Nel silenzio generale ieri tantissimi lavoratori dello spettacolo hanno manifestato ovunque


Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Genova e tante altre città sono state teatro, ieri, di una manifestazione collettiva dei lavoratori dello spettacolo che ha portato moltissime persone nelle piazze di tutta Italia.

Una mobilitazione passata in sordina, nel silenzio generale della stampa che ha dato pochissima copertura alla notizia, ma ieri le manifestazioni dei lavoratori dello spettacolo hanno dato luogo a proteste con moltissime persone in tante piazze di tutta Italia. I lavoratori di spettacolo, teatro e cinema ieri si sono dati appuntamento in diverse città per protestare contro i provvedimenti anti-Covid che hanno provocato grossi danni al settore, che si è visto richiudere a ottobre nonostante la sicurezza dei luoghi dello spettacolo e nonostante gli immani sforzi che i gestori hanno compiuto per adattare i locali alle normative.

A Roma grande manifestazione davanti al Teatro dell’Opera, per chiedere al governo la possibilità di poter nuovamente lavorare. “Il settore della cultura”, ha ricordato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, intervenuto nel corso della manifestazione, “produce il 6% del Pil e deve essere considerato dal Governo un asset strategico. Rilanciare il settore dello spettacolo significa non solo restituire a tutti gli operatori del settore sicurezza, reddito e professionalità, ma anche dare spazio alla crescita culturale del Paese”. Una parte del corteo si è poi riunita a protestare in piazza Montecitorio, dove è stato allestito un palco per dar voce ai lavoratori.

A Genova erano in piazza, tra gli altri, anche i musicisti dell’orchestra del Teatro Carlo Felice aderenti ai sindacati Fistel Cisl e Uilcom Uil, che hanno eseguito l’inno di Mameli e sono stati poi ricevuti in prefettura per chiedere la riapertura di teatri e sale concerto. “Questo”, ha dichiarato Franco Ippolito, segretario generale Fistel Cisl Liguria, “è un mondo solo: cinema, teatro e tutto ciò che gira attorno al mondo dello spettacolo è qui. Il messaggio che deve arrivare è che questo settore può e deve ripartire immediatamente. Come ha fatto la Spagna, per esempio. Vanno messi in campo tutti gli interventi economici e legislativi che fino a oggi la politica ha procrastinato, vanno messi i soldi del Recovery Fund già da oggi. Perché altrimenti è impossibile che questo settore riparta, che la cultura come il turismo rilancino l’economia di un intero Paese”. “È da un anno che siamo fermi, le attività del settore sono bloccate e la situazione è insostenibile”, ha aggiunto Guido Parodi, segretario regionale Uilcom Uil Liguria.

A Milano un gruppo composto da studenti e lavoratori dello spettacolo ha simbolicamente occupato in segno di protesta gli spazi dell’ex cinema Arti per tutta la giornata. “Dopo le occupazioni delle scuole di gennaio”, si legge in un comunicato diffuso dai giovani, “il mondo della scuola si unisce a quello dello spettacolo per chiedere non solo una riapertura di luoghi della formazione e della cultura in sicurezza, ma per una riforma radicale di entrambi i settori. Vogliamo che si investa fino al 5% di Pil sull’istruzione, che sia tutelato veramente il diritto allo studio, che si attivi un piano nazionale di edilizia scolastica, che si renda l’istruzione, compresa l’università e l’accademia, realmente gratuita e accessibile a tutte e tutti, che si elimini il precariato dei docenti e le classi pollaio aumentando gli spazi e riducendo gli studenti per classe”.

A Firenze i lavoratori hanno organizzato un presidio in via Cavour, sotto la sede della prefettura, dove si è tenuta anche un’esibizione dal vivo di Emanuele Urso, primo corno del Maggio Musicale Fiorentino, e della cantautrice Chiara Rondino. Affermano i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil: “Contemporaneamente all’azione di sostegno e al rafforzamento delle tutele crediamo sia esigenza non più rinviabile quella di organizzare le modalità di riapertura delle sale. La pandemia ha messo drammaticamente a nudo i limiti del sistema che ordina l’offerta e la fruizione dello spettacolo dal vivo. Non è più rinviabile una riforma organica del settore, anche cogliendo l’occasione offerta dal Next generation, che preveda, oltre ad ammortizzatori sociali adeguati, il giusto riconoscimento per le competenze e un ripensamento del sistema previdenziale, un potenziamento degli investimenti strutturali sulle professionalità, sulla formazione, sui luoghi e le modalità dell’offerta culturale che, senza essere snaturata, colga le adeguate opportunità delle nuove tecnologie”.

A Napoli gli attivisti dello spettacolo hanno occupato via Cristoforo Colombo davanti al Molo Beverello, nei pressi del Teatro Mercadante (il blocco è stato poi tolto senza incidenti dopo l’intervento delle forze dell’ordine). A Torino spettacoli in piazza, davanti alla sede della Regione Piemonte, nel rispetto delle norme anti-Covid. E ancora, manifestazioni a Verona, Perugia, Rimini, Reggio Calabria, Cosenza e diverse altre città.

Nella foto: un momento della protesta a Roma in piazza Montecitorio

Nel silenzio generale ieri tantissimi lavoratori dello spettacolo hanno manifestato ovunque
Nel silenzio generale ieri tantissimi lavoratori dello spettacolo hanno manifestato ovunque


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