Il Museo di Novellara espone un prezioso dipinto di Lelio Orsi che era stato esportato illegalmente


Un prezioso olio su rame di Lelio Orsi torna nella città natale del grande pittore cinquecentesco, Novellara: è la Leda e il cigno, dipinto che è stato riportato al Museo Gonzaga di Novellara, appositamente rinnovato per ospitare l’opera di Lelio Orsi, tornata in Emilia dopo una complessa vicenda durata oltre quindici anni.

Un prezioso olio su rame di Lelio Orsi (Novellara, 1508/1511 – 1587) torna nella città natale del grande pittore cinquecentesco, Novellara: è la Leda e il cigno, dipinto che è stato riportato al Museo Gonzaga di Novellara, appositamente rinnovato per ospitare l’opera di Lelio Orsi, tornata in Emilia dopo una complessa vicenda durata oltre quindici anni. Il quadro, concesso in deposito dal Ministero della Cultura, dallo scorso 6 aprile è esposto al Museo.

Di questo dipinto di Lelio Orsi, un olio su rame dalle dimensioni di 43x30 centimetri che gli abitanti di Reggio Emilia avevano avuto l’ultima possibilità di ammirare all’inizio del 1988, grazie a una mostra dedicata al grande manierista emiliano presso il teatro municipale, si erano perse le tracce fino al 24 gennaio 2008, quando era stato venduto dalla casa d’aste Sotheby’s di New York per più di un milione di dollari. Da quel momento, il Comune di Novellara, desideroso da tempo di ospitarlo, ha intrapreso una controversia che si è trasformata in una sorta di mistero, simile a quelli narrati nei romanzi scritti da Carlo Fruttero insieme allo scrittore Franco Lucentini, che nel 1988 era peraltro il proprietario del capolavoro di Orsi esposto a Reggio Emilia. L’opera rimase nella casa di Lucentini fino al 2002, anno in cui lo scrittore si tolse la vita. In seguito, la ricomparsa sul mercato sei anni dopo che provocò l’intervento dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale che accertarono l’uscita illecita dell’opera, restituita allo Stato italiano a seguito del suo rientro. Uno degli eredi di Lucentini vendette l’opera a un antiquario che, senza aver ottenuto le dovute autorizzazioni, vendette l’opera di Lelio Orsi in Inghilterra, e da qui arrivò poi negli Stati Uniti, acquistato nel frattempo dal collezionista che lo mise all’asta nel 2008. La vicenda si è infine risolta con la confisca dell’opera poco dopo l’asta: dopo il suo rientro in Italia, la Leda e il cigno è rimasta a lungo in deposito presso il Comando del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Roma. Fino ai risvolti recenti.

Lelio Orsi, Leda e il cigno (olio su rame, 44 x 30 cm)
Lelio Orsi, Leda e il cigno (olio su rame, 44 x 30 cm)

Con il supporto della Regione, il Comune di Novellara ha fortemente sollecitato di poter ospitare il capolavoro presso il Museo Gonzaga. Il Ministero della Cultura ha emesso un parere favorevole, subordinato a un accordo tra la Direzione regionale dei musei dell’Emilia-Romagna e il Comune per garantire la massima valorizzazione dell’opera. L’intesa riguarda il restauro della pellicola pittorica del capolavoro e i lavori di miglioramento del Museo Gonzaga.

Il rinnovamento dell’allestimento del Museo, con particolare attenzione all’accessibilità, ha comportato un costo complessivo di 165mila euro, di cui la Regione ha contribuito con 42mila euro. In particolare, il progetto ha rivoluzionato gli spazi destinati all’esposizione permanente intervenendo sull’illuminazione, sulle vetrine espositive e sulle didascalie e pannelli informativi. I principali interventi sono stati concentrati sulle sale più significative del museo: quelle dedicate alla figura di Lelio Orsi e alla collezione dei Vasi della Spezieria dei Gesuiti. Il miglioramento dei dispositivi didattici e informativi, esteso a tutto il complesso museale, è stato progettato per rendere i contenuti accessibili a diverse categorie di visitatori.


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