I Simpson, la celebre famiglia americana del cartone animato di Matt Groening (che è anche la più longeva sitcom della storia della tv), diventa una famiglia di Gaza massacrata dalle bombe. S’intitola proprio Gaza il murales di aleXsandro Palombo che ritrae la famiglia dei Simpson palestinesi: un’opera pop realizzata nelle scorse ore a Milano, in Via Padova, a pochi metri dalla Casa della cultura Musulmana, nel quartiere simbolo della Milano multietnica.
L’immagine rappresenta una reinterpretazione provocatoria dell’iconografia religiosa della Pietà, tipicamente raffigurante la Madonna con il corpo di Gesù morto tra le braccia. Nel murale, Homer Simpson indossa simboli associati alla causa palestinese, come la kefiah e la fascia con i colori della bandiera della Palestina, mentre tiene il corpo di suo figlio Bart, morto, con il resto della famiglia Simpson ai suoi piedi, anche loro dilaniati dalle bombe e sanguinolenti.
Questa rappresentazione vuole offrire un’istantanea intensa degli orrori della guerra a Gaza, invitando a riflettere sulle violazioni dei diritti umani e a opporsi al massacro dei palestinesi innocenti e alla brutalità della guerra. La guerra è iniziata il 7 ottobre con un feroce attacco terroristico di Hamas contro Israele, che ha provocato la morte di 1.200 civili israeliani e il rapimento di 240 ostaggi. In risposta, Israele ha condotto un’operazione militare a Gaza, causando la perdita di oltre 30.000 vite palestinesi, tra cui molte donne e bambini. L’opera intende richiamare le tragedie vissute da molte famiglie palestinesi a causa del conflitto in corso nella regione, e la scelta di utilizzare i personaggi di uno dei cartoni più amati dal pubblico in un contesto così carico di significato politico e religioso è inteso per generare reazioni contrastanti e sollevare questioni relative non solo agli eventi di attualità, ma anche legate alla rappresentazione dell’immagine sacra e all’uso dell’arte come forma di protesta o espressione sociale.
L’artista aleXsandro Palombo mette in scena l’orrore di questo conflitto che vediamo riflesso nelle immagini sconvolgenti diffuse costantemente attraverso i nostri dispositivi. Questa guerra colpisce soprattutto bambini e donne innocenti. Palombo si sofferma sul dolore e sulla violenza che non risparmia la popolazione civile, raffigurando la morte come un’inesorabile e disperata staticità. Anche le lacrime di Homer non riescono più a scendere, rimanendo intrappolate nel silenzio della morte; le grida di terrore dei bambini, come Bart, Lisa e Maggie, sono ormai spente. Nonostante non siano visibili armi nell’opera, i corpi mostrano segni di sparatorie: qualcuno ha sparato, qualcuno ha ucciso, forse seguendo ordini, come nel terribile massacro di pochi giorni fa, quando oltre 100 palestinesi sono stati uccisi mentre facevano la fila per il cibo, oppressi dalla fame e dalla disperazione. “Se ad un primo sguardo l’opera ci porta a provare sentimenti di orrore e di partecipazione”, si legge in una nota, “successivamente tutto questo viene superato da qualcosa di ben più forte: la paura. aleXsandro Palombo ci dice che dobbiamo aver paura. Paura di trovarci noi al posto di Homer Simpson, paura della guerra e della disumanità”.
Milano, compare murale con i Simpson che diventano palestinesi dilaniati dalle bombe a Gaza |