Il direttore di Palazzo Ducale a Mantova: “da Bonisoli una gestione stalinista. In Italia si produce burocrazia, non arte”


Paragona l’Italia dei beni culturali post-riforma Bonisoli alla DDR, il direttore di Palazzo Ducale a Mantova, Peter Assmann: dopo la dura intervista al Corriere della Sera di Cecilie Hollberg, rimossa dal suo incarico alla direzione della Galleria dell’Accademia di Firenze, il ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, riceve oggi le silurate dello storico dell’arte austriaco, arrivato nella città dei Gonzaga nel 2015 per dirigere il museo di piazza Sordello.

In un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa (qui il testo completo) Assmann afferma che “quello del ministro Bonisoli è un modo stalinista di gestire le cose”, punta il dito contro il modo in cui Hollberg ha visto finire la propria esperienza a Firenze (“visto cosa hanno fatto alla mia collega? Licenziata dal giorno alla notte con una mail”), critica la situazione italiana (“siamo stati sommersi dalla burocrazia e poi siamo rimasti impantanati nella palude politica di questo ultimo anno”) ed esprime forte disaccordo con la concezione di cultura secondo Bonisoli: “la sua idea di cultura di certo non è la mia. Sin dal primo incontro con lui noi direttori abbiamo capito che quella che si stava avviando era una controriforma. Che parte a pochi giorni dalla fine del suo mandato. Ci saranno problemi per tutti”.

Il decreto che ha dato il via alla riforma, secondo Assmann, “ha una impostazione stalinista. Fino a oggi i direttori potevano contare sul cda del museo con cui decidere come gestire i fondi, le sponsorizzazioni e quali partnership avviare. D’ora in poi sarà tutto in mano a Roma. I musei perderanno completamente la loro autonomia. E chi a Roma potrà garantire qualità e sostegno economico? Il ministro, che non sa mai nulla?”. E poi l’affondo: “una cosa così l’ho vista fare solo una volta: quando lavoravo nella Germania dell’Est”.

Assmann conferma inoltre i timori che avevamo espresso anche su queste pagine, ovvero l’affossamento dei piccoli musei a seguito dell’accorpamento tra Brera e Cenacolo Vinciano: “il vantaggio è solo per Brera, che avrà più soldi in cassa. Ma come sopravvivranno gli altri musei del Polo regionale?”. Infine, Assmann suggerisce a chi lavora all’estero di non venire a fare i direttori in Italia. “A questo paese non servono storici dell’arte, servono avvocati. Qui si produce solo burocrazia, non arte”.

Nella foto: Peter Assmann. Ph. Credit Franz Johann Morgenbesser

Il direttore di Palazzo Ducale a Mantova: “da Bonisoli una gestione stalinista. In Italia si produce burocrazia, non arte”
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