Protesta ieri mattina a Genova, a Palazzo Ducale, nelle sale che ospitano la mostra su Artemisia Gentileschi (qui la nostra recensione), oggetto nelle settimane scorse di vivaci polemiche a causa di alcuni elementi del percorso contestati dai movimenti femministi (come la sala che rievoca lo stupro della pittrice, o la presenza di gadget con frasi del suo stupratore Agostino Tassi, o la vendita presso il bookshop del libro La notte tu mi fai impazzire – Gesta erotiche di Agostino Tassi, pittore di Pietrangelo Buttafuoco). Alcuni attivisti di Bruciamo tutto, movimento “di liberazione dal sistema patriarcale”, come si definisce, nato nel novembre 2023 a seguito del femminicidio di Giulia Cecchettin, hanno fatto irruzione alla mostra, dove hanno dapprima coperto tre dipinti di Agostino Tassi presenti in mostra con grandi teli neri, dopodiché hanno rovesciato per terra vernice rossa, e bagnando le mani con la vernice hanno impresso le loro impronte sui pannelli espositivi e sulle didascalie dei dipinti.
“Ieri durante la nostra azione”, hanno dichiarato gli attivisti di Bruciamo Tutto tramite i loro canali social, “abbiamo oscurato i quadri dello stupratore di Artemisia, esposti accanto ai suoi, per sottolineare la profonda contraddizione che tale scelta logistica rappresenta. La spettacolarizzazione dello stupro è solo una delle modalità con cui il patriarcato si appropria della creatività di figure femminili, riducendole a semplici appendici di figure maschili. Pensiamo a Joy Omoragbon, uccisa da suo marito il 28 marzo. Ennesimo femminicidio. Ennesima donna che, come Artemisia, viene riconosciuta solo come vittima. Non possiamo più accettare il silenzio, la normalizzazione, la spettacolarizzazione attorno al nostro dolore e useremo la disobbedienza civile nonviolenta per combatterli. Chiediamo un reddito di liberazione, come primo aiuto dalle istituzioni per liberarci dalla violenza”. Dopo la protesta degli attivisti, sono intervenuti polizia e carabinieri, dopodiché la mostra è stata chiusa al pubblico per circa tre ore, per i rilievi necessari a stabilire l’entità degli eventuali danni. Dai primi accertamenti sembra tuttavia che le opere non abbiano subito alcuna conseguenza.
“ Non posso che condannare il gesto di cui si sono resi protagonisti questi ragazzi”, ha dichiarato il presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Beppe Costa. “Naturalmente non sono contrario all’espressione delle proprie opinioni, ma ritengo che vada fatto tenendo conto anche della libertà degli altri. E oggi c’erano moltissimi visitatori a cui è stato negato il diritto di vedere la mostra. Ringrazio Polizia e Carabinieri per l’intervento e per la celerità dei rilievi condotti. E ringrazio anche il personale di Palazzo Ducale e della società Arthemisia che hanno consentito di riaprire l’esposizione già nel pomeriggio”.
Condanna anche da parte del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: “Solidarietà a Palazzo Ducale, dove questa mattina le attiviste del movimento il cui nome è tutto un programma, ’Bruciamo tutto’ hanno coperto con dei teli neri alcune opere all’interno della mostra di Artemisia Gentileschi e imbrattato pavimenti e pareti. Un modo di esprimere il dissenso che condanniamo fermamente perché l’arte non va mai censurata, anche se una mostra non piace. Non è con gesti violenti e incivili che si combatte violenza e inciviltà. E vale anche per la violenza di genere. Anzi, forse in particolare per la violenza di genere. Un’opera e il luogo che le ospita non sono un tiro a segno ma rappresentano il lavoro, i sacrifici e l’impegno di tante persone”. Per l’azione sono stati denunciati dalla Digos, per imbrattamento, due uomini e una donna di età compresa tra i 25 e i 30 anni, residenti in Lombardia, e raggiunti dal foglio di via da Genova disposto dalla questora del capoluogo ligure Silvia Burdese.