Il nome di un’isola remota per il calendario da tavolo forse più famoso della storia del design. Timor: il latino non ha niente a che vedere con il calendario che Enzo Mari (Cerano, 1932 – Milano, 2020) disegnò nel 1967 per Danese Milano, marchio di accessori per la casa fondato negli anni Cinquanta. Bruno Danese, il fondatore dell’azienda, aveva deciso di dare a ogni oggetto di Enzo Mari in catalogo il nome di un’isola, e al celebre calendario era toccato quello di una nota isola dell’arcipelago malese, la più grande delle Piccole Isole della Sonda, oggi divisa tra l’Indonesia e lo Stato di Timor Est. Curiosamente, in lingua malay, l’idioma locale, “Timor” significa proprio “est”. Il calendario che porta il nome di un’isola asiatica è diventato col tempo un esempio emblematico della filosofia progettuale di Enzo Mari, oltre che della sua maestria come designer.
Timor rappresentò, intanto, una svolta nel concetto stesso di calendario da tavolo. È, intanto, un calendario perpetuo, infinito, che si aggiorna quotidianamente semplicemente cambiando le fascette con giorni e mesi. Non era il primo nel suo genere: fu preceduto da Formosa, progettato nel 1962 sempre da Enzo Mari, e prima ancora da Bilancia, altra sua creazione, del 1959. Erano però entrambi calendari da parete: Timor era il primo che si poteva mettere su un tavolo, su una mensola, su un ripiano in generale, e spostarlo a piacimento senza difficoltà. E poi, Mari era conosciuto per il suo approccio razionale e la sua attenzione alla funzionalità, e progettò Timor con l’intento di creare un oggetto che fosse al contempo pratico, esteticamente gradevole, elegante e durevole. L’ispirazione per il design di Timor venne dall’osservazione dei vecchi cartelli ferroviari, quelli con i nomi degli scali dentro le stazioni, un’immagine che, all’allora trentacinquenne designer piemontese, suscitava ricordi d’infanzia. Ma in tanti ritrovano in Timor anche forme animali, per esempio quelle di un uccello dal grande becco (come un pellicano, oppure un tucano): è noto, del resto, che Mari trovasse ispirazione anche nella natura. Ad ogni modo, Mari applicò questo misto di chiarezza, immediatezza e ricordi alla creazione del suo calendario perpetuo, dando vita a un oggetto di design unico e rivoluzionario. “La forma corrisponde al significato di un oggetto, alla ragione per cui un oggetto viene costruito, e rappresenta, se ben fatta, la sua più alta qualità”, ha detto Enzo Mari in un’intervista. “Il problema della forma è ricercarne l’essenza. [...] Il design è design se comunica conoscenza”.
Il calendario Timor è costituito da una base in ABS (acrilonitrile butadiene stirene), un materiale plastico resistente e leggero, e da una serie di palette in PVC (polivinilcloruro) litografato che riportano i numeri dei giorni, i nomi dei mesi e i giorni della settimana. Le palette sono fissate a un perno centrale che consente di ruotarle facilmente per aggiornare la data (si aprono infatti a ventaglio consentendo di mostrare solo quelle che compongono la data quotidiana). Questa struttura modulare e dinamica rende il calendario non solo funzionale ma anche interattivo, invitando l’utente a partecipare attivamente all’aggiornamento quotidiano (anche se poi Mari ci avrebbe... ripensato: in un’intervista, diverso tempo dopo la nascita di Timor, il designer ebbe a dire che “i calendari perpetui presentano sempre alcune difficoltà sostanziali: occorre ricordarsi di aggiornarli ogni giorno, richiedono interazione. Inoltre, non ci si può scrivere sopra e non riportano festività o vacanze. Non voglio dovermi ricordare di cambiare ogni giorno la data!”).
L’estetica di Timor è minimalista e sobria, in linea con la filosofia di Mari ispirata al concetto di “less is more”. I caratteri tipografici in Helvetica, uno dei font preferiti sia di Mari sia di Danese, sono chiari e leggibili, progettati per essere visibili da diverse angolazioni e in diverse condizioni di luce. La scelta dei colori, bianco e nero, contribuisce ulteriormente alla leggibilità e alla semplicità visiva del calendario.
Enzo Mari è stato un fervente sostenitore del design etico. La sua visione era quella di creare oggetti che fossero accessibili, funzionali e belli, senza compromessi. Mari credeva che il design dovesse migliorare la qualità della vita quotidiana. Questa filosofia è chiaramente riflessa nel calendario Timor, che combina funzionalità, estetica e durevolezza in un unico oggetto. Mari era anche noto per il suo approccio critico al consumismo e alla produzione di massa: era convinto che molti prodotti industriali fossero progettati senza cura per la loro durata, costringendo i consumatori a sostituirli frequentemente. Il calendario Timor, al contrario, è stato progettato per durare nel tempo, con materiali di alta qualità (il PVC, tra l’altro, ha un’altissima resistenza alle secrezioni della pelle, quindi non si rovina toccandolo con le dita), e un design senza tempo che non passa mai di moda. Un prodotto che non conosce epoche, che accompagna la vita di chi lo possiede. “Quando faccio un oggetto per Danese”, dichiarò Enzo Mari, “penso che debba sopravvivere in qualsiasi sistema formale venga coinvolto, l’obiettivo è che un oggetto che va bene oggi deve andare bene anche fra trecento anni”. E proprio la visione condivisa da Mari e Danese ha permesso la creazione di un prodotto originale, innovativo, che incarnava perfettamente i principi del design moderno. Anzi, da quando è stato introdotto sul mercato, il calendario perpetuo Timor è diventato un’icona stessa del design del Novecento. È stato esposto in numerosi musei di design e arte contemporanea, tra cui il MoMA di New York, della cui collezione Timor fa parte.
Andrà poi ricordato che Timor è ancor oggi sul mercato, e viene venduto in diverse varianti: bianco oppure nero, con giorni e mesi in italiano, in inglese, in francese e in tedesco, a testimonianza del suo ottimo riscontro anche fuori dai nostri confini. Il successo del Timor può essere attribuito, intanto, alla sua capacità di trascendere le mode e le tendenze temporanee, grazie al suo stile atemporale, alla sua eleganza, alla sua riconoscibilità. E poi, il suo design essenziale e funzionale lo rende adatto a qualsiasi ambiente, dalla casa all’ufficio, dal moderno al tradizionale. Anche questa versatilità ha contribuito alla sua longevità e alla sua continua popolarità. “Il calendario perpetuo da tavolo Timor”, hanno scritto Charlotte e Peter Fiell, tra i più autorevoli storici del design, nel loro libro Plastic Dreams. Synthetic Visions in Design (2009), “è uno degli oggetti di design più amati di Enzo Mari. Al contrario dei tradizionali calendari da tavolo, questo ha una raffinatezza elegante attribuibile non solo alla comprensione della forma, della funzione e dei materiali da parte del designer, ma anche all’impegno di Danese nei riguardi degli ‘oggetti semplici di grande qualità’. Fin dai suoi inizi nel 1957, questa azienda con sede a Milano si è dedicata all’eccellenza nella produzione ed è sempre riuscita a creare oggetti superlativi indipendentemente dai materiali utilizzati. In questo caso, Mari ha scelto ABS bianco o nero per il supporto e per i trentadue elementi a ventaglio decorati con lettere in PVC in italiano, inglese, francese o tedesco. La forma a ‘J’ rovesciata del calendario completa perfettamente le lettere in grassetto: è un oggetto in cui il design del prodotto e il design tipografico si sposano armoniosamente. Sebbene il Timor sia stato progettato più di quarant’anni fa, sembra ancora fresco e innovativo come il giorno in cui è stato creato, dimostrando che, se maneggiata con sensibilità e intelligenza, la plastica può conferire a un prodotto longevità sia funzionale che estetica”.
Per queste ragioni, il calendario Timor rimane un oggetto apprezzato anche al giorno d’oggi. In un’epoca in cui la tecnologia digitale domina ogni aspetto della nostra vita, Timor sembra voglia offrirci una pausa, un ritorno alla semplicità, come se il gesto di cambiare manualmente la data invitasse i suoi possessori a prendersi un momento per riflettere sul passare del tempo. Timor, del resto, è un oggetto che ha una forte componente interattiva, dal momento che ogni giorno il suo possessore deve dedicare un attimo del suo tempo a questo calendario per aggiornare la data. Inoltre, Timor continua a rappresentare un esempio di design sostenibile. La sua durabilità e il suo design senza tempo contrastano con la cultura dell’usa e getta, promuovendo un approccio più consapevole e rispettoso verso gli oggetti che ci circondano.
Il calendario perpetuo Timor non è solo un prodotto di successo, ma anche una rappresentazione perfetta della visione e della filosofia di Enzo Mari. La sua attenzione al dettaglio, la sua ricerca della perfezione funzionale e la sua dedizione al design etico si riflettono in ogni aspetto di Timor. Nel corso della sua carriera, Mari ha realizzato numerosi progetti che riflettono la sua filosofia di design. Dalle sedie e tavoli modulari alle opere d’arte concettuale (Mari è stato anche artista), ogni suo lavoro è caratterizzato da una ricerca costante della perfezione e dell’integrità. Timor si inserisce in questo contesto come uno degli esempi più puri e riusciti del suo approccio progettuale. Mari ha sempre cercato di andare oltre l’oggetto fisico per esplorare i significati e le implicazioni più profonde del design. Timor, con la sua semplicità e la sua efficacia, incarna questa ricerca. È un oggetto che non solo soddisfa una necessità pratica, ma che comunica anche un’idea di bellezza, durabilità e consapevolezza. Timor di Enzo Mari è, dunque, molto più di un semplice calendario. È un’icona del design moderno che ha travalicato le epoche grazie alla sua funzionalità, alla sua estetica, alla sua eleganza, alla sua filosofia progettuale. Mari ha creato un oggetto che continua a ispirare, dimostrando che il buon design è eterno. Un omaggio al genio di Enzo Mari, un oggetto per ricordare che il design ha il potere di rendere migliori e più piene le nostre vite.