Addio a Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi autori della fotografia italiana, maestro del bianco e nero


Addio a Gianni Berengo Gardin: ci lascia all’età di 94 anni il maestro indiscusso della fotografia in bianco e nero. La sua fotografia si è sempre distinta per la sua profonda onestà e autenticità, rifuggendo ogni forma di alterazione.

Ci lascia all’età di 94 anni Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi del Novecento italiano.
Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, Berengo Gardin ha iniziato a dedicarsi alla fotografia nei primi anni Cinquanta.

La sua fotografia si è sempre distinta per la sua profonda onestà e autenticità. Rifuggendo ogni forma di alterazione, le sue immagini si presentano come testimonianze genuine del tempo, capaci non solo di documentare ma anche di partecipare attivamente alla realtà che rappresentano. Le sue inquadrature, sempre spontanee, pongono l’essere umano al centro di contesti sociali vivi, concreti. Nel corso della sua lunga carriera, Berengo Gardin ha costruito un archivio visivo di straordinario valore, unico nella storia della fotografia italiana e con rilevanza internazionale. Il suo approccio, che lui stesso amava definire “artigianale”, è diventato il tratto distintivo del suo stile. Si è sempre descritto infatti come “un fotografo-fotografo”, rivendicando il ruolo di artigiano dell’immagine piuttosto che quello di artista.

Considerato un maestro indiscusso del bianco e nero, è stato da sempre un fervente sostenitore della stampa fotografica tradizionale, valorizzando scatti che raccontano la vita quotidiana. Autore di reportage e indagini sociali, ha attraversato quasi settant’anni di storia del nostro Paese, restituendoci, attraverso il suo obiettivo, un’Italia autentica, dal dopoguerra ad oggi.

Gianni Berengo Gardin. Foto da Il ragazzo con la Leica di Daniele Cini e Claudia Pampinella. © Talpa Produzioni, 2021 Italia.
Gianni Berengo Gardin. Foto da Il ragazzo con la Leica di Daniele Cini e Claudia Pampinella. © Talpa Produzioni, 2021 Italia.

Tra i suoi lavori più noti si ricordano gli scatti dedicati a Venezia; suo è il progetto sulle Grandi Navi del 2013. Ha rappresentato poi le lotte operaie a Milano, le evoluzioni sociali e culturali in quasi tutte le regioni d’Italia. Famosi anche gli scatti ai Cantieri navali di Monfalcone e quelli negli ospedali psichiatrici, che documentano le condizioni negli istituti psichiatrici italiani prima della legge Basaglia del 1978.

Con la sua scomparsa, l’Italia perde una voce imprescindibile nella fotografia del Dopoguerra.
“Con Gianni Berengo Gardin perdiamo un maestro indiscusso della fotografia. Un autentico esploratore che ha saputo raccontare l’umano e la natura in tutti gli angoli della terra. Il suo sguardo ha illuminato la storia del Novecento”, ha dichiarato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli.


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