Il GrandPalaisRmn ha svelato la sua programmazione per il periodo che va da dicembre 2025 all’estate 2026, delineando un percorso culturale ricco e multidisciplinare che si snoderà all’interno del rinnovato Grand Palais e anche in altre prestigiose sedi museali parigine e nazionali. L’offerta spazia dalle grandi retrospettive dedicate a maestri del XX secolo fino a incursioni nella creazione contemporanea, dalla fotografia alla performance, passando per eventi espositivi di carattere storico e programmi dedicati alle famiglie e ai più giovani. La stagione si aprirà il 10 dicembre 2025 con un doppio appuntamento che vede protagoniste due artiste contemporanee, Eva Jospin e Claire Tabouret, a cui il Grand Palais ha affidato due gallerie distinte.
Nella Galerie 9, Eva Jospin presenterà Grottesco, un’esposizione che raccoglie oltre quindici opere, alcune delle quali inedite. Il percorso, ispirato alla leggenda della scoperta della Domus Aurea di Nerone, esplora i temi cari all’artista come la foresta, la grotta e le architetture immaginarie. Il visitatore sarà invitato a un’esperienza attraverso paesaggi scolpiti, rovine e installazioni che fondono materiali diversi, dal minerale al tessile, come dimostra una nuova serie di bassorilievi ricamati. L’allestimento, curato da Jean-Paul Camargo, guiderà il pubblico in un mondo dove la percezione si trasforma costantemente, rivelando la natura selvaggia che avvolge le strutture architettoniche.
In parallelo, nella Galerie 10.2, Claire Tabouret svelerà i retroscena di un progetto di portata storica con la sua mostra D’un seul souffle. L’artista, designata nel dicembre 2024 per creare i nuovi sei vitraux contemporanei (vetrate contemporanee) per la cattedrale di Notre-Dame de Paris, esporrà per la prima volta i cartoni preparatori, le maquette a grandezza naturale e gli schizzi di questo lavoro monumentale. L’esposizione offrirà uno sguardo privilegiato sul processo creativo, ricreando l’atmosfera dell’atelier Simon-Marq dove i vetri sono in fase di realizzazione. Le opere, realizzate con la tecnica del monotipo, riflettono il tema della Pentecoste scelto dall’arcivescovado di Parigi, simbolo di unità e armonia.
Pochi giorni dopo, dal 16 dicembre 2025, la Galerie 8 ospiterà Dessins sans limite, una vasta esplorazione della collezione del cabinet d’art graphique del Centre Pompidou. Con quasi 400 opere di 120 artisti, la mostra metterà in luce la ricchezza di un fondo che conta oltre 35.000 disegni. Il percorso, non cronologico ma tematico, si articolerà in quattro sezioni, studiare, raccontare, tracciare e animare, per dimostrare come il disegno nel XX e XXI secolo abbia trasceso i suoi confini tradizionali, investendo lo spazio, l’installazione e dialogando con cinema, fotografia e digitale. Saranno esposte opere raramente mostrate di artisti come Picasso, Matisse, Chagall, Kandinsky, ma anche Basquiat, William Kentridge e Kiki Smith.
Il mese di dicembre sarà animato anche da due eventi performativi in collaborazione con il Festival d’Automne. Il 17 e 18 dicembre, Cecilia Bengolea e François Chaignaud presenteranno Sylphides, una ri-creazione di un brano del 2009. In una performance itinerante, i corpi degli artisti, aspirati sottovuoto in sacchi di latex nero, evocheranno un immaginario a cavallo tra la statuaria antica e il Body Art. Il 20 dicembre, a chiusura del festival, François Chaignaud e GeoffroyJourdain porteranno in scena Revue des Tumerels, una creazione che mescola canto polifonico, danza e codici del cabaret, coinvolgendo un collettivo di interpreti in una performance interattiva.
L’inizio del 2026 sarà segnato da un evento eccezionale: dal 1° all’8 febbraio, la Nef del Grand Palais accoglierà Le Trésor retrouvé du Roi Soleil. Per la prima volta, una trentina dei 92 monumentali tappeti commissionati da Luigi XIV per la Grande Galerie del Louvre saranno esposti al pubblico. Tessuti dalla prestigiosa manifattura della Savonnerie tra il 1668 e il 1688 su disegno di Charles Le Brun, i capolavori non furono mai installati. Dispersi durante la Rivoluzione e in parte recuperati nel corso dei secoli, rappresentano un patrimonio artistico di inestimabile valore, che l’esposizione permetterà di ammirare in uno spazio adeguato alla loro monumentalità.
La primavera vedrà l’inaugurazione di tre importanti retrospettive. Dal 18 marzo al 21 giugno 2026, il Salon d’honneursarà dedicato a Nan Goldin con This Will Not End Well, la prima mostra in Francia a esplorare in modo organico il suo lavoro come cineasta attraverso diapositive e video. Il percorso, allestito in padiglioni progettati dall’architetta Hala Wardé, presenterà opere fondamentali come The Ballad of Sexual Dependency, ma anche lavori più recenti che affrontano temi come il trauma, la dipendenza e la lotta contro la famiglia Sackler. Una sezione dell’esposizione sarà allestita anche presso la cappella Saint-Louis de la Salpêtrière.
Successivamente, dal 24 marzo al 26 luglio 2026, il Grand Palais, in coproduzione con il Centre Pompidou, celebrerà gli ultimi anni di Henri Matisse con la mostra Matisse. 1941-1954. L’esposizione riunirà oltre 230 opere tra dipinti, disegni, libri illustrati e vetrate, con un focus eccezionale sulle gouaches découpées, i famosi collage ritagliati. Il percorso metterà in luce la straordinaria prolificità e la capacità di reinventarsi dell’artista in età avanzata, riunendo capolavori come l’album Jazz, le serie dei Nus bleus e pannelli monumentali come La Gerbe, provenienti da collezioni internazionali e raramente visti in Francia.
Dal 6 maggio al 30 agosto 2026, sarà la volta di Hilma af Klint, artista svedese pioniera dell’astrattismo. L’esposizione, anch’essa coprodotta con il Centre Pompidou, presenterà per la prima volta in Francia il suo ciclo più importante, le Peintures du Temple (1906-1915), inclusa la serie monumentale Les Dix Plus Grands. La mostra intende riconsiderare il ruolo dell’artista nella cronologia dell’arte moderna, evidenziando come le sue opere astratte, nutrite di teosofia e spiritualismo, abbiano anticipato quelle di Kandinsky e Malevitch.
La programmazione si estende anche ad altre istituzioni. Al Musée du Luxembourg, dal 18 febbraio al 19 luglio 2026, una grande mostra sarà dedicata a Leonora Carrington, figura di spicco del surrealismo. Il percorso esplorerà l’universo visionario dell’artista, la sua vita tra Europa e Messico e il suo lascito come figura femminista ed ecologista d’avanguardia.
Il Musée de Cluny, dal 13 marzo al 12 luglio 2026, presenterà Licornes !, un’esposizione che indaga la figura della mitica creatura attraverso cento opere, dall’antichità all’arte contemporanea, dialogando con il celebre arazzo della Dama e l’unicorno. Il Musée national de Préhistoire a Eyzies de Tayac, dal 3 aprile all’8 novembre 2026, affronterà con Gestes d’éternité il tema delle pratiche mortuarie e della nascita del pensiero simbolico da parte dell’uomo di Neanderthal e dei primi uomini moderni. Infine, la Cité de l’architecture et du patrimoine, dal 20 maggio 2026 al 10 gennaio 2027, proporrà Patrimoines en résistance. De Tombouctou à Odessa, una riflessione sulla distruzione del patrimonio culturale nei conflitti armati e sulle forme di resistenza messe in atto per proteggerlo.
Un’attenzione particolare sarà rivolta al pubblico giovane e alle famiglie, con il Salon Seine ad accesso gratuito che offrirà attività ludiche e laboratori. Sono previsti anche weekend tematici, come quello dedicato alla magia a dicembre 2025 e alle Nuits de la lecture a gennaio 2026. L’offerta si completa con la programmazione estiva Grand Palais d’été e le mostre ancora in corso, come quella su Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely, visibile fino al 4 gennaio 2026.
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| Grand Palais: da Matisse a Nan Goldin, un 2026 tra mostre, performance e tesori ritrovati |
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