Un... “pianeta rosa” per il Padiglione dell'Azerbaigian alla Biennale di Venezia


S’intitola “From Caspian to Pink Planet: I Am Here” la mostra del Padiglione dell’Azerbaigian alla 60a Biennale di Venezia. In esposizione, le opere di Vusala Agharaziyeva, Rashad Alakbarov e Irina Eldarova. E c’è anche un po’ di Italia: curatore, assieme ad Amina Melikova, è il torinese Luca Beatrice.

S’intitola From Caspian to Pink Planet: I Am Here la mostra che l’Azerbaigian presenta alla 60esima Esposizione Internazionale d’Arte alla Biennale di Venezia, negli spazi dell’Arsenale, dal 20 aprile al 24 novembre 2024, organizzato dalla Fondazione Heydar Aliyev. C’è un po’ di Italia nel padiglione azero dal momento che la curatrice Amina Melikova ha lavorato in tandem con l’italiano Luca Beatrice, fresco presidente della Quadriennale di Roma: Melikova e Beatrice hanno immaginato una mostra che s’ispira al tema proposto dal direttore dell’Esposizione Internazionale d’Arte Adriano Pedrosa per esplorare i diversi significati dell’espressione Stranieri ovunque (questo il titolo dell’edizione 2024 della Biennale), declinati attraverso le interpretazioni dei tre artisti selezionati da Rashad Aslanov, commissario del Padiglione: Vusala Agharaziyeva (Baku, 1990), Rashad Alakbarov (Baku, 1979) e Irina Eldarova (Mosca, 1955). Il progetto espositivo, disegnato all’atelier veneziano OSTUDIO, restituisce un ritratto contemporaneo della fervente produzione artistica azera attraverso un percorso espositivo che indaga i temi dell’identità, della provenienza e della migrazione come colonne portanti del dibattito culturale contemporaneo. Gli artisti selezionati hanno ideato e realizzato una selezione di opere concepite per invitare il pubblico ad addentrarsi in una delle tematiche culturali e sociali più urgenti del nostro tempo.

Vusala Agharaziyeva, nata nel 1990 a Baku trae ispirazione dal proprio vissuto personale per esplorare il tema dell’estraneità, posto al centro di una riflessione culturale che coinvolge la storia dell’Azerbaigian. Nel dipinto Pink Planet (2023-2024) i viaggi e gli spostamenti che hanno caratterizzato la biografia dell’artista divengono veicolo ideale per la trasmissione di un comune sentire. La costante sensazione di sentirsi stranieri all’interno della propria esistenza si riverbera nei soggetti dell’opera, colti nell’atto di sbarcare su paesaggi lunari definiti da una decisa sfumatura rosa.

Rashad Alakbarov, nato a Baku nel 1979, indaga sul concetto di luogo di nascita e il suo impatto sulla nostra vita e identità. Utilizza elementi architettonici come porte e specchi per riflettere sul legame tra individuo e luoghi vissuti. In I Am Here (2024), muri alti compongono un labirinto che, da diverse angolazioni, forma la frase “Io sono qui”, sottolineando la possibilità di cambiare prospettiva per trovare una via d’uscita.

Nata a Mosca nel 1955, Irina Eldarova esplora la propria storia tramite la serie di dipinti Girls Prefer Oilmen (2013-2023). Originaria della Russia, il suo trasferimento in Azerbaigian segna un punto cruciale nella sua vita. La sua arte riflette il dialogo tra culture, raccontando una storia immaginaria d’amore tra un lavoratore idealizzato dei giacimenti petroliferi del Mar Caspio degli anni Cinquanta e la celebre Marilyn Monroe, simbolo del sogno americano dell’epoca. L’opera di Eldarova enfatizza l’importanza di accogliere gli altri con curiosità e rispetto, promuovendo una visione universale di comprensione e amore reciproci.

“È bastata una veloce visita a Baku per capire l’effervescenza culturale e artistica di questo antico Paese, dove l’architettura contemporanea dialoga con la storia, la tecnologia e l’industria compiono rapidissime accelerazioni e l’arte diventa lo specchio più fedele di questo atteggiamento proiettato verso il futuro”, spiega Luca Beatrice, co-curatore del Padiglione.

“I tre artisti presentati appartengono a generazioni diverse e utilizzano mezzi espressivi e tecniche differenti. Tuttavia, le opere selezionate toccano, in un modo o nell’altro, situazioni che intrecciano realtà e fantasia, in cui gli individui superano l’alienazione e raggiungono un senso di appartenenza all’interno dello spazio.”, spiega Amina Melikova, co-curatrice del Padiglione.

Vusala Agharaziyeva, Pink Planet (2023-2024; acrilico su tela, 130 x130 cm). Foto: Nigar Rzayeva. Su concessione di Vusala Agharaziyeva
Vusala Agharaziyeva, Pink Planet (2023-2024; acrilico su tela, 130 x130 cm). Foto: Nigar Rzayeva. Su concessione di Vusala Agharaziyeva
Rashad Alakbarov, I Am Here (2024; tecnica mista - pareti bianche, tappeti, specchio, 370 x 270 x 270 cm). Su concessione di Rashad Alakbarov
Rashad Alakbarov, I Am Here (2024; tecnica mista - pareti bianche, tappeti, specchio, 370 x 270 x 270 cm). Su concessione di Rashad Alakbarov
Irina Eldarova, Offer/ Təklif/Предложение (2013; olio su tela, 152x152 cm). Foto: Irina Eldarova. Su concessione di Irina Eldarova
Irina Eldarova, Offer/ Təklif/ Предложение (2013; olio su tela, 152x152 cm). Foto: Irina Eldarova. Su concessione di Irina Eldarova

Note sugli artisti

Vusala Agharaziyeva, Baku, classe 1990 ha ottenuto il diploma in Arti decorative all’Accademia di Belle Arti dell’Azerbaigian nel 2014. Membro dell’Unione degli artisti della Repubblica dell’Azerbaigian, dal 2018 è co-fondatrice dell’organizzazione pubblica di YARADAN Project, dedicata al sostegno e alla promozione di attività creative. Nel 2023 ha fondato il centro culturale DAMIR House of Imagination a Ivanovka, Azerbaigian. Il suo lavoro è stato incluso in mostre personali e collettive fra cui: Gurama, Photo House, Baku; 1918, Gazelli Art House, Baku; Traditional Arts Evolution, MIM – Center of Modern Art, Baku; Take Me Home, National History Museum, Baku; Muhit, YARAT, Baku.

Rashad Alakbarov, Baku, 1979, si è diplomato in Arti decorative presso l’Accademia di Belle Arti dell’Azerbaigian nel 2001. Comprendendo pittura, scultura, scenografia, video e design, la sua pratica indaga temi legati al mondo orientale e alle problematiche sociali. Il suo lavoro è stato esposto in importanti istituzioni fra cui: MOMA – Museum of Contemporary Art, Baku; Delfina Foundation, Londra; Heydar Aliyev Center, Baku; MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, Roma; MOCAK – Museum of Contemporary Art, Cracovia; Kunsthistorisches Museum, Vienna; Multimedia Art Museum, Mosca; Phillips de Pury & Company, London.

Irina Eldarova nata Mosca nel 1955 ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, Scultura e Architettura Ilya Repin a San Pietroburgo dal 1975 al 1979 e l’Accademia Surikov di Mosca dal 1980 al 1982, dove è stata allieva di Boris Dehterev. Accanto alla pittura, Eldarova ha sviluppato importanti progetti editoriali in Azerbaigian, Russia, Kazakistan e Uzbekistan. Fra le sue mostre personali e collettive figurano: Make Yourself an Island, Museum of Azerbaijan Painting – Center for Contemporary Art, Baku, Man as a Brand, MOMA – Museum of Contemporary Art, Baku: Girls Prefer Oilmen, Academy of Arts of the Russian Federation, Mosca; Fly to Baku, MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo; Velvet Confessions, Triumph Gallery, Mosca.


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte