Il percorso espositivo permanente del Museo Luigo Bailo di Treviso si è arricchito di sette nuove sale: è stato infatti inaugurato il percorso Donazioni e Donatori che accoglie più di 100 nuove opere, grazie a importanti lasciti ai musei civici.
Partendo dalla Galleria dell’Ottocento, ampliata con un nuovo grande salone, il visitatore potrà ammirare la preziosa collezione di opere donate da Sante Giacomelli nel 1874. In questa sezione, accanto a celebri esempi di romanticismo storico, si distinguono i lavori di artisti come Vincenzo Abbati, Giuseppe Bernardino Bison, Ippolito Caffi, Natale e Felice Schiavoni, Rosa Bortolan, Pietro Paoletti ed Eugenio Moretti Larese. A queste opere si aggiunge una serie di ceramiche artistiche dell’Ottocento, realizzate dalla manifattura trevigiana Fontebasso.
La seconda sala è dedicata ai ritratti dei donatori. Questo omaggio a coloro che hanno generosamente arricchito il patrimonio civico include ritratti eseguiti da Lino Selvatico e Guiscardo Sbrojavacca, oltre a quelli di Luigi Serena raffiguranti i membri delle famiglie Provera e Lorenzon, senza dimenticare le opere di Dario Gobbi. Una saletta è poi riservata agli autoritratti di alcuni artisti protagonisti al Bailo. Tra questi, Luigi Serena, Guglielmo Ciardi, Antonio Carlini, Giovanni Apollonio, Guido Cadorin, Giovanni Barbisan, Renato Nesi, Sante Cancian, Aldo Voltolin, Toni Benetton, Renato de Giorgis e Juti Ravenna.
Tra gli ultimi ingressi, a cui sono state destinate apposite sale, vi sono la selezione di ceramiche trevigiane del primo Novecento “Ceramiche E. Lazzar” di stile Liberty e un nucleo di sculture giovanili di Arturo Martini.
Il percorso prosegue con scultori del Novecento: Umberto Feltrin, Alfiero Nena, Toni Benetton, Augusto Murer, Gino Cortelazzo, Carlo Conte, Ugo Arvedi e Sergio Storel. Inoltre, sono esposte le opere di Giovanni Raffaelli, Ettore Calvelli, Marcello Mascherini e Gianni Aricò. Questo arricchisce le sezioni dedicate agli artisti già presenti nelle esposizioni permanenti, come Nino Springolo e Giovanni Barbisan, e permette di conoscere le opere di Giovan Battista Canal e altri artisti degli anni Trenta, inseriti nel contesto del “gigantismo dell’arte” rappresentato da Martini, Carrà, Campigli. Le sale ospitano anche opere di Achille Funi e i grandi bozzetti per il Monumento ai Caduti di Treviso.
A chiudere il percorso sono dipinti e opere di Carmelo Zotti e Renato de Giorgis giunti da recentissime donazioni alle collezioni cittadine.
“Sono la testimonianza concreta”, sottolinea il sindaco di Treviso Mario Conte, “dell’amore che i trevigiani, ma non solo, hanno per i loro Musei e per la loro Città. Con queste sale diamo così conto alla comunità di una parte di questi tesori che fino ad oggi si trovavano nei depositi e mostriamo altresì alcuni pezzi delle recenti acquisizioni. Ultime in ordine di tempo quelle di Arturo Martini e Gino Rossi, o Carmelo Zotti e Gino Cortelazzo a cui futuri approfondimenti potranno meglio indagarne le figure”.
“Dedicare queste nuove sale idealmente a ’Donazioni e Donatori’”, sottolinea Maria Teresa De Gregorio, assessora alla Cultura della Città di Treviso, “significa anche omaggiare la generosità dei collezionisti. Dietro ogni donazione sta la scelta, la volontà, la generosità di uno o più donatori con le loro famiglie che, con il loro gesto, hanno voluto consegnare alla memoria collettiva opere che hanno amato e a lungo conservato in famiglia e in casa. Opere, lo ricordiamo, che hanno anche un valore patrimoniale davvero significativo, e anche per questo il gesto di tanti donatori deve essere ancor più riconosciuto”.
“La tradizione di destinare alle raccolte civiche i tesori artistici di famiglia”, ricorda il direttore dei musei civici Fabrizio Malachin, “è antica quanto il nostro Museo la cui data di nascita coincide proprio con la donazione della raccolta di Margherita Grimaldi Prati nel 1851. Sul suo esempio molti altri donatori hanno consentito che le collezioni pubbliche incrementassero fino alla consistenza attuale: una tradizione che non si è mai interrotta”.