I musei d'arte contemporanea a Conte: “abbiamo rispettato le regole, fateci aprire i festivi”


AMACI, l’associazione che riunisce i musei d’arte contemporanea, si rivolge al presidente del consiglio Conte per chiedere di far aprire i musei anche i festivi.

AMACI, l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, si unisce al coro dei soggetti che chiedono al presidente del consiglio Giuseppe Conte e al ministro dei beni culturali Dario Franceschini di riconsiderare la decisione di chiudere i musei durante i giorni festivi.

Com’è noto, il dpcm del 14 gennaio 2021, all’articolo 1, punto 10, lettera r, prevede la riapertura dei musei solo nei giorni feriali (specificando poi, negli articoli che recano le misure su zone rosse e zone arancioni, che nelle regioni inserite in queste due fasce i musei rimangono comunque chiusi). AMACI, tenute in considerazione le perplessità espresse dalla maggioranza dei musei associati, chiede al premier e al ministro della cultura di rivedere la decisione. “Dopo oltre due mesi di chiusura completa dei musei e delle istituzioni culturali (durante i quali l’Associazione ha fatto appello al senso di responsabilità dei propri associati, chiamati a contribuire con la propria chiusura al contenimento delle potenziali occasioni di contagio)”, si legge in una nota, “oggi AMACI intende sottolineare come questa riapertura parziale rischi di penalizzare ulteriormente il loro ruolo e la loro funzione sociale, mettendo a rischio la sostenibilità, non soltanto economica e finanziaria, per molti di essi. I musei e i luoghi di cultura non sono tutti uguali tra loro. A undici mesi dall’inizio della pandemia, l’indice di contagio in territori vasti come le Regioni non può più essere l’unico elemento a determinare la chiusura o la riapertura di queste istituzioni”.

“AMACI”, prosegue la nota, “chiede che i musei e i loro rappresentanti vengano coinvolti nella valutazione sulle riaperture di questi luoghi in relazione, non soltanto all’indice del contagio, ma anche alla densità della popolazione e alla media annuale dei visitatori, in modo che possano essere fatte tutte le valutazioni necessarie affinché riescano a mantenere vivo il legame con il proprio pubblico e con il proprio territorio. I musei d’arte contemporanea non sono dei meri contenitori di opere d’arte o semplici sedi espositive: sono dei centri di studio e di produzione, dei punti di riferimento fondamentali per la comunità artistica e per l’intero suo sistema produttivo, duramente colpito dall’attuale situazione, oltre che degli importanti presidi per la lettura del presente. Verso tutti i soggetti di questo sistema diffuso, i musei d’arte contemporanea sentono un forte senso di responsabilità e per questo chiedono che il loro legame con le comunità di riferimento venga riconosciuto e non più delegato alle sole modalità digitali”.

“I musei d’arte contemporanea”, conclude AMACI, “sono stati fin qui responsabili, attenti e rispettosi delle direttive anche in relazione alla situazione delle singole aree geografiche. Ora chiedono di continuare a fare la propria parte in relazione alle proprie specificità e alla propria funzione, di cui è fondamentale che si prenda coscienza, mettendoli nella condizione di esercitare, nelle forme e nei modi possibili, il proprio compito nei confronti della società”.

I musei d'arte contemporanea a Conte: “abbiamo rispettato le regole, fateci aprire i festivi”
I musei d'arte contemporanea a Conte: “abbiamo rispettato le regole, fateci aprire i festivi”


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