Giornate FAI di Primavera, dure parole da parte dell'Unione degli Studenti: “È sfruttamento”


Si riaccendono le polemiche in vista dell’edizione 2019 delle Giornate FAI di Primavera, che quest’anno si terranno il 23 e il 24 marzo. L’anno scorso la polemica si era in parte concentrata sulla nostra testata (a questo link è possibile trovare un riassunto con gli articoli collegati), e a 365 giorni di distanza i termini della questione non sembrano essere cambiati: si discute, infatti, sull’utilizzo dei volontari, sul coinvolgimento di siti che appartengono al pubblico, sulla precarietà dei lavoratori del settore. L’Unione degli Studenti e il collettivo Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali esprimono dure parole di condanna nei confronti dell’iniziativa, che anche quest’anno si avvarrà delle prestazioni degli studenti impiegati in progetti di alternanza scuola-lavoro come “apprendisti ciceroni” per portare il pubblico delle Giornate del FAI alla scoperta dei siti.

“L’organizzazione di queste giornate”, sottolinea Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti, “è garantita da studenti che lavorano come guide turistiche: ancora una volta assistiamo a lavoro mascherato da istruzione, cioè sfruttamento. Sono necessari invece percorsi di istruzione integrata dove noi studenti, affiancando delle guide professioniste, possiamo integrare le conoscenze apprese in classe con delle esperienze sui beni culturali, ma senza sostituirci alle guide professioniste, in un’esperienza didattica e non di lavoro”.

“Il lavoro di noi professionisti dei Beni Culturali”, afferma invece Flavio Utzeri di Mi Riconosci, “è, a causa delle politiche governative degli ultimi anni, sempre un lavoro precario, sottopagato e spesso proprio non riconosciuto come lavoro. Ed è ciò che accade nelle giornate del FAI, dove invece che impiegare e pagare dei professionisti, spesso in cerca di occupazione, si preferisce ricorrere gratuitamente agli studenti. In questo modo si favorisce e giustifica una pessima competizione tra studenti e lavoratori, dove i primi vengono sfruttati e i secondi restano senza lavoro, poiché si giustifica e si esalta un sistema sbagliato, emergenziale e che cristallizza il precariato non solo dei lavoratori, ma anche dei Beni stessi! Anche per questo, mentre si svolgeranno le Giornate di Primavera, noi saremo in varie città in Italia a distribuire volantini, che sollevino i giusti dubbi su questa iniziativa”.

Infine, in una nota congiunta, Unione degli Studenti e Mi Riconosci chiedono che “il Ministero dell’Istruzione e il Ministero dei beni e delle attività culturali rompano i loro rapporti preferenziali con il FAI”. I beni culturali coinvolti, concludono i due soggetti, “devono essere resi accessibili tramite l’impiego di professionisti, non studenti in alternanza mascherati da volontari: basta sfruttamento!”.

Nell’immagine, una fotografia scattata durante le Giornate FAI di Primavera 2017 presso la Villa Saraceno a Finale di Agugliaro (Vicenza). Ph. Credit

Giornate FAI di Primavera, dure parole da parte dell'Unione degli Studenti: “È sfruttamento”
Giornate FAI di Primavera, dure parole da parte dell'Unione degli Studenti: “È sfruttamento”


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