“Un museo completo su Leonardo: ecco il Leonardo3 Museum”. Parla il direttore Massimiliano Lisa


Lo scorso 1° marzo il Leonardo3 Museum di Milano ha compiuto 11 anni. Come è cambiato il museo dedicato a Leonardo in questi anni? Quali innovazioni? Quale approccio verso il maestro? Di tutto questo abbiamo parlato con il direttore Massimiliano Lisa.

Il Leonardo3 Museum, l’innovativo museo interamente dedicato a Leonardo da Vinci in Piazza della Scala a Milano, ha appena tagliato il traguardo dei suoi primi undici anni. In questa intervista il direttore Massimiliano Lisa ci ha raccontato come si è evoluto il museo in questo arco di tempo, i suoi principali punti di forza e i suoi obiettivi, la sua collaborazione con il maggior esperto di Leonardo e molto altro. Un bilancio insomma di questi anni dalla sua apertura. L’intervista è di Ilaria Baratta.

Massimiliano Lisa
Massimiliano Lisa

IB. Nuove tecnologie e arte antica. A febbraio il Leonardo3 Museum ha presenta I Dipinti di Leonardo, un’intera parete interattiva e multimediale dedicata a venti dipinti del grande genio. Come si combinano queste due anime, antica e tecnologica, in questo nuovo strumento? E qual è il vantaggio di questa combinazione?

ML. Leonardo da Vinci era uno sperimentatore che amava la tecnologia. Sperimentava per innovare le tecnologie e raggiungere nuove frontiere. E come ben sapete lo ha fatto anche nell’arte, non senza i noti fallimenti della tecnologia pittorica da lui usata nella Battaglia di Anghiari e nella stessa Ultima Cena. Quindi in Leonardo3, in armonia con quello che amerebbe Leonardo, da vent’anni (ovvero da quando abbiamo aperto il nostro centro studi e realizziamo mostre e pubblicazioni) usiamo nuove modalità e tecnologie per la divulgazione dei beni culturali, usando anche la formula dell’edutainment. Oggi siamo ormai abituati a essere bombardati dalle informazioni ed ecco perché non ci siamo limitati all’interazione dell’utente con un singolo schermo. Quando si tocca lo schermo interattivo, ogni singolo dipinto comanda una serie di altri schermi e con un colpo d’occhio si fruisce di un’informazione esaustiva che va oltre il singolo schermo e comprende la parete. Amo dire che non esiste luogo al mondo dove tutta l’opera pittorica di Leonardo sia riunita in un unico atelier virtuale di così immediata comprensione e fruizione.

Il Leonardo3 Museum ha compiuto i suoi primi undici anni. Qual è il bilancio di questo primo decennale?

Siamo appena usciti dal decennale e con l’1 marzo del 2024 ne abbiamo compiuti undici. Posso affermare con orgoglio che il bilancio è straordinario. Stiamo per toccare 1,7 milioni di biglietti staccati dall’apertura. Abbiamo avuto un trend costante di crescita, dai 135 mila biglietti del primo anno ai 250 mila del 2023. Non credo ci sia un altro museo in Italia che faccia 250 mila visitatori con una superficie espositiva di soli 600 metri quadrati. Altro motivo d’orgoglio è che ci sosteniamo totalmente grazie al ricavato dei biglietti del nostro pubblico. Non abbiamo né agevolazioni, né contributi, né finanziamenti di alcun tipo.

Come si è evoluto il museo in questo arco di tempo?

Siamo partiti come mostra temporanea che doveva durare poco più di 3 mesi e di rinnovo in rinnovo, ci siamo strutturati, abbiamo costantemente aggiornato, rinnovato e ampliato i contenuti fino ad arrivare a essere un museo de facto. Dico di fatto perché in Lombardia (a differenza di altre regioni) non possiamo ottenere il riconoscimento come museo dal momento che facciamo capo a una società, mentre invece è richiesto essere non a scopo di lucro.

L'ingresso del Leonardo3 Museum di Milano
L’ingresso del Leonardo3 Museum di Milano
La sala principale
La sala principale
La sala degli strumenti musicali
La sala degli strumenti musicali

Quali sono i principali obiettivi del museo? Quali sono stati raggiunti pienamente e quali aspetti, secondo Lei, sono ancora da migliorare, se ce ne sono?

Offrire una panoramica quanto più efficace possibile su Leonardo artista e scienziato/ingegnere. Due anime che in lui erano una sola. La nostra forza è che non esponiamo ricostruzioni realizzate da altri, ma tutto è studiato da vent’anni dal nostro centro studi. E abbiamo ormai accumulato una competenza unica che ci consente di ricostruire macchine, anche funzionanti, mai realizzate da nessun altro dai tempi di Leonardo (come per esempio il Grande Organo Continuo o la Balestra Veloce). Il nostro lavoro non si ferma mai e ogni anno proponiamo delle novità per arricchire e completare sempre più la proposta. Ma è un lavoro infinito che andrà ben oltre gli obiettivi che siamo posti per i prossimi vent’anni.

Il museo si avvale come referente scientifico di Martin Kemp, considerato tra i maggiori esperti di Leonardo a livello mondiale. Si è tenuta in occasione della presentazione de I Dipinti di Leonardo una sua esclusiva lecture. Com’è stato il riscontro del pubblico e com’è in generale per questo tipo di eventi?

Il professor Kemp collabora con noi da due anni, ed è una delle testimonianze di come ci stiamo sempre più strutturando come museo aperto al mondo anche esterno alle porte del nostro centro studi. Già il fatto che il professor Kemp abbia accettato di collaborare con noi e sia così entusiasta del museo e del nostro lavoro è per noi un grande onore. Desideriamo poi che i nostri spazi siano sempre più vivi e aperti al dibattito e al confronto. La conferenza del professor Kemp, che per chi l’avesse persa sarà presto disponibile sul nostro canale Youtube, ha avuto grandissimo successo e rappresenta il primo di una serie di appuntamenti. Altra iniziativa che voglio citare è quella che ha portato gli studenti e i professori del Conservatorio di Milano a suonare la nostra collezione di strumenti musicali di Leonardo nella nostra Sala 5, davanti al nostro pubblico.

Ricostruzioni delle macchine di Leonardo e restauro digitale dei suoi dipinti: sono questi i punti di forza del museo Leonardo3. Ci può raccontare meglio questi due aspetti caratterizzanti?

Per quel che riguarda le macchine non ci possono essere altro che ricostruzioni dal momento che nessuna delle sue (eventuali) creazioni è sopravvissuta al tempo. E le nostre sono diverse da tutte le altre perché frutto di nuovi studi e in molti casi sono inedite e quando possibile anche funzionanti (l’ultimo esempio è il Leone Meccanico). Per quel che riguarda i dipinti proponiamo un solo restauro, quello dell’Ultima Cena. Dal momento che a Milano è già possibile andare a vedere l’originale, non ha senso proporne una copia. Noi proponiamo una versione da noi restaurata (sulla base delle copie di altri artisti dell’epoca e dei pochi disegni preparatori) che consente di apprezzare come l’opera doveva essere appena Leonardo la terminò. Un’operazione che lo stesso Kemp ha definito “arte sperimentale” la cui visione si è rivelata d’interesse anche per lui come studioso. La nuova parete con tutti i dipinti non propone invece restauri, ma l’opportunità di un unico spazio di conoscenza di tutta l’opera pittorica del Maestro. Vanno poi citati i codici digitali. Al Leonardo3 Museum si possono sfogliare il Manoscritto B, il Codice Atlantico e il Codice del Volo. In quest’ultimo ogni particolare è interattivo: non solo si può leggere la diplomatica e la critica di ogni testo, ma ogni singolo disegno è animato e spiegato in 3D.

Ricostruzione dell'Ultima Cena
Ricostruzione dell’Ultima Cena
Il leone meccanico
Il leone meccanico

Il museo è affiancato da un centro di ricerca e media company fondato nel 2005 dedicato all’opera di Leonardo da Vinci. In cosa consiste il vantaggio?

È il motivo fondamentale della nostra esistenza e del nostro successo. Tutti i giorni studiamo l’opera di Leonardo e cerchiamo nuovi modi di proporla al pubblico. Cerchiamo di realizzare macchine che nessuno ha mai compreso o realizzato prima. Siamo per esempio stati gli unici a scoprire che nel Codice del Volo è celato il Grande Nibbio e gli unici a ricostruirlo. Ci inventiamo nuove modalità di fruizione tecnologica e sperimentiamo. Dopodiché il frutto del nostro lavoro siamo noi stessi a presentarlo nel nostro museo (che gestiamo direttamente) e nelle nostre mostre temporanee che girano il mondo (poche settimane fa ne abbiamo inaugurata una al California Science Center di Los Angeles). Infine, siamo anche casa editrice e pubblichiamo il frutto del nostro lavoro. Sotto il nostro tetto convivono dal falegname all’ingegnere, dallo storico dell’arte e della scienza al grafico 3D e 2D, al programmatore, all’autore, al curatore… Tutte competenze generalmente separate in realtà diverse e che solitamente comunicano in modo episodico. Da noi tutto è integrato in un’unica comunità che ha un’esperienza e una capacità di lavoro che ritengo sia unica al mondo. Il fatto che poi funzioniamo in autofinanziamento tiene la barra ferma sul fatto che quello che facciamo deve funzionare e avere riscontro di pubblico. Ovvero se il museo non vende biglietti e non cresce, noi non esisteremmo.

Chi è il visitatore medio del Leonardo3 Museum?

La famiglia. Ma la nostra proposta è strutturata per essere apprezzabile a più livelli. E così abbiamo il bambino che si diverte a creare progetti nell’esperienza interattiva del Laboratorio e a manovrare la Barca a pale e poi scrive che il nostro è “il più bel museo dove sia mai stato”, ai genitori che si soffermano sui Dipinti o le macchine al nonno che sfoglia e legge i testi dei Codici interattivi. Quindi siamo un museo per tutte le età visitato sia da italiani, sia da moltissimi turisti stranieri.

Leonardo da Vinci è un artista conosciuto da tutti. Qual è, secondo Lei, l’approccio giusto per trattare di Leonardo?

Ovviamente secondo me il nostro: coniugare tecnologia, sperimentazione, ricostruzioni inedite, meraviglia. Senza però dimenticare che Leonardo è stato grande perché la sperimentazione voleva dire rischio e fallimento. Leonardo non temeva di andare controcorrente e di esplorare territori nuovi e sconosciuti. Si può creare qualcosa di nuovo e straordinario solo con la forza di sopravvivere a un fallimento dopo l’altro. Ecco noi non celebriamo il Genio inarrivabile. Ma cerchiamo di far capire cosa possiamo cogliere come ispirazione da Leonardo anche noi oggi.

Per concludere, progetti per il futuro?

Di recente ho ricordato a tutto il nostro gruppo di lavoro che lavorare bene è una cosa che do per scontata. Noi, nel pieno spirito di Leonardo, dobbiamo lavorare in modo straordinario. Stiamo quindi progettando per i prossimi vent’anni di fare ogni anno sempre di più sia sul fronte della ricerca, sia del tipo di proposta che faremo nel museo. Siamo un vero e proprio laboratorio di sperimentazione e creatività in pieno omaggio al Maestro.


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Ilaria Baratta

L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta

Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.




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