Quanto ne sanno di storia dell'arte i francesi? Lo stato lo ha scoperto con un quiz


Quanto ne sanno i francesi di storia dell’arte? La Francia ha voluto indagare con un quiz. Ecco i risultati. Quando invece in Italia?

Un quiz statale per conoscere quanto i cittadini ne sanno di storia dell’arte: è l’idea che ha avuto la Francia. Lanciato nel 2018 dal Dipartimento di Studi e Statistiche del Ministero della Cultura, il quiz è stato proposto a un campione di 2.300 persone rappresentative della popolazione francese (dai 18 ai 79 anni), e i risultati sono stati resi noti a fine maggio di quest’anno.

Si tratta di un quiz a risposta multipla, non così scontato (chi vuole cimentarsi può scaricarlo dal sito del Ministero della Cultura di Francia): ci sono fotografie di edifici di cui bisogna indicare lo stile (rinascimento, medievale, art déco, ecc.), fotografie di sculture e dipinti a cui occorre assegnare l’autore, opere da mettere in ordine cronologico, monumenti per i quali c’è da inserire la città in cui si trovano, domande in stile “trova l’intruso”, e così via.

Cosa è emerso dallo studio? Per esempio, che le conoscenze artistiche vanno di pari passo con l’età, che tra i più giovani sono molto più marcate le differenze di sesso (e in particolare nelle giovani generazioni sono le femmine a saperne di più dei maschi), che la distribuzione sociale delle conoscenze artistiche è diseguale (ne sanno molto di più le persone delle classi sociali alte), e che le conoscenze progrediscono col livello di studi raggiunto. E ancora, i tecnici del Dipartimento di Studi e Statistiche rilevano che “il successo nel quiz è particolarmente legato allo sviluppo della fortuna patrimoniale, alla lettura dei libri e all’uso di internet su temi artistici”. Altro dato che emerge è che il successo nella risposta alle domande è correlato alla frequentazione dei musei, e questo a prescindere livello di studi raggiunto dalle persone.

Scendendo nel dettaglio, facendo una media dei risultati e mettendoli su una scala da 1 a 20, il risultato ottenuto dai francesi è stato di 12 (insomma, hanno ottenuto la sufficienza), con il 50% delle persone che ha ottenuto un punteggio tra 8,4 e 15. Solo il 9% ha ottenuto un punteggio inferiore al 4, mentre ben un francese su quattro è riuscito a ottenere un punteggio superiore al 15. Entrando più nello specifico sul campo dell’età, il 32% degli ultracinquantacinquenni appartiene al gruppo dei “conoscitori” (ovvero il 25% che ha ottenuto un punteggio superiore a 15), percentuale che scende al 25% per il gruppo 35-54 anni e solo al 13% per il gruppo 18-34 anni. Viceversa, le conoscenze progrediscono con l’età: il 39% dei minori di 25 anni appartiene al gruppo dei “novizi” (il 25% che ha ottenuto meno di 9 punti), e la percentuale si riduce al 29% per il gruppo 25-34 anni. Secondo lo studio, la minor conoscenza da parte dei giovani potrebbe essere dovuta anche a “un indebolimento della cultura classica nelle giovani generazioni, erosione percepibile a partire dai nati negli anni Ottanta, in ragione dell’abbassamento delle competenze degli studenti”. Inoltre, potrebbe essere anche un problema di attitudine: “i temi artistici proposti [dal quiz] potrebbero sembrare ai giovani lontani dai loro universi culturali e dal mondo attuale”, una tendenza testimoniata dall’alto numero di risposte “non lo so” nelle fasce d’età più basse.

Sulle differenze sessuali, si riscontra una sostanziale parità, meno marcata però tra i giovani (tra gli under 35, appartiene al gruppo dei novizi il 37% degli uomini contro il 28% delle donne), e che si riappiana col progredire dell’età (anzi, è stato riscontrato che, tra gli ultracinquantacinquenni, fa parte del gruppo dei “conoscitori” il 35% degli uomini contro il 28% delle donne). Se invece prendiamo la popolazione nel suo complesso, si schiera sopra la media dei 12 punti il 50% delle donne e il 49% degli uomini: c’è qunidi parità nel complesso della popolazione. Sulla distribuzione geografica, quelli che ne sanno di più in fatto d’arte sono i parigini, subito seguiti dagli abitanti delle grandi città.

Come anticipato, si è riscontrata una distribuzione diseguale sul livello di studio e sul ceto sociale. Prendendo in considerazione il totale della popolazione, supera la media dei 12 punti il 52% dei laureati, il 44% dei diplomati e il 35% di chi ha un titolo inferiore al diploma di scuola superiore. Per ciò che riguarda il ceto sociale, supera la media dei 12 punti il 37% delle categorie “popolari”, il 58% del ceto medio e il 73% delle categorie “superiori”. Quanto al tipo di famiglia, sono le coppie senza figli a saperne di più (il 57% supera la media), seguiti dal 54% dei single, dal 45% dell coppie con figli, dal 40% delle “famiglie complesse con più di una persona” e dal 38% delle famiglie con un solo genitore, che chiudono la classifica. Anche il reddito incide, progressivamente: supera la media di 12 punti il 71% di chi guadagna più di 2.500 euro al mese, seguiti dal 56% dei redditi tra 1.650 e 2.500, dal 42% dei redditi tra 1.200 e 1.650, e dal 35% di chi guadagna meno di 1.200 euro al mese.

Quanto alla frequentazione di eventi culturali, la stragrande maggioranza dei “conoscitori” (il 73%) frequenta almeno cinque eventi culturali l’anno: dal lato opposto del grafico, il 47% dei “novizi” non visita nessun evento culturale l’anno. “La mancanza di visite a musei e mostre nel corso della vita”, si legge nel rapporto, “si accompagna a un insieme di indicatori che testimoniano una condotta di vita, negli individui che fanno parte di questo gruppo, più difficile rispetto a quella delle altre categoria: minor socialità, salute meno buona, difficoltà finanziarie. Questi individui presentano in effetti un profilo sociodemogragico meno favorito e un livello di studi meno elevato”. Sono persone che si collocano per lo più nelle fasce d’età più elevate e, viceversa, in quelle più giovani.

Sulle conoscenze sembra quasi, dai grafici, che internet e i libri agiscano positivamente, la televisione negativamente. Quanto ai libri, fa parte dei “novizi” il 47% di chi non legge mai durante l’anno e, viceversa, chi legge almeno un libro al mese è al 54% nel gruppo dei “conoscitori”. Lo stesso vale per internet: nel gruppo dei novizi, il 39% non si collega mai per ragioni connesse all’arte, mentre il 36% dei conoscitori fa uso abituale della rete per cercare tematiche artistiche. Il contrario invece per la tv: il 39% di chi la guarda più di quattro ore al giorno fa parte dei “novizi” (contro il 16% di chi non la guarda mai), mentre tra i conoscitori guarda la tv almeno quattro ore al giorno il 18% del gruppo, contro il 36% che invece non la guarda mai. Mettendo a confronto tutte le metriche, dallo studio emerge comunque che “più che il livello di studi, è la visita ai musei, abituale o occasionale, assieme alla lettura regolare di libri, a essere più correlate al successo nel quiz”.

E per rispondere ai più curiosi... come si sono comportati i francesi nelle risposte? Vediamo alcuni esempi: 9 su 10 sanno che la statua della Libertà si trova a New York, ma la percentuale scende all’80% se si tratta di indicare la città del Manneken-Pis di Bruxelles, e al 72% di chi ha saputo indicare il viadotto di Millau. Sempre 7 francesi su 10 sanno che le Ninfee sono di Monet e il Pensatore è di Rodin, ma solo il 47% ha saputo riconoscere l’opera riconducibile al suprematismo (e addirittura solo il 43% ha assegnato a Monet il suo capolavoro Impression, soleil levant). Sulle tre domande “riconosci l’intruso”, il 79% ha ben individuato il dipinto di Holbein tra quelli di Signac, il 36% quello di Signac tra i dipinti di Van Gogh, ma solo il 4% ha trovato l’opera di Matisse tra quelle di Picasso.

In conclusione, si legge nel rapporto, “le conoscenze artistiche dei francesi rilevano un andamento relativamente inedito e improntato su di una dimensione esplorativa, che necessita di nuove indagini. Nondimeno fornisce una prima ripartizione marcata da una forte concentrazione dei risultati, da parte di metà della popolazione, attorno al risultato mediano”. L’inchiesta rileva poi diversi estremi: da un lato, una minor conoscenza, molto omogenea, nel 25% della popolazione che ha ottenuto il punteggio più basso, mentre dall’altro un maggior eclettismo dei saperi nel quarto della popolazione che si trova nella fascia più alta dei risultati. Infine, il Dipartimento di Studi e Statistiche si ripropone di avviare nuove indagini per meglio studiare le correlazioni emerse dallo studio, ma sottolinea anche l’importanza delle politiche culturali per appianare le differenze sociali, dato che gli squilibri più forti si sono registrati proprio in relazione all’abitudine alla cultura e al ceto d’appartenenza. 

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