Le biblioteche statali rischiano il collasso: serve investire sul loro rilancio


Le biblioteche statali, ignorate dalla politica, colpite dalle carenze di risorse e personale e ora anche dal virus, rischiano il collasso: la denuncia della SISBB.

Versa in condizioni critiche la situazione delle biblioteche statali italiane nonostante l’attenuarsi dell’emergenza Covid-19 da coronavirus: è quanto denuncia il consiglio direttivo della Società Italiana di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche (SISBB). Il settore, già molto debole prima della pandemia in quanto colpito da carenza di risorse e gravi lacune di personale, conosceva già una realtà fatta di riduzioni di orari e servizi, oltre che di disattenzione e di penalizzazione a causa di scelte politiche improvvide.

Il Covid-19 rischia dunque di dare alle biblioteche statali un ulteriore colpo dal quale sarà difficile rialzarsi. “L’impressione”, scrive in una nota il consiglio della SISBB, “è che nel settore dei beni culturali le biblioteche siano nella sostanza percepite come un costo piuttosto che come una risorsa, il che contribuisce a danneggiarne non poco anche la visibilità sociale”. Le biblioteche rappresentano non solo un patrimonio di memoria e di storia, ma anche una risorsa irriunciabile per l’accesso alla conoscenza e epr l’avanzamento degli studi: hanno pertanto un impatto rilevante sulle comunità, soddisfano le esigenze di molti (studiosi, studenti, famiglie, cittadini), costituiscono un punto di forza per la riduzione delle disuguaglianze e la cresccita di competitività del paese in termini di “conoscenza, formazione continua, crescita delle competenze, esercizio dello spirito critico, sviluppo della ricerca”. La SISBB scrive che questi sono tutti “presupposti indispensabili per ripartire bene, per consentire all’Italia di uscire nel modo migliore dalla devastante crisi che la pandemia ha innescato”. Servono dunque “misure economiche e sociali efficaci e sostenibili, ma servono anche consapevolezza del ruolo strategico, che le biblioteche svolgono a vantaggio dell’identità civile del paese, e chiarezza d’intenti nel sostenerle”.

“Le biblioteche”, prosegue la nota della SISBB, “diventano soltanto un costo, invece, se si volge lo sguardo altrove, se si interpreta lo spazio della cultura nell’ottica prevalente del turismo, declinando talvolta questo rapporto (pure importante, se ben articolato) in chiave riduttivamente economicistica. Si punta, allora, a una qualche immediata redditività degli istituti culturali, in nome della quale si sacrifica spesso tutto il resto, anche quei ritorni di medio-lungo periodo sull’investimento che le biblioteche hanno dimostrato di saper garantire. È anche per questo che su di esse non si è investito in termini di occupazione: la quota riservata ai bibliotecari nell’ultima tornata concorsuale di pochi anni fa (la prima di livello nazionale dagli anni Ottanta del Novecento) era irrisoria, specie se paragonata agli altri settori dei beni culturali. Nel frattempo, gli organici si sono svuotati per il collocamento a riposo di molti bibliotecari: un patrimonio di conoscenze e competenze professionali è andato in buona parte perduto, le esternalizzazioni hanno dilagato, a tutti i livelli della professione, creando un (non voluto) precariato diffuso, che con il virus è diventato nuova povertà”.

Il paese, secondo la SISBB, ha fatto l’esatto contrario di ciò che servirebbe: ha cioè isolato le biblioteche, depotenziato i loro organismi di riferimento, ha lasciato deperire molti istituti ricchi di potenzialità, prestigio e patrimonio scientifico, ne ha limitato la governance. “Crediamo sia necessario cambiare radicalmente e coraggiosamente registro, prima che sia davvero troppo tardi”, afferma il consiglio della SISBB: “occorre investire in maniera razionale e lungimirante sul rilancio delle biblioteche statali. Non c’è visione né programma di sviluppo e di cultura digitale, per esempio, o di economia della cultura, che possa fare a meno dell’impegno e della competenza che il settore ha dato prova di saper esprimere nella produzione di contenuti e servizi digitali di elevata qualità. C’è bisogno di una sollecita iniezione di fiducia, di un segnale vivo di attenzione, e poi di un piano di riforme adeguate e di investimenti per il medio periodo, che non solo ridia ossigeno alle biblioteche MIBACT, ma ne potenzi gli organici con personale qualificato e permetta loro di ampliare l’offerta di servizio, in modo che possano lavorare proficuamente per la crescita culturale del paese, possano tornare a crescere esse stesse, anche come laboratori e sedi di ricerca, possano riposizionarsi in una rete organica e proficua di relazioni e collaborazioni con le altre biblioteche e con gli altri protagonisti del mondo della cultura e dell’istruzione”.

“Sarebbe utile, a questo scopo”, conclude la nota della SISBB, “creare nuove opportunità di confronto, un seminario aperto di idee e di proposte, che coinvolga i molti attori in gioco: vertice politico e dirigenza ministeriale, commissioni parlamentari, professionisti del settore, l’Associazione Italiana Biblioteche, l’Università e la Scuola, organizzazioni della cultura e dell’arte. La Società Italiana di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche è pronta aoffrire il proprio contributo, forte delle specifiche competenze che può mettere a disposizione e della profonda convinzione che in gioco c’è qualcosa di importante per il presente e per il futuro di questo paese”.

Nella foto: Milano, la Biblioteca Nazionale Braidense

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