Un atto di condivisione e di solidarietà al Turner Prize 2019: vincitori tutti i finalisti


Il Turner Prize 2019 è stato caratterizzato per la prima volta da un atto di condivisione e di solidarietà: i vincitori sono tutti i quattro finalisti.

Il Turner Prize 2019 è stato vinto da... tutti i finalisti: per la prima volta nella storia del prestigioso premio intitolato al pittore inglese William Turner, dal 1984, quest’anno il Turner Prize ha nominato vincitori tutti i quattro artisti finalisti

Gli artisti hanno presentato una lettera nella quale chiedevano di accettare la loro richiesta di condividere in quattro il prestigioso premio “nel nome della condivisione, della pluralità e della solidarietà”.

Edward Enninful, caporedattore dell’edizione britannica di Vogue, ha rivelato i vincitori e ha dichiarato che "gli artisti hanno voluto cogliere l’occasione del Turner Prize per dare una forte affermazione di comunità e solidarietà"; ha spiegato di fronte alla reazione sorpresa del pubblico che la giuria si è sentita di condividere questa affermazione sociale e politica significativa per il presente in cui viviamo. 

“In un periodo di crisi politica in Inghilterra e nella maggior parte del mondo, dove c’è divisione e isolamento tra persone e comunità” hanno dichiarato nella lettera i quattro finalisti "ci sentiamo fortemente motivati a condividere questo premio in segno di condivisione, pluralità e solidarietà - nell’arte come nella società".  

I vincitori del Turner Prize 2019 sono dunque Lawrence Abu Hamdan, Helen Cammock, Oscar Murillo e Tai Shani. Lawrence Abu Hamdan è un artista contemporaneo giordano specializzato in arte sonora che trasforma in installazioni audiovisive e file audio, rendendo ogni opera un’esperienza ravvicinata e spaziale. La sua esposizione al Earwitness Theatre e la sua performance After Sfx gli hanno valso il premio: “Il mio interesse per il suono viene dal fatto che questo può essere contenuto, non può essere messo in una scatola. Uscirà comunque”. Helen Cammock è un’artista britannica che lavora con immagini in movimento, fotografie, testi, stampa e performance. Il suo film The Long Note, che celebra la partecipazione delle donne al movimento per i diritti civili a Derry del 1968, le ha fatto ottenere il Turner Prize. “Le storie non sono mai dietro di noi... Fanno parte di chi siamo, chi sono, chi sei. Non riuscirei mai a pensare di fare un lavoro sulla vita contemporanea che non coinvolga storie passate”. La sua arte si basa sulle complesse storie sociali degli emarginati della storia, al fine di dare loro una voce di fronte allo spettatore di oggi. Oscar Murillo è un artista colombiano che utilizza video, pittura o scultura per denunciare la disparità sociale ed economica del mondo in cui viviamo. Si è aggiudicato il premio con l’opera Violent Amnesia. “Nel mio lavoro cerco di mantenere un equilibrio tra il mio desiderio di pensare principalmente alla creazione di immagini, texture, forme e questa costante consapevolezza del mondo”. Temi ricorrenti nelle sue opere sono i flussi migratori, la globalizzazione e l’ingiustizia sociale. Tai Shani è un’artista britannica che utilizza vari media come performance, film, fotografia, scultura e parola per indagare su storie dimenticate e per dare voce ai suoi protagonisti. Il premio è giunto per le opere DC: SEMIRAMIS e The Tetley: “Sono interessata alla femminilità e alle vie d’uscita della situazione in cui siamo ora”. Il mondo femminile diventa un mondo fantastico pieno di utopia; le sue opere sono profondamente affettive e combinano spesso monologhi ricchi e complessi con installazioni.

Nell’immagine, i quattro vincitori

 

 

 

 

Un atto di condivisione e di solidarietà al Turner Prize 2019: vincitori tutti i finalisti
Un atto di condivisione e di solidarietà al Turner Prize 2019: vincitori tutti i finalisti


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