Genova, le scritte contro il monumento a Colombo non considerano il suo ruolo culturale


Lo scorso 12 ottobre, anniversario dell'arrivo di Cristoforo Colombo in America, il monumento del navigatore in piazza Acquaverde a Genova è stato ricoperto di scritte contro Colombo. Ma il rischio è di non considerare il valore culturale dell'opera.

Il 12 ottobre si sono celebrati Cristoforo Colombo e la scoperta dell’America. È da mesi che si assiste a fenomeni di rifiuto, se non addirittura di vandalizzazione, dei monumenti pubblici celebrativi della figura di Colombo (numerose le statue imbrattate negli Stati Uniti; è di un mese fa il caso della rimozione definitiva del monumento di Città del Messico, che lascerà il suo posto a un’opera apologetica della cultura indigena). Ebbene, è toccato anche a Genova: la “casa di Colombo” e il complesso scultoreo realizzato a piazza Acquaverde (dalla Stazione di Principe) hanno visto comparire sul suo basamento diversi fogli in cui venivano elencati i crimini commessi dallo scopritore dell’America. “Colombo omicida, genocida, stupratore, saccheggiatore”; “non si può celebrare un invasore”; “rivendichiamo questa proprietà per conto dei popoli indigeni delle Americhe” e così via.

Monumento a Colombo, Genova, Piazza Acquaverde. Foto Twice25
Monumento a Colombo, Genova, Piazza Acquaverde. Foto Twice25
Monumento a Colombo, Genova, Piazza Acquaverde. Foto Anton Preziuso
Monumento a Colombo, Genova, Piazza Acquaverde. Foto Anton Preziuso
Il volantino appeso al retro del monumento sull'iscrizione 'Divinato un mondo / Lo avvinse di perenni benefizi / all'antico'
Il volantino appeso al retro del monumento sull’iscrizione “Divinato un mondo / Lo avvinse di perenni benefizi / all’antico”

È in particolare quest’ultima frase a destare una certa preoccupazione. Il rischio, mi pare, è che non si stia tenendo affatto in considerazione il valore non solo storico-artistico, ma culturale tout court di quest’opera. Sarà quindi necessario ricordarlo: il cantiere del monumento genovese a Colombo (1846-1865) ha visto la partecipazione di diversi e importanti scultori a livello quanto meno nazionale, primo tra tutti Lorenzo Bartolini (si può dire lo scultore italiano più rilevante della generazione successiva a Canova, insieme a Pietro Tenerani). Oltre a lui, tra gli altri, Luigi Pampaloni, Aristodemo Costoli e il più grande scultore genovese dell’Ottocento, Santo Varni. Il monumento è quindi, grazie al coinvolgimento di personalità di tale spessore, fondamentale sia per capire il ruolo culturale di Genova intorno a metà Ottocento, sia perché rappresenta il principale campo di aggiornamento della scultura ligure del tempo sulle novità nazionali.

Per quanto, dunque, le istanze di chi chiede un ridimensionamento del giudizio storico su Colombo siano condivisibili e rispettabili, non va dimenticato che il monumento a lui dedicato appartiene alla Storia della città e che va, per questo motivo, tutelato con convinzione. Certo, potrebbe essere utile alla causa contestualizzare quell’opera d’arte, magari con didascalie opportune. Sarebbe, di contro, inaccettabile vederlo, a causa dell’inconsapevolezza di taluni, accidentalmente danneggiato o, cosa peggiore, vandalizzato, come già è accaduto per altri simulacri dell’“invasore”.


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE


Come se la passa la cultura nelle amministrazioni di 5 Stelle e Lega Nord? Diamo un'occhiata
Come se la passa la cultura nelle amministrazioni di 5 Stelle e Lega Nord? Diamo un'occhiata
Come parlano di beni culturali i partiti in lizza alle elezioni del 4 marzo? Abbiamo analizzato i programmi
Come parlano di beni culturali i partiti in lizza alle elezioni del 4 marzo? Abbiamo analizzato i programmi
Il patrimonio artistico nei conflitti armati: la necessità e il dovere di recuperare la memoria perduta
Il patrimonio artistico nei conflitti armati: la necessità e il dovere di recuperare la memoria perduta
Riforma Bonisoli, cosa va e cosa non va. Con un paio di possibili idee e spunti
Riforma Bonisoli, cosa va e cosa non va. Con un paio di possibili idee e spunti
Tra autoreferenzialità e vuota retorica: il bilancio del MiBACT “made in Franceschini”
Tra autoreferenzialità e vuota retorica: il bilancio del MiBACT “made in Franceschini”
Per una lettura ponderata dei 50 milioni di visitatori nei musei: ecco i veri effetti della riforma
Per una lettura ponderata dei 50 milioni di visitatori nei musei: ecco i veri effetti della riforma


Commenta l'articolo che hai appena letto



Commenta come:      
Spunta questa casella se vuoi essere avvisato via mail di nuovi commenti





Torna indietro



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte