I vescovi lombardi preoccupati per il Santuario di Caravaggio: minacciato da espansione industriale


La Conferenza Episcola Lombarda esprime la propria preoccupazione per il Santuario di Caravaggio: l’ambiente che lo circonda è infatti minacciato dal progetto di realizzazione di un’ampia zona industriale.

La Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Lombarda, organo presieduto da monsignor Corrado Sanguineti, Vescovo di Pavia, esprime la propria preoccupazione per il Santuario di Caravaggio, e in particolare per il patrimonio ambientale che circonda il Santuario di Santa Maria del Fonte. Un’area che è sempre stata tutelata, tanto che ci sono in essere vincoli urbanistici e paesaggistici che hanno consentito di preservare le aree agricole che per seicento anni hanno circondato il Santuario, diventando tutt’uno con esso. Anche il reticolo dei canali, alimentati dai fontanili, tipici della zona, ha caratterizzato l’area, come suggerisce il nome stesso del santuario, sorto sul luogo di una apparizione della Madonna, presso una sorgente.

“Da alcuni anni”, dichiara la Consulta, “tale patrimonio è minacciato da iniziative e decisioni che sembrano non tener conto della rinnovata consapevolezza, fatta propria dal legislatore e dagli stessi cittadini, sui temi della tutela ambientale e paesaggistica, non considerando l’origine secolare di questo monumento e del territorio circostante”. La consulta si riferisce in particolare al progetto di realizzazione di un’ampia zona industriale nel Comune di Misano Gera d’Adda, nella quale potrebbe essere costruito un imponente polo logistico a soli 500 metri circa di distanza dal Santuario. “Progetto che preoccupa vari soggetti”, aggiunge la Consulta, “come dimostra il fatto che sabato 20 aprile, proprio a Caravaggio, farà tappa una manifestazione del Coordinamento ‘Salviamo il suolo’, che rappresenta un gruppo di associazioni, circoli, comitati e cittadini”.

“Il progetto di trasformazione di porzioni importanti del territorio in aree industriali o commerciali, sottraendole all’uso agricolo”, spiega la Consulta, “riguarda in verità varie zone del territorio della Bassa Bergamasca e aree limitrofe. Processo che negli ultimi anni ha portato il fenomeno del consumo di suolo a valori assai elevati, rispetto al quale assume un’importanza centrale il tema di un’efficace pianificazione, regolazione e controllo da parte delle Istituzioni competenti, in modo da armonizzare le diverse esigenze (produttive, abitative, ambientali e paesaggistiche) nella costante ricerca del bene comune”.

I nuovi insediamenti produttivi attorno al Santuario di Caravaggio si troverebbero su di un territorio fragile e strettamente legato a un monumento che rappresenta un elemento costitutivo e caratterizzante dell’intera area, peraltro dal 26 maggio scorso riconosciuto come Santuario regionale, e oggetto, dal gennaio 2022, di un protocollo d’intesa per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali di interesse religioso sottoscritto tra la Regione Lombardia e la Conferenza Episcopale Lombarda. In questo documento si metteva in risalto l’impegno reciproco per la valorizzazione del patrimonio storico e culturale dei beni di interesse religioso e la reciproca disponibilità a tutelare questo patrimonio. In conseguenza di ciò, veniva sancito l’impegno reciproco alla tutela, al recupero e alla fruibilità dei tali beni.

“Infine, giova sottolineare”, conclude la Consulta, che la “Costituzione italiana contiene l’impegno alla salvaguardia ambientale: l’articolo 9 prevede infatti che la Repubblica tuteli ‘l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni’. Un impegno confermato dal Codice dei Beni Culturali (D. Leg.vo 42/2004) che si prefigge lo scopo di promuovere la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale come espressione della memoria di una comunità e dei suoi territori e nel contempo fattore di sviluppo degli stessi. Il Codice include tra i beni culturali quelli paesaggistici, che racchiudono i valori storici, culturali ed estetici di un territorio (art. 2). Per tutti questi motivi riteniamo necessario che le Istituzioni si assumano la responsabilità di regolamentare questi fenomeni e assumano la tutela di realtà quali il Santuario Santa Maria del Fonte e del suo territorio. Non solo tutela del monumento, ma anche dell’ambiente e del paesaggio che sono un tutt’uno con esso”.

Nella foto, il Santuario di Caravaggio

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I vescovi lombardi preoccupati per il Santuario di Caravaggio: minacciato da espansione industriale


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