Si scatena la bagarre sul Caravaggio di Siracusa, che Sgarbi vuole portare in Trentino


In Sicilia è polemica e scontro sul trasferimento del “Seppellimento di santa Lucia”, il capolavoro di Caravaggio a Siracusa, che Sgarbi vorrebbe spostare a Rovereto per una mostra al Mart, in cambio del restauro e di una teca climatizzata.

È polemica in Sicilia per lo spostamento di uno dei capolavori dell’ultimo Caravaggio, il Seppellimento di santa Lucia, che Michelangelo Merisi eseguì nel 1608 per la chiesa di Santa Lucia extra Moenia e che oggi si trova invece nel centro della città, nella chiesa di Santa Lucia alla Badia, perché la sua antica collocazione non offriva adeguate condizioni di conservazione: si tratta di un dipinto molto fragile, che versa in uno stato tutt’altro che buono, e che risulta esposto fuori contesto, addossato alla pala d’altare della chiesa (ne denunciavamo le condizioni di conservazione ed esposizione in un articolo dell’aprile 2019). Il capolavoro, infatti, dovrebbe partire nel prossimo autunno per Rovereto, in Trentino, dove è in progetto una mostra che lo dovrebbe esporre a fianco di Alberto Burri per sottolineare le analogie tra i due grandi artisti.

Un viaggio di più di mille chilometri che porterà il Seppellimento al Mart, il grande museo d’arte contemporanea di cui è presidente Vittorio Sgarbi, che sarà anche curatore della rassegna, un progetto annunciato già a ottobre, che doveva tenersi in primavera, ma che è slittato di alcuni mesi a causa dell’emergenza Covid-19. Il “pacchetto” prevede anche il necessario e opportuno restauro dell’opera, che sarà interamente finanziato dalla Provincia di Trento, per un ammontare di 350mila euro, e la fornitura di una nuova teca realizzata dall’azienda Goppion. Il trasferimento dovrà ottenere l’avallo del Fondo Edifici di Culto (Fec) del Ministero dell’Interno, l’ente proprietario del dipinto che, sentiti i pareri positivi dei tecnici sulla possibilità di far viaggiare l’opera, darà il via libera al trasferimento (a fine giugno il dipinto sarà sottoposto alle opportune verifiche, che si terranno a Siracusa).

 

Caravaggio, Seppellimento di santa Lucia (1608; olio su tela, 408 x 300 cm; Siracusa, Santa Lucia alla Badia)
Caravaggio, Seppellimento di santa Lucia (1608; olio su tela, 408 x 300 cm; Siracusa, Santa Lucia alla Badia)


Tuttavia, l’idea dello spostamento del Caravaggio siracusano in Trentino ha destato forti malumori in città, tanto da portare il sindaco Francesco Italia e l’assessore alla cultura Fabio Granata a firmare una nota congiunta nella quale viene espressa “contrarietà allo spostamento della preziosissima e fragile tela” in quanto “rappresenta uno dei tasselli fondamentali del nostro patrimonio artistico e una delle attrazioni più importanti della nostra città per viaggiatori e turisti”. Dati i pareri positivi dei tecnici sulle condizioni dell’opera, la battaglia si sposta pertanto sul piano dell’opportunità: in altri termini, è giusto spostare un’opera di Caravaggio da Siracusa a Rovereto per una mostra come quella in corso di progettazione al Mart?

I contrari fanno leva sull’importanza identitaria del dipinto per i siracusani e sull’attrattività per il turismo, mentre i favorevoli battono sulla lauta somma che la Provincia di Trento metterebbe a disposizione per i lavori, il fatto che l’opera già ora non si trova nella sua collocazione (che sarebbe in realtà la chiesa di Santa Lucia extra Moenia: il restauro consentirebbe il ritorno del dipinto nella sua sede “naturale”), e sul fatto che l’opera verrebbe spostata a metà ottobre, quando le presenze turistiche nel capoluogo siciliano calano. Quale dunque la soluzione prospettata? Il sindaco Italia, ieri mattina, ha proposto che l’opera venga tutelata “trovando adeguate forme di finanziamento per il restauro, e non sottoponendo l’opera a rischi e promesse altrui”. Italia, inoltre, spegne l’argomentazione del calo del turismo in ottobre, ritenendo che in questa fase, a causa dell’emergenza coronavirus, sarebbe utile avere l’opera anche fuori stagione per continuare a convogliare turisti in città. Lo storico dell’arte Paolo Giansiracusa, uno degli animatori del fronte del “no”, la mette invece sul piano dell’orgoglio: “perché non è lo Stato, in questa fase, a pensare alla sua teca e ai suoi restauri?”, ha dichiarato sempre ieri al Tg3 regionale, aggiungendo che “non siamo gli ultimi pezzenti della terra, abbiamo le nostre risorse e certamente non dobbiamo far prostituire un dipinto per fargli guadagnare una teca o un restauro”.

Sgarbi, dal canto suo, stamani ha provocatoriamente risposto a Francesco Italia invitandolo a cercare le fonti di finanziamento necessarie. “Sono quindici anni che le stanno cercando”, ha detto Sgarbi. “Le ha trovate l’ex assessore della Regione, che sono io, attraverso una regione amica, la quale non paga uno spostamento di tipo provocatorio, ma alla fine della stagione estiva, già di per sé depressa, quando di molto cala il turismo culturale e in ottobre sarà pressoché azzerato, stabilisce di dare manutenzione, restauro e sicurezza, con 350mila euro, che vorrei che trovasse il sindaco: non credo che li troverà”. Sgarbi sottolinea poi un altro punto, quello del restauro: il presidente del Mart ha infatti detto che, a Rovereto, l’opera sarà sottoposta all’intervento in un ambiente dove il pubblico potrà vederla, cosa che a suo dire non sarebbe stata possibile a Siracusa, o almeno non in un laboratorio in grado di evitare di celare il Seppellimento agli occhi del pubblico. Sarà sufficiente per convincere la città a mandare il dipinto in trasferta?


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