A Roma nasce una Biennale che vuole lanciare il format della... “cosiddetta biennale”


Nasce a Roma BAAB (Basement Art Assembly Biennial), una Biennale d’arte contemporanea (con anche alcuni grandi nomi in questa sua prima edizione) che si terrà in uno spazio seminterrato e che vuole lanciare il format della... “cosiddetta biennale”. La curano Ilaria Marotta e Andrea Baccin, fondatori di CURA.

A Roma è in arrivo una nuova biennale d’arte contemporanea. Si tratta di Basement Art Assembly Biennial (BAAB), con edizione inaugurale denominata “BAAB_Issue 00”, che sarà inaugurata a Roma il 10 settembre 2025 e durerà fino a novembre. L’evento si svolgerà presso Basement Roma, luogo che dal 2012 è il centro di arte contemporanea fondato da CURA., piattaforma impegnata nelle pratiche critiche, editoriali e curatoriali. Il progetto nasce dall’intento di proporre, all’interno di uno spazio sotterraneo, interrato, e quindi per sua natura sfuggente a una definizione precisa, un’assemblea collettiva, un organismo in continuo divenire, volto a comporre un’esperienza condivisa, che sfidi la visione classica delle esposizioni artistiche.

I curatori di BAAB, Ilaria Marotta e Andrea Baccin, entrambi fondatori di CURA., hanno concepito questa manifestazione in dialogo con un Advisory Board composto da Nicolas Bourriaud, Jean-Max Colard, Simon Denny, Anthony Huberman e Lumi Tan. È in questa cornice di confronto che BAAB assume la forma di un “atto politico”, come dichiarano Marotta e Baccin: “un atto politico che delinea, evidenzia e rivela. Nella sua ampia e stratificata orchestrazione, ciò che viene portato alla luce è soprattutto un mondo embrionale, ibrido, metamorfico, in cui ruoli, tempi e azioni si mescolano; è il punto zero in cui differenze e pluralità coesistono, in cui i principi classici della rappresentazione artistica vengono scardinati e si definiscono i confini aperti di un nuovo spazio di libertà e di convivenza. È il luogo di nuove assemblee. È un modo per immaginare futuri alternativi”.

L’architettura concettuale della biennale inaugura un modello che si auto-definisce “cosiddetta biennale”, in quanto esplora il concetto stesso di biennale come forma aperta, soggetta a limiti, interrogativi e possibili trasformazioni. Il luogo, naturalmente inteso, diventa così soggetto attivo: un organismo mutante che evolve nel corso del tempo, arricchendosi settimana dopo settimana con interventi, opere – spesso site-specific –, performance, installazioni, film, azioni e nuove produzioni destinate ad accrescere il carattere collettivo della manifestazione.

Lo spazio Basement a Roma
Lo spazio Basement a Roma
BAAB
BAAB

Questa precise dinamiche si concretizzano attraverso una partecipazione attiva: la lista degli artisti coinvolti annovera nomi internazionali e eterogenei da un punto di vista generazionale, a testimonianza del carattere inclusivo e trans-disciplinare dell’iniziativa. Questa la lista degli artisti partecipanti alla prima edizione: Davide Balula (1978), James Bantone (1992), Cecilia Bengolea (1979), Hannah Black (1981), Danielle Brathwaite-Shirley (1995), Vittorio Brodmann (1987), Claudia Comte (1983), Jeremy Deller (1966), Gina Fischli (1989), Gina Folly (1983), Calla Henkel (1988) / Max Pitegoff (1987), Carsten Höller (1961), Karl Holmqvist (1964), David Horvitz (1988), Than Hussein Clark (1981), Mark Leckey (1964), Lily McMenamy (1994), Nyala Moon (1992), Valentin Noujaïm (1991), Puppies Puppies (Jade Guanaro Kuriki-Olivo) (1989), Michele Rizzo (1984), Selma Selman (1991), Tobias Spichtig (1982), Nora Turato (1991), Women’s History Museum (Mattie Barringer, 1990 / Amanda McGowan, 1990).

Gli organizzatori hanno annunciato che, nel mese di settembre, saranno svelati altri nomi, guest curators e ulteriori protagonisti, in concomitanza a un programma interdisciplinare il cui disegno di letture, conversazioni, workshop e proiezioni coinvolgerà sia la scena artistica locale sia quella internazionale. Il carattere collettivo della biennale si riflette anche nella proposta sonora, curata da Ruggero Pietromarchi, che comprende una serie di mixtape commissionati per l’occasione, pensati per tessere un’esperienza sonoro-stratificata all’interno dello spazio espositivo. In parallelo, la sezione performativa è co-curata da Ilaria Mancia, contribuendo ulteriormente alla natura performativa e dinamica dell’evento.

A completare la struttura dell’evento, una pubblicazione edita da CURA. accompagnerà la manifestazione. Questo numero speciale – la cosiddetta “Edition 00” o “BAAB newspaper” – conterrà testi curatoriali a firma dei promotori stessi, insieme a contributi critici di Nicolas Bourriaud, Anthony Huberman, Lumi Tan e Jean-Max Colard, affiancati dalle descrizioni delle opere curate da Costanza Paissan. Basement Roma, l’organizzazione ospitante, fonda la propria identità sulla sperimentazione e la libertà artistica, agendo come piattaforma indipendente a cavallo tra pensiero critico e produzione editoriale. Sorto nel 2012 per iniziativa di CURA., si pone come spazio multidisciplinare e radicale, erede di esperienze avanguardistiche che, a partire dagli anni Sessanta, hanno plasmato la vibrazione artistica romana.

L’intera operazione è sostenuta da una pluralità di partenariati istituzionali e culturali, ovvero il Comune di Roma, l’American Academy in Rome e l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. Main partner è Soho House Rome, mentre sono media partner CURA., e-flux e Zero. L’evento si realizza anche grazie al supporto di BAAB Founding Members.

Basement Art Assembly Biennial_Issue 00 vuole quindi configurarsi come un esperimento paradigmatico, una biennale che si antepone alla forma della stessa biennale, un laboratorio vivente che si sviluppa nel tempo e nello spazio, capace di attivare nuove comunità, nuove pratiche e nuove modalità di intendere l’arte come luogo e come processo. L’invito implicito è quello di mutare prospettiva: guardare verso il basso – nell’interrato, nel sotterraneo – non come gesto derivativo, ma come gesto istituzionale, perché in questo nuovo sottosuolo si può delineare un’istituzione alternativa, una nuova forma di convivenza e futuro.


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