Un mosaico di piume del XVII secolo arricchisce la Collezione Permanente del MUDEC


Il Ritratto del Cardinale Giulio Rospigliosi, un raro mosaico di piume realizzato in Messico nel XVII secolo, entra nella Collezione Permanente del MUDEC. L’opera, frutto di un’attenta indagine sulla provenienza e di un’acquisizione condivisa con l’Ambasciata del Messico, rappresenta un unicum nell’arte amanteca.

Un raro mosaico di piume del XVII secolo entra a far parte della Collezione Permanente del MUDEC di Milano. Si tratta del Ritratto del Cardinale Giulio Rospigliosi, capolavoro dell’arte amanteca messicana e nuova acquisizione del museo, che sarà esposto all’interno del percorso Milano Globale. Il mondo visto da qui, nella sala dedicata alla Collezione Settala. L’opera, attribuita a un anonimo artista messicano, raffigura il futuro papa Clemente IX e rappresenta un importante arricchimento per le collezioni milanesi. L’acquisizione è il risultato di una lunga ricerca e di una rigorosa procedura di due diligence in materia di provenienza, condotta in collaborazione con l’Ambasciata del Messico in Italia. Il dipinto è stato realizzato tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta del Seicento, nel contesto artistico della Nuova Spagna. È un esempio di arte amanteca, una tecnica raffinata di antica origine preispanica che prevedeva l’applicazione di fogli di papel amatl su una lastra di rame, poi rivestita con piume di uccelli variopinti.

Nel periodo coloniale, la tradizione artistica preispanica venne reinterpretata per la produzione di immagini sacre cattoliche, spesso commissionate dall’autorità ecclesiastica e utilizzate dai missionari come strumenti di evangelizzazione. Molte di queste opere furono inviate in Europa come doni destinati a papi, sovrani e imperatori, trovando posto nelle più celebri collezioni di meraviglie del mondo barocco: tra queste, quelle dei Farnese, dei Chigi e dei Medici, oltre alla camera delle meraviglie del gesuita Athanasius Kircher. Anche Manfredo Settala, il collezionista milanese cui è dedicata la sala del MUDEC, possedeva manufatti amantechi di piccole dimensioni, oggi purtroppo perduti.

“Con questa straordinaria acquisizione, il MUDEC conferma la propria vocazione come luogo di dialogo tra culture e di ricerca sui legami storici che uniscono Milano al mondo”, commenta l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. “Questa opera arricchisce in modo significativo il patrimonio civico milanese, rafforzando il ruolo del museo come spazio di conoscenza, inclusione e riflessione sulla storia globale delle arti”.

Artista anonimo messicano, Ritratto del Cardinale Giulio Rospigliosi (1665-1666 circa; mosaico di penne e piume e papel amatl su rame, 60 X 46 cm; Milano, MUDEC – Museo delle Culture). Foto: ©Federico Manusardi
Artista anonimo messicano, Ritratto del Cardinale Giulio Rospigliosi (1665-1666 circa; mosaico di penne e piume e papel amatl su rame, 60 X 46 cm; Milano, MUDEC – Museo delle Culture). Foto: © Federico Manusardi
Artista anonimo messicano, Ritratto del Cardinale Giulio Rospigliosi, dettaglio (1665-1666 circa; mosaico di penne e piume e papel amatl su rame, 60 X 46 cm; Milano, MUDEC – Museo delle Culture). Foto: ©Federico Manusardi
Artista anonimo messicano, Ritratto del Cardinale Giulio Rospigliosi, dettaglio (1665-1666 circa; mosaico di penne e piume e papel amatl su rame, 60 X 46 cm; Milano, MUDEC – Museo delle Culture). Foto: © Federico Manusardi

I ritratti di questo tipo, soprattutto quelli di grandi dimensioni, sono estremamente rari e richiedevano mesi di lavoro. IlRitratto del Cardinale Giulio Rospigliosi può essere messo in relazione con un’altra opera affine, il Ritratto di Papa Alessandro VII Chigi, databile intorno al 1665-1666 e già esposto in prestito al MUDEC in occasione dell’apertura del percorso Milano Globale. Il mondo visto da qui nel 2021. L’identificazione del personaggio ritratto è stata possibile grazie al confronto con un dipinto di Giovanni Maria Morandi del 1656, conservato a Palazzo Barberini a Roma, che presenta gli stessi dettagli iconografici e potrebbe aver fornito il modello per l’opera messicana. Giulio Rospigliosi (Pistoia, 1600 – Roma, 1669), fu nunzio apostolico in Spagna tra il 1644 e il 1653 e in seguito Cardinale Segretario di Stato sotto Alessandro VII, del quale sarebbe diventato successore come papa Clemente IX. Considerata la stretta relazione tra Rospigliosi e Alessandro VII, si ritiene che anche il ritratto del cardinale, come quello del pontefice, sia stato realizzato su commissione presso le maestranze indigene purépecha della regione di Michoacán, in Messico. Documenti e corrispondenze dell’epoca tra Athanasius Kircher e il suo interlocutore messicano Alejandro Favián confermano l’esistenza di committenze di questo tipo, destinate a circolare tra le élite europee come testimonianza dell’incontro tra culture.

L’opera riveste un particolare interesse per la raffinatezza tecnica e per il suo valore storico, poiché testimonia la complessa rete di scambi tra Italia e America Latina nel Seicento, mediata dalla corona spagnola e dalle istituzioni religiose. I mosaici di piume rappresentano infatti uno dei più importanti esempi di sincretismo artistico tra il mondo precolombiano e quello europeo. Negli ultimi decenni, tali opere sono state oggetto di un rinnovato interesse da parte di studiosi e musei internazionali, impegnati a studiarne le tecniche e a valorizzarne la funzione culturale. La quasi totalità dei manufatti superstiti presenta soggetti cristiani, mentre i ritratti restano eccezionalmente rari. A oggi, soltanto due esemplari sono noti: il Ritratto di Alessandro VII e il Ritratto del Cardinale Giulio Rospigliosi, ora parte del patrimonio del MUDEC.


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