Il tratto mantovano della Via Carolingia: ripercorrere i passi di Carlo Magno tra borghi e paesaggi


Attraversare il tratto mantovano della Via Carolingia significa ripercorrere le orme di Carlo Magno, tra borghi, fiumi e monumenti. Un itinerario che unisce spiritualità, memoria storica e paesaggi naturali, ideale per camminatori in cerca di scoperta e contemplazione.

Il cammino a piedi ha conquistato negli ultimi anni sempre più appassionati, diventando un’esperienza di viaggio che unisce movimento, riflessione e scoperta. Alcuni percorsi, però, non sono semplici sentieri: offrono un contatto più profondo con la storia e la cultura, intrecciando spiritualità, arte e memoria collettiva. Attraversare un itinerario religioso vuol dire ripercorrere vie che, nei secoli, hanno collegato città, stati e popoli, permettendo a chi le percorre di vivere un’esperienza intensa e personale. In Italia non mancano cammini di questo tipo, ideali sia per chi desidera affrontarli da solo sia per chi preferisce condividere il viaggio con amici o familiari. Il territorio mantovano propone percorsi di grande valore, capaci di raccontare la storia dei pellegrini e dei santi che l’hanno attraversato.

Tra questi, il tratto mantovano della Via Carolingia si distingue per rilevanza storica e culturale. Il percorso rievoca il viaggio compiuto da Carlo Magno dall’odierna Aquisgrana fino a Roma nell’anno 800 per ricevere la corona imperiale da Papa Leone III. Attraversa 23 comuni della provincia di Mantova, da Castiglione delle Stiviere a Sermide e Felonica, e consente di scoprire borghi, monumenti e paesaggi naturali che conservano la memoria di secoli di storia europea. Gli interventi di valorizzazione hanno reso il cammino più accessibile e sicuro, migliorando la fruibilità e l’orientamento lungo il percorso. La Via Carolingia è oggi riconosciuta come Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa e rappresenta un elemento strategico per il turismo religioso e culturale. Camminare lungo le sue tappe significa immergersi in un’esperienza che lega scoperta, contemplazione e legame con il passato, ritrovando la profondità di una storia che attraversa secoli.

1. Castiglione delle Stiviere – Cavriana

Da Piazza della Repubblica a Castiglione delle Stiviere fino alla Pieve di Santa Maria a Cavriana, la prima tappa della Via Carolingia invita a un cammino di lentezza e contemplazione tra storia, natura e spiritualità. Castiglione delle Stiviere custodisce il Museo Internazionale della Croce Rossa e la Basilica di San Luigi Gonzaga, meta di pellegrinaggi internazionali. Uscendo dal centro lungo Via Moscati e Via Porta Lago, il paesaggio urbano lascia spazio a colline moreniche, vigneti e filari di alberi. Tra Via Astore e il Convento di Santa Maria, sorto su un’antica Domus romana con sorgente probabilmente etrusca, si tocca un luogo centrale nella formazione spirituale di Luigi Gonzaga.

Il percorso continua verso Astore, piccolo borgo panoramico vicino al Monte Confine e alla dorsale morenica, poi scende verso Solferino, con la torre della Rocca e il ricordo della battaglia del 24 giugno 1859. Qui Henry Dunant fondò la Croce Rossa. Tra Museo del Risorgimento, Ossario e sentieri boschivi, il cammino prosegue verso Cavriana, borgo elegante cinto da mura. Villa Mirra ospita il Museo Archeologico dell’Alto Mantovano, tra reperti paleolitici e risorgimentali, mentre il parco botanico offre una pausa tra cedri, cipressi e ontani. La tappa termina presso la Pieve Romanica di Santa Maria dell’Assunta, luogo di riflessione e contemplazione. Il percorso attraversa colline moreniche plasmate dai ghiacciai, alternando boschi, campi e zone umide, habitat di orchidee rare, uccelli e rettili.

Le campagne collinari di Solferino
Le campagne collinari di Solferino
Il paesaggio di Castiglione delle Stiviere – Cavriana
Il paesaggio di Castiglione delle Stiviere – Cavriana

2. Cavriana – Goito

La seconda tappa della Via Carolingia prende avvio davanti alla Pieve romanica di Santa Maria, edificio severo che veglia sulla valle e saluta chi riparte verso Goito. Superata Cavriana, il cammino entra in un paesaggio composto da colline ordinate, vigneti, macchie d’ombra e campi lavorati. Cascine e piccoli nuclei rurali appaiono lungo il percorso, mentre il profilo di Volta Mantovana emerge da lontano. Il borgo accoglie con eleganza discreta: il Castello domina l’altura e Palazzo Guerrieri Gonzaga, affiancato dal suo giardino all’italiana, custodisce l’eredità di una lunga tradizione nobiliare. Nei dintorni è possibile incontrare anche la Chiesa della Madonnina di Mezza Campagna, edificio rurale dalle origini medievali che conserva affreschi preziosi e un’aura di raccoglimento. A Goito, invece, i resti della Rocca medievale affiorano tra le vie del centro, memoria delle antiche difese gonzaghesche. Villa Moschini, un tempo residenza prestigiosa, custodisce affreschi e ambienti eleganti, mentre Villa Giraffa riunisce linguaggi architettonici di epoche diverse, affacciandosi direttamente sul fiume. Usciti dal centro, una pista ciclabile porta verso località Gatti e poi alla campagna aperta, fino ai Molini di Volta, dove un chiosco offre una breve sosta.

Il tragitto prosegue accanto al Mincio, prima regolato e poi più spontaneo, attraversando Pozzolo e il ponte che introduce ai borghi rurali di Ferri, Falzoni e Torri. L’area umida che si estende fino al Bosco degli Arimanni ospita falchi, cigni reali, aironi, upupe e, di recente, ibis provenienti da regioni lontane. Iris, carici, nannuferi e canneti definiscono la vegetazione, mentre i sentieri sulla riva destra del fiume regalano scorci che si accendono al tramonto. L’ultimo tratto è una passeggiata immersa nei riflessi del Mincio, tra voli improvvisi e profumi d’erba bagnata. Il ponte di Goito segna l’ingresso nel paese, dove il camminatore può fermarsi nel parco ombreggiato e ritrovare quiete prima di proseguire il viaggio.

Fiume Mincio dalla ciclabile Mantova-Peschiera, zona Volta Mantovana
Fiume Mincio dalla ciclabile Mantova - Peschiera, zona Volta Mantovana
Il paesaggio di Cavriana
Il paesaggio di Cavriana
Cavriana, la Pieve romanica di Santa Maria
Cavriana, la Pieve romanica di Santa Maria

3. Goito – Mantova

La terza tappa mantovana della Via Carolingia offre la sensazione di un percorso che si compie e, allo stesso tempo, apre nuove prospettive. Il viaggio inizia a Goito, nella piazza dominata dal Monumento ai Granatieri di Sardegna, vicino al Ponte della Gloria, luogo che evoca episodi di fierezza e difesa della libertà. Da qui il tracciato affianca il Mincio e introduce nel silenzio del Bosco degli Arimanni, una porzione di natura custodita dagli abitanti e legata nel nome alle antiche milizie longobarde e carolingie. La pista ciclopedonale raggiunge il borgo di Sacca e permette di entrare in un paesaggio rurale ampio, segnato da campi ordinati e cascine. Il minuscolo nucleo di Bell’acqua anticipa l’arrivo a Rivalta sul Mincio, paese fluviale attraversato dalla luce che scivola sull’acqua. A Corte Mincio il centro visite del Parco e il Museo Etnografico introducono alla vita di un tempo, tra utensili, reti e testimonianze legate al fiume. Da Rivalta si aprono due itinerari: la navigazione tra le Valli del Mincio, un intreccio di ninfee, canneti e specchi d’acqua, oppure il percorso a piedi verso Grazie di Curtatone. Qui sorge il Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie, sorprendente per la presenza di ex voto, statue votive e il famoso coccodrillo impagliato. Ogni anno il sagrato diventa un laboratorio all’aperto grazie ai madonnari che trasformano il selciato in un mosaico di immagini dedicate alla Vergine.

Dal santuario è possibile proseguire in barca verso Mantova, arrivando ai Giardini di Belfiore o al Ponte dei Mulini, punto privilegiato per osservare il tramonto sul Lago Superiore. L’ultimo tratto si sviluppa lungo la ciclabile affacciata sul Lago di Mezzo, mentre il profilo della città si riflette nell’acqua con una delicatezza quasi sospesa. Mantova accoglie il viandante con la densità della sua storia: il Duomo, la Rotonda di San Lorenzo, Palazzo Ducale, la Basilica di Sant’Andrea e gli spazi museali dialogano con cortili nascosti, cupole e giardini. Una sosta qui permette di comprendere meglio l’identità culturale del territorio e offre al camminatore un punto di respiro significativo lungo la Via Carolingia.

Le Grazie di Curtatone viste dal fiume
Le Grazie di Curtatone viste dal fiume
Mantova vista dal lago superiore
Mantova vista dal lago superiore
La via carolingia in bici
Il percorso della via Carolingia

4. Mantova – Governolo

La quarta tappa mantovana della Via Carolingia si apre alle porte del lago Superiore e procede verso sud seguendo il corso del Mincio, che qui cambia natura e si divide in canali, zone umide e bacini silenziosi fino all’incontro con il Po. È un tratto in cui acqua, agricoltura e memoria storica dialogano senza sosta, trasformando il percorso in un attraversamento del paesaggio e delle sue stratificazioni. Lasciata Mantova, i giardini dell’Orto Carolingio introducono a un territorio modellato dall’uomo ma ancora legato ai ritmi del fiume. Oltre l’Argine Maestro si intercetta la Ciclovia Sole, che conduce al Forte di Pietole, costruzione napoleonica divenuta Parco Museo Virgilio. La tradizione individua qui il luogo natale del poeta latino Virgilio, e l’atmosfera del bosco circostante richiama la sua voce antica.

Proseguendo, il sito etrusco del Forcello riporta a un’epoca remota attraverso ricostruzioni sperimentali e attività didattiche che mostrano la vita oltre duemila anni fa. Poco più avanti compaiono lo stabilimento idrovoro della Travata e la Chiavica del Comando, testimonianze della grande stagione della bonifica, quando ingegneria e acqua si misero in equilibrio per rendere navigabile e fertile la pianura. L’arrivo a Governolo rappresenta uno dei momenti più intensi del tragitto. Il borgo controlla da secoli il punto in cui il Mincio confluisce nel Po e custodisce tracce matildiche, memorie risorgimentali e strutture idrauliche ancora attive. Il Museo Diffuso del Fiume illustra questa lunga storia di convivenza tra comunità e acque, attraverso modelli, narrazioni e ambienti coinvolgenti. Il paesaggio naturale accompagna ogni passo: aironi, falchi di palude, anatre selvatiche, canneti, iris e orchidee rare popolano l’area protetta del Parco del Mincio. Nella Vallazza il fiume si allarga in specchi luminosi circondati da salici e ontani, creando un’atmosfera quieta che invita alla contemplazione. È un cammino lento, pensato per chi desidera ascoltare il territorio e riconoscere il legame profondo tra uomo e fiume. A Governolo il percorso si apre verso est, lungo il Po; prima di ripartire, il pellegrino trova qui un punto di quiete, dove il paesaggio sembra trattenere e restituire ogni emozione del viaggio.

Il percorso Mantova-Governolo
Il percorso Mantova - Governolo
Il fiume Po al tramonto
Il fiume Po al tramonto

5. Governolo – San Benedetto Po

Lasciato il nucleo fluviale di Governolo, il viaggio prosegue verso una delle mete più cariche di significato spirituale dell’intero percorso carolingio. Il Po affianca chi cammina con la sua ampiezza quieta, mostrando rive modellate dal lavoro agricolo e da tradizioni che hanno attraversato i secoli. La direzione è San Benedetto Po, centro storico della vita monastica padana e luogo legato alla grande figura di Matilde di Canossa. Da Via Molinara il percorso punta a Correggio Micheli, seguendo l’argine fino al ponte stradale che consente di raggiungere la sponda opposta. Alcuni operatori offrono, su richiesta, passaggi via acqua o via terra. Oltre il fiume, il tracciato avanza lungo il meandro principale, tra campi coltivati e giochi di luce sull’acqua. Si incontra Gorgo, noto per trattorie familiari e per un Osservatorio Astronomico che ospita un planetario e iniziative divulgative molto apprezzate durante l’estate.

Arrivando a San Benedetto Po, l’Abbazia di San Benedetto in Polirone emerge in lontananza come un punto fermo nel paesaggio. Gli ultimi tratti scorrono tra pioppeti mossi dal vento e zone umide abitate da fauna minuta. L’Abbazia di Polirone, sorta nel 1007, conserva chiostri, affreschi, antichi ambienti di vita monastica e una basilica luminosa che restituisce immediatamente il senso della sua antica centralità religiosa. Poco distante, la Chiesa di Santa Maria in Valverde, raggiungibile con una deviazione, offre un piccolo ambiente gotico immerso nei prati, dove affreschi quattrocenteschi e un campanile ottagonale creano un’atmosfera raccolta.

Il Po rimane il vero protagonista naturale: corso d’acqua che ha sostenuto commerci, bonifiche e insediamenti, oggi custodisce ancora boschi golenali e una ricca fauna ittica. Attraversarlo significa entrare in un paesaggio che chiede attenzione e rispetto, soprattutto nelle stagioni di transizione, quando nebbie, profumi e suoni si trasformano continuamente. L’arrivo a San Benedetto Po segna infine il passaggio da un territorio modellato dall’acqua a uno dominato dalla pietra. Una visita al Museo Civico Polironiano permette poi di incontrare la memoria contadina e quella monastica in un racconto singolare. Chi conclude qui la tappa porta con sé il ritmo lento del cammino, la voce del fiume e la quiete dell’Abbazia.

San Benedetto
San Benedetto Po, l’Abbazia di San Benedetto in Polirone
Il percorso San Benedetto Po – Revere
Il percorso Governolo – San Benedetto Po

6. San Benedetto Po – Revere

Dopo aver lasciato la monumentale Abbazia di San Benedetto in Polirone, il viaggio riprende lungo la distesa del Po, dove argini, campi e pioppeti costruiscono un orizzonte ampio e silenzioso. Il percorso attraversa borgate raccolte e paesaggi fluviali che alternano luce, linee d’acqua e aperture improvvise sulla pianura. Dalla piazza del paese si avanza verso Bardelle e poi Mirasole, piccolo nucleo rurale immerso nei coltivi, finché si raggiunge l’argine maestro del fiume. Da qui la vista si allunga su un territorio ampio, segnato dalle foci del Secchia e dai grandi impianti idraulici, testimoni del rapporto costante tra uomo e pianura.

Giunti a Quingentole, dominata dalla chiesa parrocchiale e dalla storica Villa Vescovile dei Gonzaga, il cammino offre due itinerari. Uno segue il Po lungo Via Roveri, tra salici e curve d’acqua; l’altro devia verso la Chiesa di San Lorenzo, edificio di origini altomedievali, per poi inoltrarsi nei pioppeti e raggiungere Pieve di Coriano dal lato meridionale. Qui la Pieve di Santa Maria Assunta conserva affreschi cinquecenteschi e il ricordo di Matilde di Canossa, legata alla fondazione dell’edificio nel XI secolo. Risalendo l’argine si arriva a Revere, dove il Palazzo Ducale progettato da Luca Fancelli per Ludovico II Gonzaga introduce al centro storico. Il torrione medievale e le architetture affacciate sulle vie interne evocano il passato strategico del borgo, un tempo mercato dinamico e punto di controllo sul Po. Una sosta tra porticati e botteghe permette di assaporare l’identità del paese, fatta di gesti quotidiani, tradizioni e profumi locali.

Tra i luoghi da non perdere lungo il percorso emergono la Chiesa di Santa Margherita a Brede, gli impianti idrovori del Secchia, la romanica Chiesa di Nuvolato con il suo legame all’opera di Giuseppe Gorni, il Museo dedicato all’artista, il Palazzo Ducale di Revere con il Museo del Po e il mulino natante ricostruito. Il Santuario della Beata Vergine Maria della Comuna completa l’itinerario spirituale, uno dei principali santuari della diocesi mantovana.

Il percorso San Benedetto Po – Revere
Il percorso San Benedetto Po – Revere

7. Revere – Sermide

Dopo aver lasciato Revere, con la sua eredità gonzaghesca e il profilo della torre medievale, il cammino riprende seguendo l’andamento quieto del Po. L’argine destro introduce a una pianura ampia, segnata da campi, pioppeti e lembi di bosco che riaffiorano tra le maglie dell’agricoltura. Lontano dalle case, Via Argine Po si allunga verso territori dove il tartufo mantovano ha trovato il suo ambiente ideale: un mosaico di terreni sabbiosi e zone umide che ha reso noto Borgofranco sul Po. Bonizzo accoglie con un’atmosfera raccolta, preludio a un paesaggio rurale che conserva ritmi antichi. Borgofranco mantiene un legame forte con le produzioni locali e, durante le fiere stagionali, offre degustazioni e incontri dedicati al tartufo. Procedendo lungo il fiume, la vista si apre verso Carbonara di Po e l’Oasi dell’Isola Boscone, una delle più vaste foreste planiziali lombarde. La presenza di aironi, nitticore e gruccioni rende l’area un punto privilegiato per chi osserva il comportamento degli uccelli in migrazione.

Riprendendo l’argine maestro, il percorso attraversa territori modellati dalla bonifica, memoria del rapporto complesso tra acqua e lavoro umano. Poco prima di raggiungere Sermide si incontra la struttura della vecchia Teleferica, testimonianza dell’attività produttiva novecentesca legata allo zuccherificio Eridania. L’arrivo in paese è armonioso: la zona fluviale della Nautica offre uno spazio verde dedicato al relax, frequentato da sportivi e famiglie. Sermide mantiene una forte identità agricola, nota per meloni e cipolle dolci. Il centro gravita intorno alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, costruita nel XIX secolo sulle rovine della precedente chiesa quattrocentesca, mentre la torre civica gonzaghesca richiama l’antico impianto fortificato. Oltre l’abitato, in direzione Felonica, la chiesa dei Cappuccini, con l’ex convento seicentesco, offre un ambiente meditativo immerso nel verde.

Bonifica Agro Mantovano-Reggiano a Moglia di Sermide
Bonifica Agro Mantovano - Reggiano a Moglia di Sermide
Carbonara Po, il Municipio
Carbonara Po, il Municipio
Il percorso Revere - Sermide
Il percorso Revere - Sermide

8. Sermide – Quatrelle (Felonica)

L’itinerario finale del tratto mantovano della Via Carolingia prende forma a Sermide, nel parco fluviale dove il Po scorre ampio e silenzioso. Da qui la strada sale sull’argine e procede verso oriente, immersa nel verde e accompagnata da un orizzonte che si dilata passo dopo passo. È un territorio di frontiera, dove tre regioni si sfiorano e lasciano affiorare memorie, accenti e tradizioni diverse. Il primo incontro è Felonica, dominata dalla pieve romanica di Santa Maria Assunta, edificio antico che guarda verso il fiume come un presidio discreto. Un tempo i benedettini controllavano da qui i movimenti dei pellegrini e la sicurezza della navigazione. Nel paese si trova anche il Museo della Seconda Guerra Mondiale del Fiume Po, raccolta intensa di testimonianze legate al fronte fluviale e al passaggio degli alleati nel 1945.

Dopo una sosta, magari assaggiando il tiròt, focaccia alle cipolle dal sapore schietto, il percorso torna sull’argine, dove il paesaggio alterna campi coltivati, zone umide e oasi popolate da avifauna migratoria. La camminata conduce infine a Quatrelle, borgo segnato dalla Chiesa della Natività di Maria, ricostruita dopo il terremoto del 2012 e arricchita da un crocifisso ligneo di pregio. Pochi minuti ancora e il cammino trova la sua conclusione davanti alla Rocca Possente di Stellata. La fortezza, con le sue linee severe e i bastioni inclinati, domina il Po e annuncia il passaggio dalle terre gonzaghesche a quelle estensi. Nata durante il Medioevo per controllare il traffico fluviale, conserva un’aura solenne e segna l’approdo simbolico del viaggio. Il fiume accompagna ogni tratto di questa tappa: acqua, luce e silenzio si intrecciano fino a creare un paesaggio che invita alla meditazione. Con l’arrivo alla rocca, la Via Carolingia mantovana si chiude come esperienza di incontro con luoghi, memoria e natura.

Rocca Possente di Stellata
Rocca Possente di Stellata
Chiatta sul fiume Po, escursione a Felonica
Chiatta sul fiume Po, escursione a Felonica

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