fiumicino, proprio dedicato a Leonardo, e un’altra a Vinci (leggi qui un approfondimento sull’opera). Porta la sua firma anche una grande statua di un cavallo alato che si nota all’ingresso degli studi della Rai a Saxa Rubra. Ceroli si è inoltre cimentato nella creazione di allestimenti scenici per il teatro, il cinema e la televisione.

Mario Ceroli
Mario Ceroli nel 1970. Foto di Paolo Monti

La vita di Mario Ceroli

Mario Ceroli nasce il 17 maggio 1938 a Castel Frentano, piccolo paese in Abruzzo, in provincia di Chieti, ed in seguito si sposta a Roma dove studia all’Accademia di Belle Arti. Qui conosce gli scultori Leoncillo Leonardi, Pericle Fazzini e Ettore Colla, e con loro compie la sua formazione diventando anche assistente di Colla. Grazie a questi contatti, Ceroli si interessa alla lavorazione della ceramica, ma presto predilige il legno, e grazie ad alcuni lavori viene insignito nel 1958 del premio per la giovane scultura italiana. Questa propensione per materiali di origine umile lo rende a tutti gli effetti un precursore del gruppo Arte Povera, e non a caso partecipa con le sue opere ad alcune mostre del collettivo alla fine degli anni Sessanta.

Proprio negli anni Sessanta, Ceroli si appassionò molto alla Pop Art statunitense ed in particolare ai lavori di Louise Nevelson e Joe Tilson, le cui influenze saranno presenti nelle sue opere, in particolare nelle sue celebri silhouette. Una delle opere di questa tipologia, Cassa Sistina, è stata anche premiata alla Biennale di Venezia nel 1966.

Nel 2007 è stata organizzata una mostra con una selezione delle sue opere in occasione della riapertura del Palazzo delle Esposizioni di Roma, dopo un lungo periodo di chiusura per restauri. Lo scultore si è creato nel corso degli anni un proprio spazio in cui poter sia vivere che lavorare, grande ben 3000 metri quadrati, collocato alle porte di Roma. All’interno della residenza sono conservate circa 500 opere che continuano ad aumentare nel tempo. L’intenzione di Ceroli sarebbe quella di poter aprire le porte della sua imponente casa-museo al pubblico, così da renderla uno spazio fruibile che possa diventare anche da stimolo per le nuove generazioni di artisti.

Mario Ceroli, L’ultima cena (1965; legno, 147 x 230 x 65 cm; Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea)
Mario Ceroli, L’ultima cena (1965; legno, 147 x 230 x 65 cm; Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea)
Mario Ceroli, L’Uomo di Leonardo (1964; proprietà dell’artista. Courtesy Mario Ceroli, Roma)
Mario Ceroli, L’Uomo di Leonardo (1964; proprietà dell’artista. Courtesy Mario Ceroli, Roma)
Mario Ceroli, Squilibrio (1987; legno, altezza 400 cm ca.; Fiumicino, Aeroporto “Leonardo da Vinci”). Ph. Credit Aeroporti di Roma
Mario Ceroli, Squilibrio (1987; legno, altezza 400 cm circa; Fiumicino, Aeroporto “Leonardo da Vinci”). Foto Aeroporti di Roma
Mario Ceroli, L’Uomo di Vinci (1987; legno, altezza 400 cm ca.; Vinci, Piazza del Castello). Ph. Credit Francesco Bini
Mario Ceroli, L’Uomo di Vinci (1987; legno, altezza 400 cm ca.; Vinci, Piazza del Castello). Foto di Francesco Bini
Mario Ceroli, Cassa Sistina (1966; pino di russia, 200 x 300 x 230 cm; proprietà dell’artista. Courtesy Mario Ceroli, Roma)
Mario Ceroli, Cassa Sistina (1966; pino di Russia, 200 x 300 x 230 cm; proprietà dell’artista. Courtesy Mario Ceroli, Roma)

Lo stile e le opere di Mario Ceroli

Ceroli fu un innovatore nella scultura, poiché l’intenzione che ha animato la sua pratica è stata quella di abolire il tutto tondo. I primi lavori scultorei di Ceroli sono datati al 1957 e realizzati con il legno, il materiale che preferiva maggiormente all’epoca. Consistono, infatti, in tronchi di alberi lavorati, nei quali inserisce alcuni chiodi. Negli anni Sessanta, Ceroli entra in contatto con la Pop Art ed inizia a ragionare sui materiali e le forme, approdando all’idea delle sagome, anche dette silhouette, ovvero delle figure umane stilizzate intagliate nel legno grezzo privo di pittura, quindi lasciato con il suo colore naturale. Spesso Ceroli le produceva in serie, ponendole una di fronte all’altra oppure affiancate, dando vita ad una delle sue cifre stilistiche più marcate e riconoscibili. Tra le opere più conosciute si ricordano Ultima cena (1965) e Uomo di Leonardo (1964), due lavori in cui, per altro, cita in modo esplicito le opere di Leonardo da Vinci. Spesso Ceroli era solito inserire nelle sue opere delle citazioni di grandi opere del passato, tra cui i capolavori di Michelangelo, Paolo Uccello e Giorgio de Chirico. Ha realizzato nel 1967 un’altra versione dell’Uomo di Leonardo, dal titolo Squilibrio, che oggi è presente nell’Aeroporto di Fiumicino “Leonardo da Vinci”, e un altro Uomo Vitruviano (1997) trent’anni dopo, che ha poi donato al suo paese d’origine Castel Frentano. La scultura è collocata nella piazza antistante la chiesa della Madonna della Concezione. In alcuni casi, le silhouette sono connesse allo spazio circostante, come in Cassa Sistina (1966), oppure vengono tracciate con la tempera o l’inchiostro, come in La porta, il cenacolo (1981), Giorno e Notte (1982). Spesso propone anche silhouette di oggetti, oltre a quelle umane.

Negli anni Ottanta, Ceroli realizza alcuni lavori che divennero molto celebri, primo dei quali è il Cavallo alato (1987), grande statua in legno verniciata in oro che dal 1990 accoglie, posto su di una collina artificiale, chi entra negli studi Rai di Saxa Rubra. La collina è stata creata per due motivazioni, sia per permettere una migliore visibilità della scultura, sia per esprimere il concetto di rinascita. Nel sito in cui sorge la scultura sono stati applicati alcuni effetti visivi, come l’inserimento di alcuni ciottoli bianchi illuminati da led di colore blu che ricordano l’acqua del mare, inoltre per fare in modo che la finitura dorata potesse risultare luminosa anche di notte è stato integrato un proiettore con un fascio di luce molto potente, così da garantire un impatto visivo di grande effetto.

Realizzò poi nel 1988 la Casa del Nettuno, un contenitore in legno che nascondeva la statua del Nettuno a Bologna durante i restauri, sul quale Ceroli delinea una silhouette dal nome Uomo galleggiante. In occasione dei Mondiali di Calcio del 1990, che si sono svolti in Italia, ha inoltre realizzato una imponente statua alta oltre 16 metri dal titolo Goal Italia ‘90, in legno con l’inserto di elementi in acciaio zincato in corrispondenza dei nodi e dei sostegni agganciati al suolo. L’opera è un doppio richiamo sia agli esagoni che compongono i classici palloni da calcio, che agli studi leonardeschi e in generale agli studi filosofici e cosmogonici del Rinascimento. Inizialmente collocata in zona Eur, nei pressi del Pala Lottomatica, è stata poi spostata vicino allo stadio Flaminio dove si trova ancora oggi.

Ceroli si è inoltre cimentato molto di frequente con allestimenti scenici per il teatro, il cinema e la televisione, e ha anche realizzato progetti per la realizzazione di chiese e dei loro arredi interni. Ha collaborato con il Teatro Stabile di Torino realizzando La grande Cina (1968), in cui utilizza le silhouette muovendole nello spazio come se fossero sospese, e si è anche occupato della scenografia della Norma di Vincenzo Bellini per la Scala di Milano, nel 1972. Alcuni tra i lavori più recenti di Ceroli comprendono un gruppo scultoreo in terracotta e marmo dal titolo Silenzio: ascoltate! (2007), una sorta di tratto di cavea teatrale collocata nella piazza Bambini e Bambine di Beslan di Firenze, su cui si slanciano le sagome di “geni fiorentini” quali Dante, Giotto, Ghiberti, Brunelleschi, Masaccio, Cellini, Cosimo il Vecchio, Lorenzo il Magnifico, Botticelli, Michelangelo, Leonardo, Amerigo Vespucci, Antonio Meucci e Roberto Benigni; e infine uno degli ultimi lavori documentati risulta essere la commissione giunta nel 2008 dalla città di Siena per realizzare il drappellone del famoso Palio.

Mario Ceroli, Giorno e Notte (1982; legno, 120 x 120 cm ciascuno)
Mario Ceroli, Giorno e Notte (1982; legno, 120 x 120 cm ciascuno)
Mario Ceroli, Cavallo alato (1987; bronzo; Roma, Studi Rai di Saxa Rubra)
Mario Ceroli, Cavallo alato (1987; bronzo; Roma, Studi Rai di Saxa Rubra)
Mario Ceroli, Casa del Nettuno (1988; pino di Russia)
Mario Ceroli, Casa del Nettuno (1988; pino di Russia)
Mario Ceroli, Silenzio: ascoltate! (2007; legno; Firenze, piazza Bambini di Beslan)
Mario Ceroli, Silenzio: ascoltate! (2007; legno; Firenze, piazza Bambini di Beslan). Foto di Francesco Bini

Dove vedere le opere di Mario Ceroli

Le opere di Ceroli sono presenti sia in importanti sedi espositive italiane, che in luoghi pubblici. Proprio a Castel Frentano, paese di nascita dello scultore, si trova una versione dell’Uomo Vitruviano (1997) in una delle piazze principali. Anche all’aeroporto di Fiumicino è presente un’altra versione della stessa opera, dal titolo Squilibrio (Uomo vitruviano) (1967). Un’ulteriore versione della stessa opera, del 1987, si trova a Vinci in piazza del Castello.

Sempre a Roma, si ricorda la presenza della statua Goal Italia ’90, attualmente posta nei pressi dello stadio Flaminio, anche se come già si sottolineava versa in uno stato di abbandono, e del Cavallo alato (1987) davanti gli studi della Rai a Saxa Rubra. Alla GNAM - Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma è presente, inoltre l’Ultima cena (1965).

Ancora, è possibile recarsi in due chiese per ammirare gli interni curati da Ceroli, si tratta della chiesa di San Lorenzo a Porto Rotondo (1971) e la chiesa di Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca (1987). Infine, un’opera di Ceroli dal titolo Balcone (1966) si trova a Spoleto, nel Museo Carandente, e nel CSAC - Centro studi e archivio della comunicazione di Parma vi è un fondo dedicato a Ceroli, solo parzialmente consultabile, formato da due sculture una delle quali risulta essere La grande Cina (1968).


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