Stranieri ovunque, il progetto di Claire Fontaine, entra nella collezione permanente del Museo di Castelbuono


Stranieri ovunque, il progetto del collettivo Claire Fontaine che ha dato il titolo alla 60. Biennale di Venezia entra a far parte della collezione permanente del Museo Civico di Castelbuono.

Sarà presentato al pubblico il 19 maggio, al Museo Civico di Castelbuono (Palermo), Stranieri ovunque del collettivo Claire Fontaine, progetto vincitore dell’avviso pubblico PAC2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Il Museo Civico acquisisce tre opere della serie Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere. L’opera, che dà il titolo alla 60. Biennale Internazionale di Arti Visive di Venezia, entra a far parte della collezione permanente del Museo Civico di Castelbuono. Giovedì 23 maggio alle ore 11 presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo si terrà inoltre una conferenza con gli interventi di Claire Fontaine, e Marco Scotini, Direttore artistico di FM Centro per l’Arte Contemporanea e direttore del Dipartimento di Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA, Milano, con un saluto istituzionale di Umberto De Paola, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Palermo. Introdurrà Laura Barreca, Direttrice del Museo Civico di Castelbuono e docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Catania.

L’opera composta da una serie di tre sculture in neon in italiano, arabo e persiano fa parte di una serie iniziata dal 2004 e ad oggi comprende sessanta lingue, tra cui diversi idiomi indigeni e alcuni dei quali estinti, attualmente visibili in un’installazione alle Gaggiandre, all’Arsenale di Venezia. Le scritte luminose esprimono una condizione di ambivalenza secondo cui possiamo sentirci stranieri in qualunque luogo, a causa di esperienze di esclusione sociale o discriminazione che generano un sentimento di non appartenenza a una comunità, rafforzando la sensazione di essere “stranieri”. L’uso di lingue diverse evidenzia la necessità dello straniero di sottomettere una lingua a un’altra per essere compreso, pur essendo culturalmente “colonizzato”.

"L’acquisizione dell’opera Stranieri Ovunque di Claire Fontaine si inserisce coerentemente negli indirizzi culturali del Museo Civico di Castelbuono, poiché arricchisce la collezione con un’opera di grande valore etico, espressione di una condizione di marginalizzazione individuale e collettiva insieme. Queste opere, per la loro potenza linguistica e la forza comunicativa intrinseca, offrono la rappresentazione di una contraddizione universale, e ci permettono, come istituzioni culturali, di sollecitare pubblicamente una riflessione ormai imprescindibile legata all’attuale caos politico internazionale", afferma Laura Barreca, Direttrice del Museo Civico di Castelbuono.

“Chi arriva da altrove ci mette in contatto con la nostra ignoranza e ci restituisce un’immagine di noi stessi che non avevamo mai visto prima - l’immagine di noi come stranieri. L’ignoto può apparire minaccioso perché allargare i propri orizzonti equivale a perdere le proprie certezze che concepiamo come dei possedimenti materiali, che crediamo di poter accumulare stabilizzandoci così in un punto. Di chi è originario di un posto si dice per brevità che è ”di“ una città. Il legame con un luogo è vissuto come un’appartenenza, la ”nostra“ terra è legata alla proprietà privata immaginaria che è l’identità, nella sua variante specifica, quella nazionale. ”Quante persone vivono oggi in una lingua che non è la loro? – ci chiedono Deleuze e Guattari in Kafka, per una letteratura minore “Questo è il problema dei migranti, e soprattutto dei loro figli, il problema della minoranza (…) ma anche un problema per noi tutti: come estrarre una letteratura minore dalla propria lingua, permettendole di sfidare la lingua e di seguire un sobrio cammino rivoluzionario? Come diventare un nomade e un migrante e uno zingaro rispetto alla propria lingua? Kafka risponde: ruba il bambino dalla culla, cammina sulla corda tesa“. Bisogna ”trovare il proprio punto di sottosviluppo, il proprio dialetto, il proprio terzo mondo, il proprio deserto", ha dichiarato il collettivo Claire Fontaine.

Claire Fontaine si definisce un’artista collettiva fondata da James Thornhill e Fulvia Carnevale nel 2004 a Parigi. Il suo nome è uno pseudonimo che suona come il nome proprio di una donna francese, ispirato all’orinatoio di Duchamp (Fontaine) e a una nota marca di cancelleria francese (Clairefontaine), volendo deliberatamente creare l’equivoco, non associando direttamente le loro biografie alle opere, in modo da poter trasformare il lavoro in uno spazio di libertà. Claire Fontaine utilizza vari medium e rifiuta l’obbligo della riconoscibilità formale nel suo lavoro, che invece considera come una ricerca sperimentale in progress, un’esplorazione continua. Claire Fontaine ha esposto in tutto il mondo e le sue opere si trovano nelle collezioni dei maggiori musei e istituzioni culturali intenazionali. Dal 2017 vive e lavora a Palermo.

Foreigners Everywhere (Persiano), 2016. Foto ©Fausto Brigantino
Foreigners Everywhere (Persiano), 2016. Foto ©Fausto Brigantino
Foreigners Everywhere (Italiano), 2004. Foto ©James Thornhill
Foreigners Everywhere (Italiano), 2004. Foto ©James Thornhill
Foreigners Everywhere (Arabo) 2005 Foto ©Fausto Brigantino
Foreigners Everywhere (Arabo) 2005 Foto ©Fausto Brigantino

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