Giulio Paolini dona al Castello di Rivoli la sua opera “Le Chef-d'œuvre inconnu”


Importante acquisizione per il Castello di Rivoli - Museo d’Arte Contemporanea: Giulio Paolini ha infatti deciso di donare al museo torinese la sua opera “Le Chef-d’œuvre inconnu”.

In occasione della sua personale al Castello di Rivoli, Giulio Paolini (Genova, 1940) ha donato al Museo la grande installazione Le Chef-d’œuvre inconnu, opera del 2020 che accoglie i visitatori nella Sala 18. L’installazione, che entra dunque a fare parte della Collezione permanente del museo, prende le mosse da Disegno geometrico, 1960, una tra le opere più importanti dell’artista. Il titolo si riferisce alla squadratura della tela, primo atto del pittore. Disegno geometrico è una tela rettangolare dipinta di bianco, sulla quale Paolini ha “scelto di copiare, nella giusta proporzione, il disegno preliminare di qualsiasi disegno, cioè la squadratura geometrica della superficie” (leggi anche la nostra recente intervista all’artista).

Nella sala al secondo piano della Residenza Sabauda, le lunghe linee segnate a terra corrispondono alla traccia delle mediane e delle diagonali di Disegno geometrico, mentre ciascuno degli otto punti di squadratura è scandito dalla presenza di un cavalletto da pittura con una teca trasparente. Ogni teca accoglie frammenti cartacei di schizzi e ritagli provenienti dallo studio dell’artista a Torino. Appesa dall’alto e installata al centro della sala definito da un nono cavalletto vuoto, è presente un’ulteriore teca, la cui presenza porta a nove il numero delle teche e relativi cavalletti presenti nell’installazione. “Visitare la grande installazione Le Chef-d’œuvre inconnu”, scrive la curatrice Marcella Beccaria, “è come camminare tra le idee di Giulio Paolini e vederle prendere forma davanti ai nostri occhi. La presenza di quest’opera nella collezione permette al Castello di Rivoli di documentare il fondamentale percorso dell’artista, dagli esordi nell’ambito dell’Arte povera al presente”.

Inoltre, per celebrare il finissage della mostra, domenica 16 maggio 2021 alle ore 12 il Castello di Rivoli organizza un incontro in cui sarà presentato il catalogo della mostra alla presenza dell’artista, della direttrice del museo, Carolyn Christov-Bakargiev, e della curatrice della mostra, Marcella Beccaria. L’importante pubblicazione è divisa in due volumi: il volume I, Giulio Paolini. “Le Chef-d’œuvre inconnu” racconta la mostra attraverso nuovi saggi di Carolyn Christov-Bakargiev e di Marcella Beccaria e immagini delle opere esposte. Gli apparati scientifici documentano la storia espositiva dell’artista al Castello di Rivoli. Il volume II, Giulio Paolini. Recital. Scritture in versi 1987-2020 è incentrato sui versi dell’artista, introdotti da un nuovo testo di Andrea Cortellessa. Giulio Paolini ha disegnato il progetto grafico per le copertine dei due volumi e ideato la nuova opera Senza titolo, 2020, per l’interno della sovraccoperta.

Giulio Paolini, nato il 5 novembre 1940 a Genova, risiede a Torino ed è uno dei più importanti artisti italiani degli ultimi anni. La sua poetica verte su tematiche che interrogano la concezione, il manifestarsi e la visione dell’opera d’arte. Dalle prime indagini intorno agli elementi costitutivi del quadro, l’attenzione si è orientata in seguito sull’atto espositivo, sulla considerazione dell’opera come catalogo delle sue stesse possibilità, così come sulla figura dell’autore e il suo mancato contatto con l’opera, che gli preesiste e lo trascende.

Dalla sua prima partecipazione a un’esposizione collettiva (1961) e dalla sua prima personale (1964) ha tenuto numerose mostre in gallerie e musei di tutto il mondo. Tra le maggiori antologiche si ricordano quelle al Palazzo della Pilotta a Parma (1976), allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1980), al Nouveau Musée di Villeurbanne (1984), alla Staatsgalerie di Stoccarda (1986), alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (1988), alla Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum di Graz (1998), alla GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino (1999), alla Fondazione Prada a Milano (2003), al Kunstmuseum di Winterthur (2005), al MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma (2013) e alla Whitechapel Gallery a Londra (2014). Tra le personali più recenti si distinguono quelle al Center for Italian Modern Art a New York (in dialogo con opere di Giorgio de Chirico, 2016) e alla Fondazione Carriero a Milano (2018). Ha partecipato a diverse mostre di Arte povera ed è stato invitato più volte alla Documenta di Kassel (1972, 1977, 1982, 1992) e alla Biennale di Venezia (1970, 1976, 1978, 1980, 1984, 1986, 1993, 1995, 1997, 2013). Dal 1969 ha realizzato anche scene e costumi per rappresentazioni teatrali, tra cui si distinguono i progetti ideati con Carlo Quartucci negli anni Ottanta e le scenografie per due opere di Richard Wagner al Teatro di San Carlo di Napoli per la regia di Federico Tiezzi (2005, 2007).

Grafico di formazione, ha sempre nutrito un particolare interesse per il campo editoriale e la pagina scritta. Fin dall’inizio ha accompagnato la sua ricerca artistica con riflessioni raccolte in libri curati in prima persona: da Idem, pubblicato nel 1975 da Einaudi con un’introduzione di Italo Calvino, ai recenti Quattro passi. Nel museo senza muse (Einaudi, Torino 2006), Dall’Atlante al Vuoto in ordine alfabetico (Electa, Milano 2010) e L’autore che credeva di esistere (Johan & Levi, Milano 2012). Numerose sono le pubblicazioni dedicate alla sua produzione artistica: dalla prima monografia di Germano Celant (Sonnabend Press, New York 1972) al volume di Francesco Poli (Lindau, Torino 1990), fino al catalogo ragionato delle opere datate dal 1960 al 1999, curato da Maddalena Disch (Skira Editore, Milano 2008).

Nella foto: Giulio Paolini. Le Chef-d’œuvre inconnu (2020; cavalletti, teche di plexiglas, collage su passe-partout, riproduzione fotografica lacerata, nastro adesivo rosso e nastro adesivo nero su pavimento, cornici dorate, matita su parete, misure ambientali; Rivoli, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea). Foto di Agostino Osio, Milano

Giulio Paolini dona al Castello di Rivoli la sua opera “Le Chef-d'œuvre inconnu”
Giulio Paolini dona al Castello di Rivoli la sua opera “Le Chef-d'œuvre inconnu”


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