Dal 24 settembre 2025 al 16 gennaio 2026 la 21Gallery di Treviso ospita una mostra dedicata a Jan Fabre (Anversa, 1958), artista visionario e figura di spicco della scena contemporanea internazionale. L’esposizione, curata da Dimitri Ozerkov, porta il titolo di Songs of the Canaries e Songs of the Gypsies, richiamando gli ultimi due cicli della produzione dell’artista: Songs of the Canaries (A Tribute to Emiel Fabre and Robert Stroud) e Songs of the Gypsies (A Tribute to Django Reinhardt and Django Gennaro Fabre).
Fabre ha costruito un linguaggio unico capace di intrecciare arte, filosofia, scienza, tradizione e spiritualità. A Treviso presenta un insieme di opere che indagano le dimensioni essenziali dell’esistenza: la fragilità della vita e la capacità trasformativa dell’arte. I materiali scelti – marmo di Carrara, Vantablack (il nero più intenso esistente) e colori a matita e tempera – diventano strumenti per esplorare il dialogo tra materia e spirito.
Il primo capitolo, Songs of the Canaries, è un omaggio alla vulnerabilità della condizione umana, all’inseguimento dei sogni e al desiderio di comprendere il cielo e i suoi misteri. Al centro si colloca la monumentale scultura The Man Who Measures His Own Planet (2024): una figura che, salendo su una scala, protende le braccia verso l’alto come a misurare l’immensità del cielo. Il corpo riprende le fattezze dell’artista, mentre il volto è quello del fratello Emiel, scomparso prematuramente, a cui la mostra è dedicata. Il progetto rende inoltre omaggio a Robert Stroud, noto come “Birdman of Alcatraz”, ornitologo autodidatta specializzato nello studio dei canarini durante la prigionia.
Il secondo capitolo, Songs of the Gypsies, fonde l’universo del jazz con l’esperienza personale dell’artista, in un intreccio tra vulnerabilità e creazione. Al centro dell’installazione vi sono tre grandi sculture in marmo di Carrara che raffigurano un neonato di enormi dimensioni: il figlio di Fabre, Django, ritratto a cinque mesi e mezzo, il cui nome è un doppio omaggio al chitarrista gypsy Django Reinhardt.
“Fabre rielabora antiche metafore in modi che risuonano con le tematiche contemporanee sul corpo, l’anima e la natura dell’arte. L’artista continua a improvvisare sui suoi temi, girando intorno a una frase familiare ma sempre stravolgendola, rendendola nuova e universale”, spiega il curatore.
È disponibile in galleria un volume edito da Silvana Editoriale, a cura di Melania Rossi e Giovanna Caterina de Feo, con contributi critici di Dimitri Ozerkov, Giacinto Di Pietrantonio, Melania Rossi e Floriana Conte.
Fabre è stato recentemente insignito di due prestigiosi premi dalla giuria internazionale del festival teatrale in Montenegro (FIAT - Festival Internacionalnog Alternativnog Teatra), come migliore performance e miglior regista. In concomitanza con la mostra di Treviso, dal 3 al 30 ottobre 2025, si terrà presso il Teatro Out Off di Milano la seconda edizione del Festival dedicato all’arte teatrale di Jan Fabre, dal titolo Jan Fabre e Mino Bertoldo: 40 anni di poesia della resistenza, che quest’anno presenterà sei spettacoli di cui due prime mondiali: La poésie de la résistance (3, 4, 8 ottobre) con Annabelle Chambon e Cédric Charron e Una tribù, ecco quello che sono con Irene Urciuoli (10, 11 e 22 ottobre).
La mostra è visitabile da lunedì a venerdì dalle 10 alle 19. Ingresso gratuito.
| Titolo mostra | Songs of the Canaries e Songs of the Gypsies | Città | Treviso | Sede | 21Gallery | Date | Dal 24/09/2025 al 16/01/2026 | Artisti | Jan Fabre | Curatori | Dimitri Ozerkov | Temi | Arte contemporanea |
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