Non solo British: dai musei inglesi sparite centinaia di oggetti


Non c’è solo il British Museum ad aver denunciato la sparizione di oggetti dalla propria collezione, a causa di furti: il problema, nei musei britannici, sarebbe piuttosto esteso, secondo un’inchiesta dell’Independent.

I recenti furti al British Museum di Londra non sarebbero un caso isolato. Lo scorso anno, il grande museo londinese scopriva che almeno 1.500 pezzi del museo, disposti lungo un arco cronologico dal XV secolo a.C. all’Ottocento, erano spariti, a causa di furti: la gravità della vicenda era tale da aver portato il direttore Hartwig Fischer alle dimissioni. Il caso dei furti nei musei britannici tuttavia sembra essere molto più grande, secondo un’inchiesta del quotidiano The Independent pubblicata lo scorso 9 aprile.

Tra quanti hanno risposto alle domande del giornale figurano musei importanti come l’Imperial War Museum, il National History Museum e il National Museum of Scotland: tutti, in tempi recenti, hanno denunciato la sparizione di oggetti.

L’Imperial War Museum, in particolare, ha registrato 539 oggetti persi tra il 2018 e il 2023 e un oggetto rubato, mentre il National History Museum ha rivelato che 13 oggetti erano scomparsi negli ultimi cinque anni. Nello stesso periodo, il Museo Nazionale della Scozia ha segnalato la perdita di sei oggetti dalle sue collezioni, un oggetto rubato e un altro distrutto in un incendio. Tra gli oggetti mancanti dal National History Museum ci sono denti di mammiferi dell’era mesozoica, che avrebbero più di 65 milioni di anni, e un gastrolite che si presume rubato dalla Galleria dei Dinosauri. Il National Museum of Scotland ha affermato che un telefono appartenente al De Havilland Comet 4C (il primo aereo passeggeri commerciale al mondo), è stato sparito nel 2022.

Ancora, il Science Museum Group ha segnalato quattro oggetti registrati come persi tra il 2018 e il 2023, mentre il National Museum of Wales ha affermato che un totale di 16 oggetti sono scomparsi dal 2017 e 1.921 è il numero complessivo di oggetti che sono andati perduti da quando il museo ha iniziato a prendersi cura degli oggetti. Nel frattempo, l’anno scorso è emerso che una famosa scultura di Auguste Rodin mancava dalla collezione dei Glasgow Museums da 75 anni: si tratta di Les Bourgeois de Calais, opera che è stata vista l’ultima volta quando venne esposta nel 1949 al Kelvingrove Park, dove avrebbe peraltro subito pure dei danni. Jérôme le Blay, direttore del Comité Rodin, che gestisce un catalogo delle opere dell’artista, ha stimato che il valore della scultura oggi sarebbe di circa 3 milioni di sterline. Tra i musei che invece non hanno segnalato perdite figurano la National Gallery, il Victoria and Albert Museum e la Tate.

L’Imperial War Museum ha affermato che la somma include solo gli oggetti che risultano ancora perduti, perché il museo recupera “frequentemente”, stando a quanto ha comunicato all’Independent, altri oggetti scomparsi. Ha aggiunto che la cifra dovrebbe essere inquadrata nel contesto delle dimensioni delle collezioni complessive del museo, che nell’ultimo rapporto annuale ammontavano a 33.680.654 pezzi. Il Museum of Wales ha affermato che attualmente possiede più di 5,3 milioni di oggetti e li gestisce dal 1870: la maggior parte di quelli perduti sono piccoli o di basso valore finanziario. Un portavoce ha dichiarato: “Anche se disponiamo di vigorose procedure di gestione e sicurezza delle collezioni, a causa delle dimensioni della collezione e con almeno 1,3 milioni di persone che visitano i nostri sette musei all’anno, alcune perdite sono purtroppo inevitabili”.

Un portavoce del National History Museum ha dichiarato: "Prendiamo molto sul serio la sicurezza della nostra collezione, quindi negli ultimi dieci anni abbiamo avuto solo quattordici casi di oggetti smarriti o mancanti da una collezione di 80 milioni, limitati a piccole cose come i denti, pesci e tessuti animali congelati, e un solo furto accertato”.

Secondo alcuni ex agenti dell’Unità Arte e Antiquariato della Polizia Metropolitana di Londra, che hanno parlato con l’Independent, parte della colpa è da attribuire all’impatto dei tagli al budget e al personale nel corso degli anni, situazione che ha depotenziato le indagini sui crimini artistici a Londra, con la squadra che a volte rischia addirittura di chiudere. Nel 2017, per esempio, tre dei quattro ufficiali dell’unità furono trasferiti per affrontare la tragedia dell’incendio della Grenfell Tower, lasciando un solo ufficiale nella squadra. Una fonte, che ha voluto rimanere anonima, ha dichiarato: “I tagli al bilancio hanno avuto un impatto enorme sui poteri investigativi. Era un’unità incredibilmente piccola che superava il suo peso e godeva di una reputazione mondiale. Quando inizi a privare la squadra di tre o quattro persone, chiaramente ciò avrà un impatto. È triste”.

Il British Museum, una volta scoperti i furti, si è impegnato ad agire immediatamente in base a tutte le raccomandazioni disponibili, partendo con una ricognizione indipendente sulle misure di sicurezza del museo conclusasi alla fine dello scorso anno. Il museo ha licenziato un curatore di lunga data, Paul Higgs, per gli oggetti mancanti e lo ha citato in giudizio presso l’Alta Corte. Gli avvocati del museo affermano che Higgs “ha abusato della sua posizione di fiducia” per rubare gemme antiche, gioielli d’oro e altri pezzi dai magazzini nel corso di un decennio. Higgs, che ha lavorato nel dipartimento di arte greca e romana del museo per più di due decenni, ha negato le accuse e intende contestare le pretese legali del museo. Anche la polizia sta indagando, ma nessuno al momento è stato accusato.

Un ex membro dello staff di un importante museo del Regno Unito, che ha voluto rimanere anonimo, ha detto di non essere stato affatto sorpreso nel sentire i problemi che affliggono il British Museum, perché ha detto che i problemi riguardano l’intero settore. Ha attribuito la colpa ai fallimenti della catalogazione causati da una costante mancanza di competenze specialistiche, che a sua volta è avvenuta almeno in parte come risultato dei tagli ai finanziamenti nel contesto di un’espansione del settore. Ha detto: “Ci si aspetta che le persone che devono imparare sul lavoro senza conoscenze specialistiche vadano a catalogare cose di cui non sono sicure”.

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