La Fondazione Pierre Gianadda di Martigny, in Svizzera, accoglie quest’estate un’importante mostra di circa quaranta opere provenienti dall’Hammer Museum dell’Università della California, Los Angeles (UCLA). In programma dal 20 giugno al 2 dicembre 2025, l’esposizione propone un percorso che abbraccia il Rinascimento fino all’inizio del XX secolo, mettendo in luce capolavori di artisti europei e americani che per la maggior parte giungono per la prima volta in Europa. La mostra Da Rembrandt a Van Gogh è a cura di Cynthia Burlingham, vice direttrice, responsabile delle collezioni dell’Hammer Museum e Naoko Takahatake, direttrice e conservatrice capo del Grunwald Center for the Graphic Arts. La selezione di opere, nota come Collezione Armand Hammer, rappresenta un patrimonio artistico di grande rilievo, con un focus particolare sull’arte francese dell’Ottocento e inizio Novecento, ma anche con la presenza di autori come Rembrandt e Van Gogh. La mostra si svolge all’interno di un contesto museale prestigioso e propone una lettura delle trasformazioni storiche, sociali ed economiche attraverso l’arte occidentale. L’Hammer Museum, situato nel quartiere di Westwood a Los Angeles, è una realtà culturale fondata dal collezionista e filantropo Armand Hammer (New York, 1898 – Los Angeles, 1990), la cui passione per l’arte ha dato vita a una collezione ampia e diversificata, che include dipinti, sculture, stampe e disegni. La sua raccolta intendeva essere “un tentativo di riunire alcune rappresentazioni della condizione umana, dei piaceri e dei sogni”.
“Sento un profondo bisogno di condividere con gli altri il magnifico spettacolo, l’entusiasmo e la gioia che queste opere d’arte mi hanno procurato”, ha spiegato in passato. Armand Hammer, nato a New York da famiglia russo-americana, si laureò in Medicina e Chirurgia alla Columbia University, ma la sua vita prese una direzione poliedrica: negli anni Venti, si trasferì in Unione Sovietica per rappresentare un’azienda farmaceutica e offrire assistenza medica durante un’epidemia. Lì, constatò la gravità della carestia e organizzò un sistema di scambi commerciali per importare grano dagli Stati Uniti in cambio di prodotti sovietici. Durante il suo lungo soggiorno moscovita, iniziò a collezionare opere d’arte per arredare la sua abitazione, affiancato dal fratello Victor, esperto di storia dell’arte. Insieme fondarono le Hammer Galleries, una galleria d’arte a New York che Victor diresse fino alla sua morte nel 1985. Hammer fu anche un imprenditore attivo in vari settori, tra cui la distillazione di whisky e l’industria petrolifera. Parallelamente, affinò la sua collezione d’arte con acquisti e vendite frequenti, rivolgendosi a gallerie di Parigi e New York e a prestigiose case d’asta. Il suo intento era di rendere la collezione accessibile e itinerante, promuovendo numerose esposizioni e sostenendo musei con donazioni.
La Collezione Armand Hammer, parte fondamentale dell’Hammer Museum inaugurato nel 1990, copre un arco temporale di quattro secoli con particolare attenzione all’arte francese del XIX secolo, affiancata da opere di grandi maestri europei come Tiziano, Rembrandt, Chardin, Fragonard e Goya, oltre a importanti artisti americani. L’edificio dell’Hammer Museum, progettato da Edward Larrabee Barnes, presenta una facciata sobria ma all’interno si sviluppa come un palazzo con gallerie attorno a una grande corte, offrendo uno spazio ideale per valorizzare la ricchezza e la varietà delle opere. Particolare rilievo nella mostra alla Fondation Gianadda assume la Collezione Armand Hammer Daumier e i suoi contemporanei, che include circa 4.000 litografie e rappresenta una delle raccolte più ampie fuori dalla Francia dedicate al celebre caricaturista e scultore Daumier. Le sedici sculture in bronzo esposte, realizzate tra il 1929 e il 1948, costituiscono un nucleo importante che illustra l’attenta osservazione della società francese del XIX secolo operata da Daumier, con caricature pungenti di politici dell’epoca.
Tra i dipinti in mostra spicca Giunone vicino a un tempio dedicato a Mercurio di Rembrandt, un olio su tela datato tra il 1662 e il 1665, che rappresenta la dea romana in un formato quasi quadrato, vestita con autorità e posta su uno sfondo scuro, simbolo della sua regalità e ricchezza. Van Gogh, noto ammiratore di Rembrandt, è presente con Le semeur (Il seminatore), un olio del 1888 che riprende un soggetto di Millet. L’opera mostra un seminatore in azione con una linea dinamica e un paesaggio contrapposto a elementi industriali, sottolineando la tensione tra natura e modernità.
La collezione francese include capolavori di Jean-Siméon Chardin, come Les attributs de la peinture (1730-1732), una natura morta che invita alla contemplazione silenziosa, e di Eugène Boudin, precursore degli Impressionisti, con Des Voiliers dans le port (1869), un paesaggio marino segnato da nuvole minacciose. Camille Corot, fondatore della Scuola di Barbizon, è rappresentato da una veduta della cattedrale di Mantes, mentre Gustave Moreau, noto simbolista, offre una rappresentazione magica e decorativa di Salomé dansant devant Hérode (Salomè che danza davanti a Erode)(1876). Tra gli impressionisti, la mostra espone Vue sur Bordighera (1884) di Claude Monet, un paesaggio luminoso della riviera ligure, e Boulevard de Montmartre, Mardi Gras (1807) di Camille Pissarro, che rappresenta l’energia della sfilata del martedì grasso. Edgar Degas è presente con La Loge du théâtre, un ritratto del teatro e delle ballerine in movimento, in un gioco di luci e ombre che rivela l’intimità delle scene. Henri Fantin-Latour contribuisce con una natura morta del 1872, Pivoines dans un vase bleu et blanc, dove la resa delle texture dei fiori è resa con semplicità e precisione. Paul Gauguin, artista spesso associato alla ricerca di nuovi territori, è rappresentato da Bonjour Monsieur Gauguin (1889), un dipinto che mostra la distanza tra l’artista e una donna bretone, enfatizzata da una recinzione e da pennellate contrastanti. La mostra include anche opere di Henri de Toulouse-Lautrec, conosciuto per i suoi temi legati alla vita notturna e ai bordelli, e dei Nabis Édouard Vuillard e Pierre Bonnard, il quale è soprannominato il Nabi giapponese per l’influenza dell’arte orientale nelle sue composizioni, come nel dipinto Scène de rue (1902). Infine, si può ammirare un ritratto della celebre attrice Sarah Bernhardt, realizzato nel 1885 dal pittore belga Alfred Stevens, che conclude questo ampio viaggio artistico.
Ingressi: tutti i giorni 9-18
Adulti: CHF 20.- € 20.00
Senior (oltre 60 anni): CHF 18.- € 18,00
Titolo mostra | Da Rembrandt a Van Gogh | Città | Martigny | Sede | Fondazione Pierre Gianadda | Date | Dal 20/06/2025 al 02/12/2025 | Artisti | Artisti vari | Curatori | Naoko Takahatake, Cynthia Burlingham | Temi | Arte antica, Arte Moderna |