Donna libera e indipendente: al Pompidou di Parigi la mostra su Alice Neel


Dal 5 ottobre al 16 gennaio 2023, il Centre Pompidou di Parigi indaga lo sguardo impegnato di Alice Neel, una delle più grandi pittrici americane del XX secolo, artista che ritrasse le donne in tutta la loro semplicità e forza, anticipando anche parte del dibattito attuale.

Dal 5 ottobre 2022 al 16 gennaio 2023, il Centre Pompidou di Parigi dedica una mostra ad Alice Neel (Gladwyne, 1900 – New York, 1984), figura di spicco dell’arte nordamericana del XX secolo. Pittrice a lungo ignorata durante la sua vita, Alice Neel è oggi elogiata per la grande acutezza con cui ha ritratto la società americana, tanto che il suo immenso lavoro è stato persino paragonato alla Comédie Humaine di Balzac. A sei anni dalla retrospettiva organizzata dalla Fondazione Van Gogh ad Arles, la mostra Alice Neel. Un regard engagé presenta l’artista da un punto di vista che mette in luce il suo impegno politico e sociale, in connessione con la sua appartenenza al Partito Comunista. la causa delle donne. Questa mostra fa parte dell’approccio intrapreso dal Centre Pompidou per approfondire lo studio e la conoscenza del lavoro e del lavoro delle artiste e aumentare la quota delle loro opere nella collezione. Nel corso della sua vita, Alice Neel non ha mai smesso di dipingere gli emarginati della società americana, coloro che sono esclusi per la loro origine, il colore della loro pelle, la loro eccentricità, il loro orientamento sessuale o la radicalità del loro impegno politico. Anche se, grazie a una crescente notorietà a partire dagli anni Sessanta, Alice Neel ha allargato lo spettro dei suoi soggetti a contesti più privilegiati, l’artista è rimasta sempre fedele alle sue convinzioni. Poche settimane prima della sua morte, la pittrice dichiarò: “In politica come nella vita mi sono sempre piaciuti i perdenti, gli estranei. L’odore di successo non mi piaceva”.

Alice Neel ha dipinto molto le donne: nudi femminili, lontani dal canone tradizionale modellato dallo sguardo maschile, così come donne incinte nella loro forma più semplice, senza alcun sentimentalismo. È arrivata persino a ritrarre una vittima di violenza domestica: per questo è diventata un’icona del femminismo militante. Anticipando i dibattiti di oggigiorno, spiegò nel 1971: “Ho sempre pensato che le donne dovessero indignarsi e smettere di accettare gli insulti gratuiti che gli uomini infliggono loro”. Attraversando i periodi dell’astrazione trionfante, della pop art, dell’arte minimale e concettuale, Alice Neel, donna libera e indipendente, con la sua pittura figurativa si è posta contro le avanguardie che segnarono la scena di New York dove aveva preso residenza nel primi anni Trenta. Vivendo in quartieri popolari e multietnici (Greenwich Village prima, poi Spanish Harlem) Alice Neel, madre single che viveva di sussidi, si sentiva vicina ai suoi modelli con cui cercava di identificarsi. Il suo impegno non è mai astratto, ma nutrito di esperienze reali. La storia della pittura senza il filtro dell’intima vicinanza non le interessava. Alice Neel porta nel nostro campo visivo persone che in precedenza erano rimaste nell’oscurità e cadute nell’oblio: questo è il suo primo gesto politico. Il secondo risiede nella scelta dell’inquadratura: una frontalità che sfida. L’artista ci pone proprio di fronte ai suoi modelli.

Alice Neel, Pregnant Julie and Algis (1967; olio su tela, 106,7 x 162,6 cm; New York, Metropolitan Museum)
Alice Neel, Pregnant Julie and Algis (1967; olio su tela, 106,7 x 162,6 cm; New York, Metropolitan Museum)

La mostra è divisa in due parti liberamente progettate intorno alle nozioni di lotta di classe e lotta di genere. Ciascuna è presentato come una retrospettiva tematica, a partire dalle prime opere della fine degli anni Venti, dipinte a Cuba, fino agli ultimi dipinti realizzati poco prima della sua morte nel 1984. In totale sono esposti circa 75 dipinti e disegni, accompagnati da un estratto dal film che l’artista francese Michel Auder ha dedicato ad Alice Neel alla fine degli anni Settanta e altre produzioni cinematografiche. Una selezione di documenti inediti completa questa presentazione. Altri due artisti aprono il percorso: un ritratto dell’artista di Robert Mapplethorpe e un’opera di Jenny Holzer dal fascicolo dell’FBI di Alice Neel. Nell’ottobre del 1955 gli agenti dell’FBI infatti la visitarono per interrogarla: nel 1951 era indagata a causa dei suoi legami con il Partito Comunista.

Il progetto Alice Neel. Un regard engagé vuole presentare l’artista da una prospettiva particolare, mettendo in evidenza il suo impegno politico e sociale portato dall’appartenenza al Partito Comunista e alla causa delle donne. La mostra, inizialmente prevista per giugno 2020 e posticipata all’autunno 2022 a causa dell’emergenza sanitaria, è accompagnata da un catalogo organizzato in due parti che ruotano da un lato attorno a questioni politiche e dall’altro attorno all’immagine dei corpi di donne e uomini . Oltre a quattro nuovi saggi e una ricca iconografia, la pubblicazione dà voce all’artista stessa. Molte opere sono infatti accompagnate da commenti della stessa Alice Neel, raccolti da varie fonti e tradotti in francese. Un’antologia dei suoi testi e interviste inediti e una cronologia illustrata completano questo ritratto di una pittrice impegnata. Alcuni commenti di Jenny Holzer, autrice di un lavoro sul fascicolo FBI di Alice Neel al tempo del maccartismo, ne sottolineano l’importanza. Per tutte le informazioni è possibile visitare il sito del Centre Pompidou.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraAlice Neel. Un regard engagé
CittàParigi
SedeCentre Pompidou
DateDal 05/10/2022 al 06/01/2023
ArtistiAlice Neel
TemiNovecento

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