I musei olandesi si ribellano alle restrizioni anti-Covid: diventano palestre e centri estetici


Incredibile protesta del mondo della cultura olandese: musei e sale da concerto, chiusi per le restrizioni anti-Covid, aprono come palestre e saloni di bellezza (che invece possono lavorare). In testa alla protesta istituti come il Van Gogh Museum e la Mauritshuis. 

Il mondo della cultura nei Paesi Bassi si ribella alle nuove restrizioni per il contenimento della pandemia da Covid-19 imposte dal governo: musei e sale da concerto mercoledì scorso si sono temporaneamente trasformati in saloni di bellezza, centri estetici e palestre in segno di protesta contro le regole governative per le quali, dalla scorsa settimana, i servizi alla persona hanno potuto riaprire l’attività mentre per i luoghi della cultura permane l’obbligo di chiusura.

Così, un barbiere e due nail artist si sono presi cura dei visitatori tra le opere d’arte del Van Gogh Museum di Amsterdam mentre due barbieri hanno allestito le loro sedie sul palco del Concertgebouw sempre nella capitale. Qui è andato in scena l’ Hair salon at the Concertgebouw: un improvvisato salone di bellezza dove i barbieri hanno tagliato i capelli mentre l’orchestra ha suonato la Sinfonia n. 2 di Charles Iver. Presso la galleria Mauritshuis all’Aia, sede del famoso dipinto La ragazza con l’orecchino Perla di Vermeer si sono svolte lezioni di fitness, mentre lezioni di yoga si sono svolte al Kröller-Müller Museum di Otterlo, e anche il museo Speelklok di Utrecht è diventato una palestra tra pesetti e tappetini. “Volevamo sottolineare che un museo è una visita sicura e dovremmo essere aperti”, ha detto la direttrice del Van Gogh Museum Emilie Gordenker. “Naturalmente adottando le misure contro il rischio pandemico, penso che i grandi spazi aperti come il Van Gogh Museum dovrebbero essere in grado di riaprire”.

Le autorità olandesi hanno distribuito avvisi di procedimento esecutivo a settanta istituzioni che hanno preso parte alla protesta. “Dopo due anni di pazienza e un atteggiamento sempre costruttivo, è giunto il momento di una prospettiva equa per il settore culturale”, ha detto il direttore del Concertgebouw Simon Renink. Il Van Gogh Museum ha spiegato tutto sul proprio sito web: “Mercoledì 19 gennaio 2022”, si legge nel sito, “il Museo Van Gogh sarà temporaneamente un salone di bellezza. Con questa azione giocosa una tantum attiriamo l’attenzione sulla terribile situazione del settore culturale”. Le attività si sono svolte con il pubblico, che poteva prenotarsi pagare i professionisti per il servizio (19 euro il taglio della barba, 33 quello dei capelli, 25 euro il trattamento unghie). Il tutto ovviamente nel rispetto delle misure base: misurazione della temperatura corporea, mascherine, gel disinfettante.

La protesta di teatri e musei segue simili misure di disobbedienza civile da parte di bar e ristoranti nei Paesi Bassi contro alcune delle misure Covid più dure d’Europa. Alcuni caffè e ristoranti hanno aperto in diverse città nel fine settimana nonostante un annuncio del governo venerdì che ne decretava la chiusura almeno fino al 25 gennaio.

“Visitare un museo”, ha chiuso Gordenker parlando con la BBC, “è sicuro, ed è importante quanto andare dall’estetista, forse anche di più. Chiediamo solo di essere coerenti... di stabilire le regole in modo che tutti le capiscano. A questo punto sembra che ciò manchi”. I sindaci, tuttavia, non hanno gradito, come riporta il quotidiano AD, una delle principali testate olandesi. E alcuni dei primi cittadini delle più grandi città hanno già detto che anche nei prossimi giorni agiranno per far rispettare ovunque le restrizioni imposte dal governo, nonostante le proteste del settore culturale. “Non è possibile chiudere un occhio e accettare le proteste”, ha detto una portavoce del governo. “Non è possibile tollerare tutto ciò. Per quanto si possa simpatizzare col settore della cultura, la protesta va contro le regole anti-Covid”. Ma in alcune città il settore si sta già attrezzando per bypassare le regole. A Twente, si legge sempre su AD, si è deciso di continuare l’azione di protesta dentro i saloni dei parrucchieri. A Enschede, Hengelo e Haaksbergen ci si organizza per far svolgere gli spettacoli teatrali dentro sedi non colpite dalle restrizioni. Insomma: nei Paesi Bassi non manca certo la creatività per far presente al governo di Mark Rutte l’assurdità delle chiusure che colpiscono i luoghi della cultura. 

Di seguito, alcune foto della protesta.

Parrucchiere al Van Gogh Museum (Amsterdam)
Parrucchiere al Van Gogh Museum (Amsterdam)
Fitness al Frans Hals Museum (Haarlem)
Fitness al Frans Hals Museum (Haarlem)
Parrucchiere al Concertgebouw (Amsterdam)
Parrucchiere al Concertgebouw (Amsterdam)
Fitness al Limburgs Museum (Venlo)
Fitness al Limburgs Museum (Venlo)
Yoga al Kröller-Müller Museum (Otterlo)
Yoga al Kröller-Müller Museum (Otterlo)
Fitness al Nederlandsfotomuseum (Rotterdam)
Fitness al Nederlandsfotomuseum (Rotterdam)
Fitness al Museum JAN (Amstelveen)
Fitness al Museum JAN (Amstelveen)
Fitness alla Kunsthal di Rotterdam
Fitness alla Kunsthal di Rotterdam

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