William Turner, vita e opere del maestro del Romanticismo inglese


William Turner è stato uno degli artisti più importanti dell’Ottocento, maestro del Romanticismo inglese. La sua vita, le sue opere, a cosa si deve la sua fama.

William Turner (Covent Garden, 1775 – Chelsea, 1851) è stato uno degli artisti più noti del Romanticismo e una fonte di ispirazione per il movimento impressionista. Con la sua pittura Turner ha incarnato appieno gli ideali del pittore romantico: un autore dedito alla rappresentazione di una natura selvaggia, che rispecchiasse lo stato d’animo dell’essere umano, ormai destinato a un ruolo marginale all’interno della rappresentazione. Come detto, il pittore inglese è considerato anche uno degli anticipatori dell’impressionismo per una serie di caratteristiche che lo accomunano ai futuri artisti del sodalizio francese.

Per esempio, la critica è solita attribuire ad alcuni artisti l’anticipazione della pittura en plein air ed è noto che lo stesso Turner immortalasse i paesaggi visti durante i viaggi su dei taccuini. Inoltre, esattamente come gli artisti francesi, William Turner ha sempre posto al centro della sua ricerca artistica il colore. Tuttavia, è importante ricordare che le scelte artistiche del pittore inglese e degli impressionisti non furono ispirate dagli stessi presupposti. Infatti, da una parte gli impressionisti volevano restituire allo spettatore una visione fedele della natura; dall’altra, Turner utilizzava gli schizzi dei suoi taccuini per rappresentare le emozioni suscitate dallo spettacolo di incredibili eventi naturali.

Joseph Mallord William Turner, Autoritratto (1799 circa; olio su tela, 74,3 x 58,4 cm; Londra, Tate Britain)
Joseph Mallord William Turner, Autoritratto (1799 circa; olio su tela, 74,3 x 58,4 cm; Londra, Tate Britain)

La vita di William Turner

Joseph Mallord William Turner nacque dal matrimonio tra il barbiere William Gayone Turner e Mary Marshal. Fin da bambino dimostrò una spiccata abilità nel disegno e dopo qualche anno iniziò a lavorare come disegnatore presso gli studi di architetti. Il suo precoce talento fu riconosciuto dall’istituzione artistica inglese più importante, la Royal Academy of Arts di Londra, di cui divenne uno studente nel 1787. A quattordici anni William era solito andare a trovare uno zio a Oxford e durante queste lunghe passeggiate iniziò a immortalare i paesaggi su dei taccuini, inaugurando una pratica che avrebbe portato avanti per tutta la sua vita.

A partire dal 1794 Turner iniziò a ricevere le prime commissioni e nel 1796 presentò alla Royal Academy il suo primo dipinto a olio: Pescatori in mare (1796). Sempre in questi anni il pittore inglese entrò in contatto con le opere dei grandi maestri del passato. In prima istanza, Turner conobbe i capolavori di Giovanni Battista Piranesi (Mogliano Veneto, 1720 – Roma, 1778) e di Rembrandt Harmenszoon van Rijn (Leida, 1608 – Amsterdam, 1669), dai quali apprese importanti insegnamenti riguardo alla gestione del chiaroscuro e alla resa di paesaggi pervasi del sentimento del sublime. Il sublime era uno dei temi principali della pittura romantica e consisteva nella realizzazione di opere di carattere paesaggistico in cui la natura risultava imponente rispetto all’insignificanza dell’essere umano. Un’altra grande fonte di ispirazione fu il gallese Richard Wilson (Penegoes, 1714 – Llanferres, 1782), che lo avvicinò alla tradizione seicentesca del paesaggio storico, rappresentata da Nicolas Poussin (Les Andelys, 1594 – Roma, 1665) e da Claude Gellée, detto Lorrain (Chamagne, 1600 – Roma 1682).

All’inizio dell’Ottocento Turner venne invitato dal romanziere William Beckford (Fonthill, 1760 – Bath, 1844) a Fonthill, dove gli fu commissionato il suo primo quadro a soggetto storico: La quinta piaga di Egitto (1800). Il dipinto rappresentava la piaga biblica della peste e univa la passione per la storia del committente alla visione romantica della natura del pittore. L’opera fu esposta in pendant con due dipinti di Lorrain, acquistati da Beckford l’anno precedente.

Con la Pace di Amiens del 1802 vennero riaperti i confini tra Francia e Inghilterra e il pittore inglese colse questa occasione per organizzare un viaggio a Parigi, preceduto da una sosta in Svizzera. Una volta arrivato nella capitale francese, William ebbe modo di conoscere Jacques-Louis David (Parigi, 1748 – Bruxelles, 1825) e soprattutto di visitare il Musée du Louvre, dove poté ammirare i capolavori dei grandi artisti del passato. L’artista inglese tornò in patria con un’enorme mole di taccuini da cui trarre ispirazione, che lo portarono alla produzione di opere dallo schema compositivo tradizionale, ma dal soggetto romantico.

Nel 1804 William Turner aprì un suo atelier per svincolare la sua arte dalla Royal Academy, a causa di alcune critiche ricevute riguardo al proprio stile. Gli accademici reputavano che il pittore inglese non stendesse il colore in maniera opportuna e che i suoi paesaggi non fossero abbastanza realistici.

Nonostante la diffidenza da parte di alcuni critici d’arte dell’epoca, nel 1807 Turner ottenne una cattedra di prospettiva alla Royal Academy.

Nel 1818 William Turner venne incaricato di andare in Italia per illustrare The picturesque tour of Italy dell’architetto James Hakewill (1778 - Londra, 1843). Durante la sua permanenza nella penisola il pittore inglese riuscì ad ammirare i capolavori dei grandi maestri italiani, che ebbero una grande incidenza sul suo stile. Nella capitale dello Stato Pontificio, il pittore inglese conobbe numerosi artisti, tra i quali il celebre scultore Antonio Canova (Possagno, 1757 – Venezia, 1822), che lo fece nominare membro dell’Accademia di San Luca.

Negli anni a seguire Turner continuò a viaggiare, arrivando nei Paesi Bassi dove approfondì gli studi sul chiaroscuro di Rembrandt. Gli studi della luce e dei paesaggi del pittore fiammingo influenzarono le opere di William, che, nonostante i continui attacchi della critica, riuscivano ancora a riscuotere un grande successo presso un pubblico aristocratico.

William Turner non riuscì a stare lontano dall’Italia per molto tempo, così vi ritornò nuovamente tra il 1828 e il 1829. Durante questo secondo soggiorno il pittore inglese visitò diverse città per poi stabilirsi per qualche mese a Roma, dove organizzò una mostra a Palazzo Trulli. Nella capitale, William realizzò numerose opere e anche diversi bozzetti, che elaborò su tela una volta tornato in patria, come nel caso di Ulisse schernisce Polifemo – Odissea di Omero (1829).

Negli anni successivi Turner continuò a viaggiare per tutta Europa: si diresse prima a Parigi dove conobbe Eugène Delacroix (Charenton-Saint-Maurice, 1798 – Parigi, 1863), tramite l’amico in comune Richard Parkes Bonington. Dopodiché, William si recò per due volte a Venezia dove rimase affascinato dalla luce suggestiva della laguna, che cercò di immortalare in dei bellissimi acquarelli. I risultati di questi anni confluirono in alcuni dei capolavori più celebri di Turner, come le due opere in cui immortalò l’incendio della Camera dei Lord del 1834. Tuttavia, questi dipinti non furono accolti con favore della critica, a eccezion fatta di un giovane scrittore: John Ruskin. Quest’ultimo mandò a Turner un testo in difesa delle sue opere, ma il pittore gli chiese di non pubblicarlo. In un primo momento Ruskin accolse la richiesta di William, ma riprese la difesa di Turner in un capitolo del suo libro Modern Painters (1843), in cui scrisse che “a Venezia egli (Turner) trovò libertà dello spazio, brillantezza della luce, varietà del colore”.

Negli anni seguenti William continuò a viaggiare e programmò di ritornare a Venezia, ma il peggioramento delle sue condizioni di salute non gli permisero di tornare nella laguna. Il suo malessere fisico si riflesse anche sul suo carattere e William si isolò a Chelsea, un quartiere di Londra, dove nascose la sua identità. Negli ultimi William Turner cercò di affogare il suo immenso dolore nell’alcolismo, che aggravò ancora di più le sue condizioni fisiche fino a portarlo alla morte nel 1851.

Joseph Mallord William Turner, Pescatori in mare (1796; olio su tela, 91,5 x 122,4 cm; Londra, Tate Gallery)
Joseph Mallord William Turner, Pescatori in mare (1796; olio su tela, 91,5 x 122,4 cm; Londra, Tate Gallery)
Joseph Mallord William Turner, La quinta piaga d’Egitto (1800; olio su tela, 124 x 183 cm; Museum of Art, Indianapolis)
Joseph Mallord William Turner, La quinta piaga d’Egitto (1800; olio su tela, 124 x 183 cm; Museum of Art, Indianapolis)
Joseph Mallord William Turner, Ulisse schernisce Polifemo – Odissea di Omero (1829; olio su tela, 132,5 x 203 cm; National Gallery, Londra)
Joseph Mallord William Turner, Ulisse schernisce Polifemo – Odissea di Omero (1829; olio su tela, 132,5 x 203 cm; National Gallery, Londra)
Joseph Mallord William Turner, La cattedrale di Lincoln (1795; acquarello su carta, 446 x 348 mm; Londra, The British Museum)
Joseph Mallord William Turner, La cattedrale di Lincoln (1795; acquarello su carta, 446 x 348 mm; Londra, The British Museum)

Le luci, i colori, lo stile di William Turner

Le opere giovanili di William Turner sono molto diverse da quelle più mature per cui il pittore inglese è famoso in tutto il mondo. Inizialmente, Turner si dedicò principalmente alla realizzazione di acquerelli, dopodiché iniziò a produrre dei dipinti a olio. I primi quadri realizzati con questa tecnica rispondevano a una composizione prospettica molto precisa e dettagliata. Appartiene al primo periodo della sua carriera la tela: La cattedrale di Lincoln (1795), in cui William restituisce una veduta dettagliata della cattedrale gotica della città di Lincoln. Questo dipinto non offre lo stesso impatto emotivo delle opere mature di Turner, tuttavia è possibile intravedervi alcune caratteristiche che sembrano preannunciare i suoi capolavori successivi. Infatti, il pittore concentra la sua attenzione sulla rappresentazione dell’ambientazione e dell’aria rarefatta della cittadina inglese.

Con il passare degli anni, l’interesse per la pittura di paesaggio divenne il punto centrale della produzione di Turner e il pittore inglese arrivò a teorizzarlo nel 1807, con la stesura del Liber Studiorum. Si trattava di una raccolta di alcuni suoi disegni raffiguranti diverse categorie di paesaggio. L’opera aveva il principale scopo di mettere in discussione la gerarchia dei generi pittorici, per la quale i paesaggi erano ritenuti inferiori rispetto ai dipinti di storia.

Tra le opere più significative dei primi anni dell’Ottocento compare il capolavoro Tormenta di neve: Annibale e il suo esercito attraverso le Alpi (1812). Sebbene questa opera rientri nei dipinti di genere storico, il vero soggetto della composizione è il dramma vissuto dai soldati a causa dell’implacabile furia della natura. Infatti, al centro della scena è rappresentata la terribile tormenta di neve pronta a travolgere gli uomini ai margini della scena. Turner immaginò la bufera come un’enorme massa oscura avvolgente, così imponente da offuscare perfino lo stesso sole. All’esposizione il pittore richiese ai curatori di collocare il dipinto all’altezza degli occhi degli spettatori, di modo tale che potessero partecipare attivamente alla drammaticità delle truppe cartaginesi.

Turner provò per tutta la sua carriera una grande devozione nei confronti dei capolavori di Claude Lorrain e riteneva che non sarebbe mai stato in grado di raggiungere una tale abilità artistica. William si confrontò apertamente con l’arte di Lorrain, con la realizzazione dell’opera Didone costruisce Cartagine (1815), ispirata al Porto di mare con l’imbarco della regina di Saba (1648) del pittore francese. L’impostazione architettonica dell’immagine e la disposizione della vegetazione richiamano il Porto di Lorrain. Tuttavia, il dipinto di Turner si differenzia per una maggiore monumentalità, dovuta a un punto di vista ribassato, e una resa atmosferica di grande effetto. Per l’occasione, il pittore inglese utilizzò una diversa gamma di toni gialli su sfondo bianco per restituire l’impressione di serenità evocata dalla luce dell’alba. Quest’ultima caratteristica fu uno dei capisaldi dello stile di Turner e con l’avanzare degli anni il pittore diede sempre meno importanza al soggetto, ponendo al centro della sua ricerca lo studio della luce e dei colori.

Durante i viaggi a Roma e a Venezia, Turner trasse ispirazione per alcune delle opere più importanti di tutta la sua carriera. Per esempio, una volta tornato dal primo viaggio in Italia, Turner realizzò il dipinto Roma, dal Vaticano, Raffaello, accompagnato dalla Fornarina, prepara i dipinti perla decorazione della loggia (1820). In questa opera il pittore dimostrò tutta la sua abilità nella creazione di una struttura prospettica, in grado di restituire allo spettatore una panoramica del Vaticano. Inoltre, Turner realizzò una scena anacronistica, dal momento che rappresentò Raffaello Sanzio (Urbino, 1483 – Roma, 1520) nella tipica posa dell’artista melanconico, dinanzi al posteriore colonnato del Bernini, inaugurato nel 1667. In questo modo Turner creò un efficace parallelismo tra il dramma degli artisti romantici e il maestro cinquecentesco, immaginandosi che Raffaello si fosse sentito inferiore dinanzi ai capolavori dell’età classica, esattamente come i contemporanei nei confronti dei maestri precedenti.

Con il passare degli anni William Turner passò da dei toni più scuri a dei colori chiari e a una composizione sempre più libera. Tra gli esiti di queste ricerche compare il dipinto Incendio della Camera dei Lord e dei comuni il 16 ottobre 1834 (1835). Allo scoppio dell’incendio il pittore si trovava in mezzo alla folla e durante il tragico spettacolo eseguì diversi schizzi; tuttavia, al momento della realizzazione dell’opera Turner si servì principalmente della sua memoria. Come nella Tormenta di neve il protagonista è la furia della natura, in questo caso le lingue di fuoco che si riflettono sul Tamigi, in confronti alle quali la folla è una minuscola e imponente macchia nera.

Negli ultimi anni Turner lesse Teoria dei colori del filosofo Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno, 1749 – Weimar, 1832), pubblicata nel 1840. In questa opera lo scrittore tedesco aveva teorizzato che i colori esistessero in relazione al loro rapporto con la luce e che si differenziassero gli uni dagli altri per una maggiore o minore intensità. In seguito a questa lettura nelle ultime opere di Turner la caratterizzazione dei soggetti perse importanza, a favore di un uso libero dei colori dal forte impatto emotivo. Per esempio, il dipinto Venezia con la salute (1840 – 1845) si tratta di un insieme di diverse tonalità sfumate, tra le quali sembra affiorare la sagoma della cupola di Santa Maria della Salute in mezzo alla foschia della laguna.

William Turner fu uno degli artisti più importanti dell’Ottocento e nel periodo più maturo della sua carriera realizzò dei capolavori in grado di preannunciare le ricerche artistiche della generazione successiva.

Joseph Mallord William Turner, Tormenta di neve: Annibale e il suo esercito attraverso le Alpi (1812; olio su tela, 146 x 273.5 cm; Londra, Tate Gallery)
Joseph Mallord William Turner, Tormenta di neve: Annibale e il suo esercito attraverso le Alpi (1812; olio su tela, 146 x 273.5 cm; Londra, Tate Gallery)
Joseph Mallord William Turner, Didone costruisce Cartagine (1815; 155.5 x 232 cm, olio su tela; Londra, National Gallery)
Joseph Mallord William Turner, Didone costruisce Cartagine (1815; 155.5 x 232 cm, olio su tela; Londra, National Gallery)
Joseph Mallord William Turner, L’incendio alla Camera dei Lord e dei Comuni (1835; 92,5 x 123 cm, olio su tela; Cleveland, Cleveland Museum of Art)
Joseph Mallord William Turner, L’incendio alla Camera dei Lord e dei Comuni (1835; 92,5 x 123 cm, olio su tela; Cleveland, Cleveland Museum of Art)
Joseph Mallord William Turner, Venezia con la salute (1840 circa; 62,2 x 92,7 cm, olio su tela; Londra, Tate Gallery)
Joseph Mallord William Turner, Venezia con la salute (1840 circa; 62,2 x 92,7 cm, olio su tela; Londra, Tate Gallery)

Dove vedere le opere di William Turner

La maggior parte delle opere di William Turner sono conservate all’interno dei confini della Gran Bretagna, in particolare nella capitale londinese. Alla Tate Gallery di Londra sono ospitati numerosissimi capolavori del maestro inglese, tra i quali Il Palazzo e il Ponte di Caligola (1831), Regolo (1828-37), Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi (1812). Lo stesso vale per la National Gallery, dove sono esposti alcuni dei più importanti dipinti di Turner, come: Didone costruisce Cartagine (1815) e Ulisse schernisce Polifemo – Odissea di Omero (1929).

Sempre in Inghilterra è possibile ammirare le opere di William in altri musei, per esempio al City Museums of Art Gallery di Birmingham o alla Walker art Gallery di Liverpool.

Anche gli Stati Uniti accolgono numerose opere di William Turner, per esempio il dipinto Venezia (1834) è conservato alla National Gallery of Art di Washington, mentre le due versioni dell’Incendio della Camera dei Lords e dei Comuni il 16 ottobre 1834 (1835) sono esposte in due diversi musei: la prima al Museum of Art di Philadelphia e la seconda al Cleveland Museum of Art (1835).


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