Estate 2022, nelle città d'arte il turismo segna numeri importanti


Il turismo torna a registrare ottimi numeri in questa estate 2022. Non siamo ancora ai livelli pre-Covid, ma il settore dimostra un ottimo slancio. E a guidare la ripresa sono le città d’arte. Non mancano però alcuni elementi negativi. 

Turisti da record nelle città d’arte in questa estate 2002. A dirlo sono diverse rilevazioni fatte in queste settimane: da Assoturismo-Confesercenti con due studi del CST Centro Studi Turistici, a Unioncamere con uno studio dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio, dall’Osservatorio Turismo di Confcommercio, in un sondaggio realizzato in collaborazione con Swg, a Federalberghi, nella sua indagine previsionale realizzata con ACS Marketing Solutions, a Enit.

Città d’arte sugli scudi in questa ripresa con 27 milioni di pernottamenti (di cui il 64% di turisti stranieri e il 36% di italiani) previsti pari a un incremento del +24,6% sul 2021. Per l’indagine CST-Assoturismo, “il turismo culturale riparte più velocemente di tutti gli altri segmenti, grazie al ritorno degli stranieri (+34%), e dà una spinta ai consumi: +9,1 miliardi nei primi 8 mesi dell’anno, l’1,4% del totale nazionale. Ma la corsa delle bollette pesa sui margini delle imprese”. Il patrimonio culturale italiano, dunque, torna a conquistare visitatori stranieri e domestici e le città d’arte si candidano al ruolo di protagoniste dell’estate: tra giugno e agosto sono previsti 27,4 milioni di presenze, oltre 5,5 milioni in più rispetto al 2021. Un boom dovuto soprattutto al ritorno dei turisti dall’estero: le presenze turistiche straniere dovrebbero essere oltre 17,5 milioni, il 34% in più rispetto alla scorsa estate.

Numeri importanti ma ancora non sufficienti a recuperare pienamente i livelli del 2019, quando i visitatori delle città d’arte erano stati 44 milioni. L’aumento però conferma comunque la ritrovata vitalità del turismo culturale, che già nei primi 5 mesi del 2022 ha registrato un totale di 30,3 milioni di pernottamenti. Una buona notizia non solo per le strutture ricettive ma per tutta la filiera del turismo culturale, dai musei ai siti culturali e archeologici, dalle guide turistiche alla ristorazione, dai servizi di noleggio e di trasporto fino alle attività commerciali: complessivamente 343 mila imprese e oltre 1,4 milioni di addetti nei settori produttivi direttamente o indirettamente coinvolti. Secondo le stime di Assoturismo-Cst il turismo culturale, tra gennaio e agosto 2022, genererà 9,1 miliardi di euro di spesa turistica, di cui 4,3 nel solo trimestre estivo, per il 53% generato dalla domanda straniera, pari all’1,4% del totale dei consumi nazionali. Una spinta sufficiente ad annullare quasi completamente la flessione di spesa delle famiglie prevista per lo stesso periodo a causa dell’aumento dell’inflazione (-10 miliardi di euro).

Roma, turisti alla Fontana di Trevi
Roma, turisti alla Fontana di Trevi

La crescita delle presenze turistiche straniere durante il trimestre estivo sarà sostenuta essenzialmente dai turisti europei e degli statunitensi, ma un piccolissimo contributo alla spesa turistica arriverà anche dalla modesta quota di turisti extraeuropei che si riaffacciano nelle città d’arte dopo un lungo periodo di fermo pressoché totale delle prenotazioni.

Lo studio condotto da Centro Studi Turistici parte da analisi e interviste ad oltre 1.200 imprenditori effettuate nelle principali 100 città d’arte (per capacità di posti letto, notorietà sul mercato e presenze turistiche) distribuite su tutto il territorio nazionale: 17 sono situate nelle regioni del Nord Ovest, 28 in quelle del Nord Est, 30 nel Centro Italia e 25 nelle regioni del Sud e nelle Isole. Tra il 2020 ed il primo trimestre del 2022 hanno cessato l’attività 6.697 imprese della ricettività. Una vera emorragia di attività che non è stata compensata da nuove aperture: dall’inizio della pandemia ad oggi sono nati solo 3.707 nuovi alberghi e hotel, per un saldo negativo di -2.990 imprese ‘sparite’ in poco più di due anni: quasi sette al giorno.

Per l’ultimo fine settimana di luglio il sistema ricettivo italiano dovrebbe registrare 6,4 milioni di pernottamenti, con un’occupazione complessiva dell’82% delle camere disponibili on-line. Un risultato in crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 e anche del 2019, che aveva registrato un tasso di occupazione del 78%. Ma non mancano le difficoltà: caos voli e caro benzina penalizzano le località del sud, mentre molte imprese segnalano una riduzione della spesa dei vacanzieri.

Analoga l’indagine di Unioncamere che parla di “riscossa delle città d’arte” particolarmente colpite dalla pandemia: il “recupero più significativo e incoraggiante”, si legge, “è quello atteso per le città d’arte, tra le destinazioni più penalizzate a causa dell’emergenza sanitaria. Rispetto allo scorso anno, queste registrano prenotazioni pari a poco più della metà delle camere disponibili per i mesi di luglio (54,5%) e di poco inferiori ad agosto (45,7%), contro appena il 18% circa dello scorso anno”. Il 40% degli operatori intervistati dall’Osservatorio delle Camere di Commercio dichiara un aumento della clientela straniera, mentre solo la metà ne prevede un calo. Un dato particolarmente rilevante in quanto indica una ripresa nel segmento che più aveva risentito della crisi Covid. Si tratta, prevalentemente, di turisti provenienti dalla Germania (+31,9% rispetto al 2021), mentre trovano sostanzialmente conferma e potenziale di crescita rispetto ai livelli dello scorso anno i flussi provenienti da Svizzera, Austria, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito.

Sia lo studio di Unioncamere che quello di Assoturismo pongono in evidenza l’aumento dei costi dei beni energetici registrato quest’anno che insieme al reperimento del personale sono le problematiche principali indicate dagli operatori turistici intervistati.

Basta citare un dato: ai prezzi attuali, un albergo medio spenderebbe nel 2022 un importo di 98.519 euro per la fornitura annuale di energia elettrica, oltre 42.511 euro in più rispetto al 2021. L’Osservatorio Turismo di Confcommercio, realizzato in collaborazione con Swg, a fine luglio stima 27 milioni di italiani in partenza per le vacanze tra luglio e settembre, per l’88% verso destinazioni nazionali, principalmente al mare (il 44%) e in montagna (15%), ma con un buon recupero anche delle città d’arte che, sommate ai piccoli borghi, raggiungono il 21% delle preferenze.

Anche Federturismo, come riporta il Sole 24 ore, stima circa 30 milioni di arrivi di italiani tra giugno e settembre, in Italia o all’estero, mentre Federalberghi parla di oltre 34 milioni di connazionali in viaggio. Più difficile stimare il numero di stranieri in arrivo in Italia. Secondo Federturismo, tra giugno e settembre le presenze dall’estero saranno il 25% in più rispetto allo scorso anno: un ottimo recupero (sebbene ancora sotto i livelli del 2019) a vantaggio soprattutto delle città d’arte, che da Pasqua in poi hanno registrato incrementi significativi, e di alcune località balneari e montane di maggiore pregio spiega la presidente di Federturismo Marina Lalli al Sole 24 Ore: “Gli stranieri sono tornati in gran numero, soprattutto americani, britannici e arabi. Quindi i nostri timori per l’assenza di russi e cinesi, che non sono particolarmente rilevanti per numero ma lo sono invece per spesa media, è alle spalle”. Global Blue ha infatti rilevato che nelle cinque città “regine” dell’estate (Capri, Porto Cervo, Taormina, Portofino e Forte dei Marmi) lo scontrino medio è di 1.600 euro, ovvero il 30% in più rispetto ai livelli pre-Covid. Anche la vendita delle camere fornisce numeri incoraggianti, con un aumento del 26% a giugno, rispetto allo stesso mese del 2021.

Anche Federalberghi, nella sua indagine previsionale per l’estate 2022, realizzata con ACS Marketing Solutions a metà luglio, prevede alcune “auto-restrizioni” che i vacanzieri si imporranno a causa dei rincari, limitando perciò la spesa in vacanza. “Siamo di fronte a una ripartenza forte”, commenta il presidente Bernabò Bocca. “Tuttavia fa male constatare che il 43% dei nostri concittadini abbia dovuto decidere di restare a casa per difficoltà finanziarie”.

Enit si affida ai dati delle prenotazioni aeree: “Le prenotazioni di luglio dall’estero verso l’Italia sono state migliori dei nostri principali competitor, Spagna e Grecia, con un aumento del 146,7% rispetto al 2021”, spiega l’ad di Enit, Roberta Garibaldi. “E la tendenza è confermata anche per i prossimi mesi: per agosto si prevede un incremento del +119,1% rispetto al 2021, mentre per settembre del +191,2%”.

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