I musei partecipano alla Giornata Mondiale dell'Ambiente: le iniziative e le collezioni per riflettere sull'impatto dell'uomo sulla natura


In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, i musei riflettono sull’impatto dell’uomo sulla natura e sull’inquinamento da plastica. 

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, venerdì 5 giugno, alle ore 18, il MUSE - Museo delle Scienze trasmetterà live in diretta Facebook da @musetrento l’installazione multimediale Nautilus, opera realizzata lo scorso febbraio da Valentina Furlan nello spazio per le esposizioni temporanee del MUSE, al cui interno si esibirà la performer Mara Oscar Cassiani. Due giovani artiste che si sono affermate attraverso i linguaggi visionari della musica elettronica e dell’arte contemporanea.

Sarà una performance immersiva, preceduta dalla video-intervista al direttore del MUSE, Michele Lanzinger, che intende sottolineare il problema dell’inquinamento da plastica nei mari ed evidenziare le complesse interazioni tra umanità, cultura e natura.
L’idea è quella di realizzare un viaggio distopico tra le profondità marine: la consolle di Mara Oscar Cassiani sarà montata al centro di Nautilus. L’opera, che prende il nome del leggendario sottomarino guidato dal capitano Nemo in Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne, è l’ambientazione ideale per sollevare un’urgenza planetaria: un mondo subacqueo, realizzato grazie alla plastica riciclata raccolta dai bambini delle scuole trentine, in cui l’organismo vivente si trova a convivere con materia plastica inorganica. 

L’inedita performance artistica Underwater Club. Fauna e oceani del 2020 rientra nelle iniziative del progetto Life Beyond Plastic: il progetto è promosso da Istituto Oikos, organizzazione non-profit impegnata nella tutela della biodiversità e per la diffusione di modelli di vita più sostenibili. In linea con l’Obiettivo 14 dell’Agenda 2030 La vita sott’acqua, Life Beyond Plastic nasce per coinvolgere e sensibilizzare i cittadini sul problema dell’inquinamento da plastica. 

Anche i Musei Civici di Reggio Emilia partecipano alla Giornata Mondiale dell’Ambiente, proponendo una riflessione sull’ambiente e sull’impatto dell’uomo sulla natura attraverso le collezioni museali. È possibile soffermarsi sulle selci lavorate del Museo Chierici per ragionare sull’industria litica preistorica e instaurare connessioni con l’attuale sfruttamento minerario e la realizzazione di cave, o sui sepolcri dell’età del rame per pensare al ruolo dei metalli nella storia dell’uomo. 
I reperti dei nativi americani diventano uno strumento per raccontare il rispetto dell’uomo per la natura.
Le collezioni zoologiche aiutano a ragionare sul concetto di scienza e su come sia cambiato nei secoli, dai necessari esperimenti pionieristici su anfibi e rettili ad opera dell’abate Spallanzani e di cui si conservano ancora tracce nella collezione che porta il suo nome, ai trofei di caccia del barone Franchetti, restituiti alla scienza di inizio XX secolo, nel museo reggiano.
Per quanto riguarda la nascita e lo sviluppo dell’agricoltura, la centuriazione e la trasformazione del territorio attraverso le grandi opere di disboscamento e di bonifica durante il periodo romano sono la base di un climax il cui vertice è la devastazione della foresta amazzonica che si sta perpetrando nell’America del Sud.

Tra le collezioni pittoriche, l’analisi dei quadri degli artisti reggiani dell’Ottocento permette di ricostruire gli stili di vita di una società vincolata al paesaggio naturale quasi incontaminato e ai frutti della sua terra; quelli del Novecento consentono invece di indagare le pratiche sapienti della agricoltura emiliana, ancora intimamente legate al necessario rispetto della terra, sfruttata sempre in un modo sostenibile, tra filari di viti e animali da cortile. Proprio tra gli animali domestici ospitati nella sala di zoologia, si può affrontare la complessa relazione dell’allevamento che da invenzione scaturita in seguito allo sviluppo agricolo diventa al giorno d’oggi una pratica troppo spesso intensiva, che diminuisce i numeri della biodiversità animale al pari di quella vegetale solo per il profitto legato all’aumento della produttività.

I reperti più significativi per parlare dei danni che l’uomo, attraverso tutte le forme di inquinamento legate al petrolio, sta arrecando all’ambiente, sono paradossalmente i più antichi: fossili di milioni e milioni di anni che si sono formati in tempi lunghissimi e che si stanno molto velocemente esaurendo nel sottosuolo terrestre

Immagine: Valentina Furlan, Nautilus. Ph.Credit MUSE

I musei partecipano alla Giornata Mondiale dell'Ambiente: le iniziative e le collezioni per riflettere sull'impatto dell'uomo sulla natura
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